ROMA. Sempre più evidenti le responsabilità di Consob, Bankitalia e dei commissari, alcuni dei quali come Riccardo Sora, addirittura indagato ‘per l’acquisto di azioni proprie ad un prezzo illecitamente maggiorato’, nel collocamento di bond tossici agli ignari clienti, dopo la vera e propria estorsione per diventare azionisti, pena la mancata erogazione di prestiti, fidi, mutui.
Per collocare bond a rischio “i dipendenti ricevevano premi in soldi sul rendimento settimanale con una caccia spietata all’uomo, correntisti (soprattutto anziani) raggiunti in case di cura o ospedali, incontrati casualmente fuori da scuola e invitati ad andare in banca, o chiamati uno per uno”., come racconta in una intervista ad un quotidiano un direttore di banca Etruria di una filiale del centro Italia. “Ho cercato di salvare quanti più correntisti ho potuto, invitavo i miei clienti a rivolgersi ad associazioni di consumatori per saperne di più. Non potevo dire loro la verità, avrei rischiato il posto di lavoro, ma che le obbligazioni subordinate fossero un prodotto che avrebbe rovinato solo e soltanto i clienti lo sapevamo tutti”.
Nell’intervista illuminante uscita oggi- che Adusbef e Federconsumatori chiedono di acquisire nell’inchiesta penale- per collocare i bond a correntisti e piccole e medie imprese, venivano proposte obbligazioni subordinate a tutti dichiarando un rischio zero. A chi invece ci chiedeva un mutuo lo concedevamo maggiorato con l’obbligo di acquistare questi titoli”. Il questionario Mifid non veniva sottoposto al cliente: “nel 95% dei casi veniva compilato dagli impiegati di banca”. “Si trattava soprattutto di persone con una scolarità finanziaria pari allo zero a cui noi professionisti del settore eravamo obbligati a spiegare tutto. Invece questo non avveniva. Moltissimi di loro non sapevano neanche cosa stavano firmando”. Il direttore spiega come dopo “l’ispezione e le lettere inviate dai commissari della banca ai correntisti è successo qualcosa di ancora più vergognoso”. “Nella stragrande maggioranza dei casi è successo che i dipendenti dicessero che era una pura formalità e facevano rifirmare lo stesso prodotto, però con la dicitura ‘alto rischio’, senza che il cliente sapesse”.
E’ anche gravissima la denuncia di Rossano Soldini, membro del cda di Banca Etruria tra il 2007 e il 2009, che il 23 ottobre 2009, tre giorni prima dell’assemblea dei soci di Banca Etruria, andò in Banca d’Italia per verbalizzare tutto quanto aveva visto sui comportamenti disinvolti di chi guidava la Banca, con la pubblicazione a pagamento sui giornali locali di una lettera di spiegazioni alla città, dove il comitato di presidenza, che faceva firmare a scatola chiusa il verbale della seduta precedente, sessanta pagine di documenti, e dopo cinque minuti pretendevano di metterlo ai voti. Non sapevamo cosa deliberavano, non ci permettevano di capire. Soldini torna anche sulla questione degli affidamenti di credito per 185 milioni che si erano auto concessi i membri del cda: “non mi sembrò una cosa corretta”.
Questo gravissimo scandalo degli omessi controlli di Bankitalia e Consob, che con l’arrivo di Giuseppe Vegas ha smantellato l’ufficio analisi quantitative, (perseguitando e mobbizzando il responsabile), che offriva la possibilità nei prospetti, di poter valutare quante percentuali di guadagno o perdita potesse avere un prestito bancario obbligazionario, per offrire al sottoscrittore la conoscenza compiuta del suo investimento e del grado di rischio, che Governo e maggioranza vorrebbero ascrivere ad incidente di percorso, dopo aver recepito i diktat della Bce tradotti il 16 novembre con il recepimento della direttiva Brrd sul bail-in, ed il 22 novembre 2015 con lo sciagurato decreto delle 4 banche cancellate, dovrà essere indagato dalla magistratura penale in tutti i suoi aspetti, senza sconti od elogi preventivi ad una vigilanza assente che ha espropriato sudore, lacrime e sangue a 130.000 famiglie, vittime della Banca d’Italia.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)