Smentiti i tagli alla spesa pubblica
ROMA. Nelle 150 pagine del documento di economia e finanza (Def) e relative tabelle allegate nella bozza del Piano nazionale delle riforme (PNR), non si intravede quel sostanzioso taglio alla spesa pubblica, come propagandato ai quattro venti dal premier Matteo Renzi. Al contrario a fronte di un +0,8% del Pil nel 2014 e di una previsione di crescita dell’economia di un +1,3% nel 2015 e + 1,6% nel 2016 (stima gonfiata di un + 0,6% rispetto all’1% del precedente governo, è prevista una crescita della spesa pubblica dagli 802,6 miliardi di euro nel 2014, ad 811,2 miliardi nel 2015; 822 nel 2016; 832 nel 2017, per arrivare passare a 845,5 miliardi di euro nel 2018 (tabelle regola spesa, vedi sotto): come si conciliano questi dati con la revisione della spesa pubblica (spending review), che apposta nel Def 6 miliardi di risparmi nel 2014 (dei quali 4,5 miliardi nel secondo semestre), circa 17 miliardi nel 2015, ben 32 miliardi di euro nel 2016?
Il rapporto deficit-Pil che dovrebbe attestarsi al 2,6% quest’anno, in diminuzione dal 3% nel 2013, dovrebbe scendere al 2% nel 2015, per calare all’1,5% ne nel 2016; la disoccupazione prevista quest’anno al 12,8% (dal 12,2% del 2013), dovrebbe scendere al 12,5% nel 2015, ed all’11,6% nel 2017, mentre il debito pubblico salirà quest’anno al 134,9% del Pil, per ridursi al 133,3% nel 2015, a 129,8% nel 2016, al 125,1% nel 2017, a 120,5% nel 2018. Si conciliano queste dati previsionali con la spesa per interessi che passerà (nonostante la forte riduzione degli spread) da 82 miliardi nel 2014 e 2015 ad 85 miliardi nel triennio 2016/2018 ? La bozza del Pnr allegato al Def prevede 12 miliardi di euro nel 2014 di proventi delle privatizzazioni, mentre nel 2015, 2016 e 2017 sono previsti ricavi di 10-12 miliardi di euro annui, (0,7 del Pil). A meno che non si svendano a prezzi di saldo le aziende di Stato, è credibile una manovra che apposta 12 miliardi di euro di privatizzazioni nel 2014 ?
Bene l’aumento al 26% dell’aliquota fiscale sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia, ma in assenza di un blocco triennale delle tariffe bancarie i maggiori oneri saranno addossati ai correntisti, con un costo pro-capite di 35 euro, aggravando così gli alti costi di gestione dei conti correnti, pari in Italia a 371 euro, contro una media europea di 114 euro.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)
APPLICAZIONE DELLA REGOLA DI SPESA (1) |
||||||||
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
|
|
milioni di euro |
|||||||
1.Totale spesa |
787.176 |
794.509 |
792.200 |
802.639 |
811.352 |
822.243 |
832.076 |
845.599 |
2.Maggiori spese a politica invariata |
0 |
0 |
0 |
1.350 |
7.077 |
9.834 |
11.478 |
13.495 |
3.Spese finanziate da UE |
3.508 |
4.499 |
4.630 |
4.300 |
5.000 |
5.500 |
4.500 |
4.300 |
4. Componente ciclica dei sussidi di disoccupazione |
551 |
1.336 |
2.263 |
1.978 |
1.390 |
817 |
264 |
-294 |
5.Interessi |
78.397 |
86.474 |
82.043 |
82.550 |
82.096 |
85.339 |
85.379 |
85.502 |
6.Investimenti fissi lordi |
31.907 |
29.979 |
27.132 |
25.730 |
24.835 |
24.453 |
24.857 |
25.019 |
7.Investimenti fissi lordi – media sugli ultimi 4 anni |
34.691 |
33.380 |
30.578 |
28.687 |
26.919 |
25.538 |
24.969 |
24.791 |
8.Step 1: Aggregato di spesa di riferimento (1+2-3-4-5-6+7) |
707.505 |
705.600 |
706.711 |
718.118 |
732.027 |
741.505 |
753.523 |
769.358 |
9.Variazioni entrate discrezionali e contributi sociali |
4.365 |
15.643 |
4.303 |
5.451 |
-2.037 |
1.611 |
2.284 |
-353 |
10.Step 2: Aggregato di spesa di riferimento (8-9) |
703.140 |
689.958 |
702.408 |
712.667 |
734.064 |
739.894 |
751.239 |
769.711 |
11.Step 3: Tasso di crescita dell’aggregato di spesa in termini nominali |
-1,30 |
-2,48 |
-0,45 |
0,84 |
2,22 |
1,07 |
1,31 |
2,15 |
12. Step 4: Tasso di crescita dell’aggregato di spesa in termini reali |
-3,20 |
-4,38 |
-2,35 |
-0,64 |
0,74 |
-0,41 |
-0,15 |
0,69 |
13. Benchmark |
-0,81 |
-0,81 |
-0,81 |
-1,07 |
-1,07 |
-1,07 |
0,0 |
0,0 |
1) L’aggregato di spesa di riferimento è coerente con i valori presentati nel conto della P.A (tavola III.2), sottraendo al totale delle spese a politiche invariate l’ammontare della spesa per interessi, delle spese finanziate con fondi UE, la componente ciclica delle indennità di disoccupazione e considerando la spesa media per investimenti (calcolata sull’anno in corso e i precedenti tre anni). Sono inoltre sottratte le misure discrezionali sulle entrate e i contributi sociali (tavola III.3). Il tasso di crescita della spesa di riferimento è stato deflazionato per mezzo dei tassi forniti dalla Commissione negli anni 2011-2015, mentre negli anni successivi è stato utilizzato il tasso di crescita del deflatore del PIL esposto nella tavola II.2b. |