ROMA. Il terrorismo finanziario evocato da banche e finanza internazionale, per condizionare il libero voto degli italiani al referendum costituzionale, che ha visto la secca sconfitta dei profeti di sventure ed una netta affermazione del NO alla riforma della Costituzione, è stato sconfitto dal responso dei mercati, che ha visto la borsa italiana perdere lo 0,2% dell’indice Ftse Mib, a quota 17.049 punti.
I problemi delle banche italiane, dal Monte dei Paschi, la più antica banca spolpata e saccheggiata alle prese con un aumento di capitale fino a 2 miliardi, parte di un rafforzamento più ampio da 5 miliardi, che deve pagare commissioni di 448 milioni di euro per una banca che ne vale circa 630; di Unicredit che deve fare un aumento di capitale per circa 13 miliardi di euro; di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, che hanno bruciato 19,7 miliardi di euro, gettando sul lastrico 210.000 famiglie, con la Banca Vicentina che a pochi giorni dall’assemblea per votare l’azione di responsabilità contro Gianni Zonin e la vecchia gestione, destituisce l’ad Francesco Iorio, mettendo al suo posto Fabrizio Viola, defenestrato da MPS dal ministro dell’Economia Padoan, dipendono esclusivamente da una gestione fraudolenta del credito e del risparmio di manager sempre avallati dalla Banca d’Italia.
Per non parlare delle 4 banche in risoluzione Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cari Ferrara, il cui decreto salva banche del Governo e di Bankitalia ha espropriato 130.000 famiglie, la cui dissennata gestione dell’ultimo anno ha solo accumulato perdite consistenti, rendendo proibitiva l’impegno assunto con l’Ue di vendere sul mercato le quattro “good bank, ma di regalarle tanto per cambiare ad Ubi banca con l’intervento del Fondo interbancario e di Atlante.
Banche ed Autorità di vigilanza facciano ammenda, cominciando a risarcire le vittime coinvolte nella manipolazione dei tassi Euribor, a seguito della multa comminata dalla Commissione Europea di 1,712 miliardi a carico di Deutsche Bank, Sociète Generale, Rbs, JP Morgan, Citigroup e Rp Martin, per aver “partecipato a cartelli illegali“, manipolando i tassi di riferimento che regolano i prestiti interbancari, ma anche gli interessi relativi a molti prodotti finanziari, tra cui i mutui ipotecari.
Elio Lannutti (Adusbef)