Adusbef e Federconsumatori niente presidio a Bankitalia

Ricordiamo le cariche della polizia a difesa di un sepolcro imbiancato, nonostante sit-in autorizzati dalla Questura quando denunciavamo coi barattoli Cirio, gli scandali del risparmio tradito, i tango bond, il crack della Parmalat di 14 miliardi di euro perpetrato all’insaputa della Consob, in particolare il 31 maggio 2004, quando risparmiatori truffati esibivano barattoli di pelati, contenitori di latte con la scritta ‘totalmente scremati’ nei cartelli, accompagnati dalla musica di un gruppo folkloristico, che suonava e ballava una tarantella.

Ma dopo le inchieste della magistratura, che nella gestione scandalosa e criminale del credito e del risparmio indaga gli ex manager di Banca delle Marche per il reato di associazione a delinquere; dopo che il vice presidente dell’Abi Berneschi è finito prima agli arresti domiciliari poi da ieri in carcere, per una gestione delittuosa del credito ad amici e compari; gli avvisi di garanzia all’altro vice presidente dell’Abi Zanetti, per gli allegri regali ad amici e sodali di Ubi Leasing e del patriarca del credito Giovanni Bazoli  presidente di Banca Intesa; il rinvio a giudizio di moltissimi banchieri per concorso nel reato di usura; l’incriminazione di Alessandro Profumo, Ghizzoni ed altri 16 manager di Unicredit  per la bancarotta della Divania di Bari, in attesa che le indagini dei magistrati arrivino a scrutinare i comportamenti omissivi a volte complici di Bankitalia, con i governatori di turno che ostacolano i rapporti di vigilanza degli ispettori, per non disturbare i banchieri amici ed il potere politico che li ha designati, si rende superflua la nostra partecipazione all’odierna assemblea del 30 maggio 2014.

Siamo lo stesso a Roma, ma non andremo sotto Palazzo Koch, auspicando che le nostre ventennali denunce e civili proteste contro mafie invisibili, possano spianare la strada a magistrati coraggiosi che abbiano la voglia di indagare su decennali fatti e misfatti di una Banca d’Italia sempre a braccetto con i loro soci azionisti, che arrivano sempre dopo i comportamenti spesso delittuosi dei banchieri, e che invece di aprire processi per ostacolo alla vigilanza di ciechi controllori, chiedano di verificare ed accertare l’ostacolo alla verità dei fatti.

In 30 anni, dal 1984 ad oggi, oltre 1,6 milioni di risparmiatori hanno visto evaporare 60 miliardi di euro dei loro investimenti (considerando MPS). Mentre nella prima metà del periodo (cioè fino al 1998)  sono stati colpiti 238.250 investitori che hanno perso 3.041,414 milioni di euro (5.889 miliardi di lire), nella seconda metà del periodo (dal 1999 al 2013) l’attività di rapina pianificata del sistema con il concorso dei distratti controllori, in particolare la inadeguata Consob (sentenza di Cassazione sul crack Parmalat) a tutelare il pubblico risparmio, ha visto coinvolgere 1.379.000 concittadini per 53.088 milioni di euro. E’ evidente l’azione di rapina pianificata negli ultimi 15 anni, la cui origine può essere datata alla conclusione del processo di privatizzazione degli istituti bancari (1995). Tra queste spiccano le vicende Parmalat, che ha visto evaporare 14 miliardi di euro di 175mila concittadini, quella dei bond Argentina che ha fatto svanire 14 miliardi di risparmi di 450mila concittadini; la vicenda Bipop Carire che ha bruciato 10 miliardi di euro di 73.500 risparmiatori, il crack Lehman Brothers, i cui bond erano consigliati come affidabili da Patti Chiari dell’Abi (Associazione Banchieri Incriminati), a differenza dei più solidi Btp, considerati a rischio.

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

CRACK FINANZIARI DEGLI ULTIMI 30 ANNI