ROMA. Dopo aver magnificato per decenni le eccelse doti, le grandi virtù e la stabilità di un sistema bancario predatorio e vessatorio, che ha praticato usi, abusi ed ordinari soprusi, con i più elevati costi di gestione di un conto corrente pari a 318 euro annui in media contro 114 della media Ue, tassi di interessi più elevati di mutui e prestiti, sedicenti Autorità vigilanti, che hanno provocato il più grave disastro della storia recente nella gestione del credito e del risparmio, pur di continuare a salvare le banche e gli illeciti interessi dei banchieri, in concorso con il Ministero dell’Economia, non esitano a pressare le Casse di Previdenza per spingerle ad entrare nel Fondo Atlante, mettendo così a rischio il risparmio previdenziale, dopo quello postale con la Cassa Depositi e Prestiti.
Per fortuna il rappresentante delle Casse di Previdenza (Adepp) Alberto Oliveti, dopo il bagno di sangue degli anni scorsi su titoli rischiosi e perfino investimenti intrisi di derivati speculativi di 18 Casse su 22 (indagine conoscitiva della Commissione Bicamerale sugli Enti Gestori del 2012), che ne hanno intaccato e pregiudicato patrimonio e sostenibilità, ha rispedito al mittente il diktat del Governo e ministero dell’Economia biscazziere ed irresponsabile, che non esita a ricattare gli Enti autonomi privatizzati, sapendo bene che in tal modo mette a rischio il risparmio previdenziale, per tappare i buchi, le falle ed i bilanci malandati delle banche, dopo una gestione dissennata del credito e del risparmio con il diretto concorso di Bankitalia.
Bene ha fatto quindi Oliveti, a rifiutare l’abbraccio mortale del Fondo Atlante e le pressioni del Governo per investire in strumenti speculativi che mettono a repentaglio il risparmio previdenziale di numerosi professionisti, ingegneri, geometri, architetti, giornalisti, ragionieri, commercialisti, agenti di commercio, infermieri, consulenti del lavoro, ecc., le cui trascorse gestioni non hanno brillato per trasparenza ed affidabilità.
Il rendimento del 6% del Fondo Atlante, alle attuali condizioni di tassi e di mercato, contempla una rischiosità dell’investimento, che solo irresponsabili corifei dei banchieri possono occultare, analogamente all’accusa che le previdenze Enpam e Adepp possano tenere congelato un enorme patrimonio, che al contrario deve essere investito in maniera prudenziale, titoli di Stato ed immobili, per poter pagare le future prestazioni previdenziali.
Il Fondo Atlante, come tutte le ultime mitologiche invenzioni per tentare di salvare banche groviere, spacciate per stabili dalla ventennale narrazione di una Banca d’Italia non più attendibile e di cui nessuno più si fida, salvo forse il governo, è un investimento a rischio che potrebbe mettere a repentaglio perfino il sudato risparmio postale dei vecchi, con la Cassa Depositi e Prestiti che- a differenza di Oliveti- esegue supinamente i desiderata di Governo e Mef, andando verso il disastro bancario finanziario prossimo venturo, addossato come sempre alle famiglie, invece che ai tecnocrati che non provano neppure più vergogna, per i plateali fallimenti che hanno generato.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)