ROMA. Anche oggi il presidente per grazia ricevuta della Commissione di inchiesta sulle banche Casini, esorbitando dal suo ruolo, ha discettato sulle sacrosante regole Bce, che sarebbero un colpo mortale alle imprese, invitando il governo ad una reazione chiara e netta, dimostrando però la smaccate combine con gli istituti di credito. Cosa c’entri il presidente della Commissione di inchiesta sulle banche Kasini-Kim-Joun-un II, invocato come Santo protettore dei banchieri (quindi reso ancor più inaffidabile per l’indagine su crac e dissesti bancari) con le linee guida Bce sui crediti tossici, giustamente e tardivamente imposti dalla Bce, per riordinare a livello europeo i requisiti patrimoniali delle banche, nell’allegata supplica, inviata senza alcun pudore dal presidente Abi Antonio Patuelli e dal direttore Giovanni Sabatini?
Ma è ancor più grave che siano Abi e Bankitalia,che non avevano visto i crac bancari, specie di Mps, Banca Marche, Veneto Banca, Banca Etruria e soprattutto della Popolare di Vicenza, che abbiano chiesto alla Bce di attenuare i requisiti patrimoniali, dopo aver narrato per decenni, la favola del sistema bancario solido, che era, al contrario, pieno di buchi.
Dopo aver ottenuto dagli ultimi 3 Governi decreti salvabanche e leggi di favore, in contrasto coi diritti acquisiti e gli interessi degli utenti e debitori, la Banca d’Italia ha la faccia tosta di invocare alla Bce, che aveva scoperto a Vicenza quei prestiti baciati, che il Governatore Visco ed i suoi ciechi ispettori non avevano voluto vedere, nonostante fossero stati chiaramente informati dal 2012 dai vertici della BpVi, una versione bilanciata che tenga conto dei maggiori tempi di recupero giudiziario dei crediti in Italia rispetto agli altri paesi.
Le nuove norme (che impongono la copertura totale in due anni per i non garantiti e in sette per i garantiti), secondo le richieste di Bankitalia, dovrebbero escludere sia le posizioni garantite da collaterale che lo stock di crediti deteriorati esistenti, applicandole così solo ai nuovi flussi di crediti deteriorati, per offrire tempo agli istituti di credito di adeguarsi al nuovo quadro.
Se non verrà fatta piena luce sulla gestione fraudolenta del credito e del risparmio, impossibile con un presidente come Casini, che pur non distinguendo un giroconto da un esito bancario,discetta su materie che non conosce, per eseguire smaccatamente e pedissequamente gli ordini dei banchieri, come dimostrato dall’allegata lettera irrituale dell’Abi, l’ennesima norma di favor rei, sarà l’ennesimo boomerang che andrà ad impattare sulle spalle di risparmiatori ed utenti dei servizi bancari, chiamati ancora una volta a pagare il prezzo di collusioni ed illegalità creditizie ed istituzionali.
Elio Lannutti (Adusbef)