"Finalmente gli inquirenti in Bakitalia"
ROMA. Finalmente stamane gli inquirenti hanno varcato il sepolcro imbiancato di Bankitalia, per fare luce sul crack bancario più grave di Parmalat, con almeno 15,4 miliardi di euro di valore distrutto contro i 14 miliardi dissipati dal lattaio di Collecchio, uno scandalo gravissimo che non può essere ascrivibile ad un incidente della storia, ma a precise responsabilità di chi aveva il dovere di vigilare ed ha girato la testa dall’altra parte. Adusbef, che sta cercando di fare luce su uno scandalo che si tenta di insabbiare per ”ragion di Stato”, visto il coinvolgimento diretto dell’ex governatore di Bankitalia ed oggi presidente della Bce Mario Draghi, del capo della Vigilanza signora Anna Maria Tarantola, promossa per ‘meriti ispettivi’ alla presidenza Rai, nonché della Consob gestioni Cardia e Vegas, ritiene ininfluente che le notifiche ad alcuni dirigenti dell’Istituto Centrale, adottati dai magistrati toscani siano a carico di terzi poiché riguardante una “operazione tecnica” in piena collaborazione. Chi come Adusbef ha studiato le carte, i conti, i bilanci e gli aumenti di capitale del Monte dei Paschi di Siena, per depositare i ricorsi giudiziari, è ancora più convinto delle precise responsabilità di Consob e Bankitalia e di un ruolo di vigilanza “carente” (per non usare aggettivi più pesanti), nonostante il Testo Unico Bancario offrisse ampie possibilità di intervento, che Palazzo Koch utilizzò con successo nel 2007,per affrontare e risolvere lo scandalo di Banca Italease, con la revoca immediata di Cda e collegio sindacale, poteri enormi non utilizzati per non disturbare l’Abi, l’ex presidente Mussari e le ambizioni Bce dell’ex Governatore. Non ci sarà censura, né tentativi di insabbiamento che tengano, per far ottenere verità e risarcimenti danni ad azionisti, risparmiatori e lavoratori danneggiati, ma soprattutto per affermare le responsabilità, ancora più gravi degli autori di un dissesto, già scritto ed annunciato nel nulla osta all’atto di acquisto di Banca Antonveneta, ad un valore sproporzionato.