Dalla padella nella brace il trasferimento delle funzioni di Equitalia all'Agenzia delle Entrate
ROMA. La propaganda renziana di voler chiudere Equitalia, perché troppo vessatoria, trasferendo le funzioni all’Agenzia delle Entrate, rischia di far cadere i contribuenti dalla padella nella brace, date le quotidiane lesioni della carta dei diritti dei contribuenti, gli usi, abusi e quotidiani soprusi a danno dei cittadini onesti ed in regola con il fisco, come documentato da una meritoria campagna di Striscia La Notizia.
La manovra a deficit di 27 MLD di euro, già bocciata dall’UPB (ufficio pubblico per il bilancio), l’Autorita’ istituita per vigilare sui conti pubblici, approvato dal CdM, chiare misure per finanziare clientele elettorali, ennesimo favore alle banche (l’undicesimo con Renzi), con onerosi mutui ventennali (APE) per andare in pensione dopo intere vite di lavoro. Il governo Renzi aggiunge così con l’Ape, l’undicesimo provvedimento a favore delle banche che si aggiunge alle: garanzie sulle obbligazioni tossiche; fiscalità di vantaggio; pubblica manleva sulla Cassa depositi e prestiti;recepimento direttiva Brrd/Bail-In; decreto Salva banche; l’esproprio delle case in mancanza di pagamenti rateali mutui; sconto per i trasferimenti immobiliari; prestito vitalizio ipotecario; bad bank; ripristino anatocismo, consegnando così le vite degli italiani chiavi in mano dalla culla alla tomba nelle grinfie dei banchieri.
Adusbef non vede alcuna inversione di tendenza in una manovra da 27 MLD di euro, sbandierata come la panacea e dalle coperture aleatorie, la cui propaganda trasmessa a reti unificate per cercare di convertire all’ottimismo cittadini e famiglie, tuttora stremati dalla lunga crisi, dimostrano che il Governo, oltre a gonfiare le previsioni, utilizza la tecnica di rinviare i provvedimenti a futura memoria (come i 15,1 miliardi di clausole di salvaguardia), finanziando a deficit misure clientelari, che finiscono per affossare la ripresa, con l’aggravante di una vera e propria manipolazione dei dati stimati, con un + 0,4% del Pil nel 2017,che prelude ad una manovra lacrime e sangue di 34/38 mld nel Def 2018/2019, per coprire i buchi di bilancio.
Le clausole di salvaguardia valutate 54 mld di euro dall’Ufficio di Bilancio (UPB) nel triennio 2017-2019, furono introdotte per la prima volta nella manovra del luglio 2011 (D.L.n. 98), più volte modificate, prevedono l’aumento automatico dell’Iva nel caso non vengono raggiunti alcuni obiettivi,manleva di carenti coperture, il cui impatto negativo è solo rinviato di anno in anno a futura memoria, con l’ennesima proroga (la quinta) degli aumenti Iva, che nel 2017 valgono circa 15,1 miliardi a garanzia di mancate coperture.
Elio Lannutti (Adusbef)