L'associazione chiede se è compatibile col tetto dei 500mila euro
ROMA. Nel piano ‘lacrime e sangue’ di ristrutturazione 2013/2017, approvato dal cda del Monte dei Paschi di Siena l’8 ottobre 2013, oltre al taglio di 8.000 dipendenti a la chiusura complessiva di 550 sportelli (150 entro il 2017 in aggiunta ai 400 già chiusi), nella riduzione dei costi era stato previsto un limite (su precisa richiesta della Commissione Europea) alla remunerazione del top management, con un tetto fissato a 500mila euro annui, seppur solo «fino al completamento dell’aumento di capitale e al rimborso integrale dei Nuovi Strumenti Finanziari».
Ma i banchieri, specie quelli protetti con una sorta di voto di scambio da Bankitalia, non consentono ad alcuno di intaccare la principale ragione sociale della loro esistenza che deve essere l’avidità di guadagno, e per tale ragione l’a.d. del MPS Fabrizio Viola, avrebbe travalicato di oltre il triplo il tetto di 500.000 euro imposto dalla Ue per le banche in crisi sotto aiuti di Stato, pretendendo una retribuzione di 1,8 milioni di euro nel 2013.
Adusbef ha dovuto così ricordare, con una apposita lettera inviata alla Commissione Europea ed alla distratta Banca d’Italia, di verificare quali siano state nel 2013 le remunerazioni di Viola ed altri top manager del Monte dei Paschi di Siena, e nel caso fossero eccedenti il tetto di 500.000 euro, di provvedere alla loro immediata restituzione, con i dovuti interessi legali.
E’ dovere morale per le associazioni di tutela degli utenti, di non consentire a questo top management del Monte dei Paschi di Siena, uscito sconfitto dallo scontro con la Fondazione MPS presieduta da Antonella Mansi, di saccheggiare le casse della banca, mentre si licenziano 8.000 dipendenti, perciò Adusbef auspica che nei nuovi assetti azionari dei soci rappresentati da Fondazione, Fintech e Pactual con il 9% complessivo del capitale, al momento di rinnovare la governance tra un anno, siano licenziati in tronco sia Alessandro Profumo, che Fabrizio Viola.
Elio Lannutti (Adusbef)
Ma i banchieri, specie quelli protetti con una sorta di voto di scambio da Bankitalia, non consentono ad alcuno di intaccare la principale ragione sociale della loro esistenza che deve essere l’avidità di guadagno, e per tale ragione l’a.d. del MPS Fabrizio Viola, avrebbe travalicato di oltre il triplo il tetto di 500.000 euro imposto dalla Ue per le banche in crisi sotto aiuti di Stato, pretendendo una retribuzione di 1,8 milioni di euro nel 2013.
Adusbef ha dovuto così ricordare, con una apposita lettera inviata alla Commissione Europea ed alla distratta Banca d’Italia, di verificare quali siano state nel 2013 le remunerazioni di Viola ed altri top manager del Monte dei Paschi di Siena, e nel caso fossero eccedenti il tetto di 500.000 euro, di provvedere alla loro immediata restituzione, con i dovuti interessi legali.
E’ dovere morale per le associazioni di tutela degli utenti, di non consentire a questo top management del Monte dei Paschi di Siena, uscito sconfitto dallo scontro con la Fondazione MPS presieduta da Antonella Mansi, di saccheggiare le casse della banca, mentre si licenziano 8.000 dipendenti, perciò Adusbef auspica che nei nuovi assetti azionari dei soci rappresentati da Fondazione, Fintech e Pactual con il 9% complessivo del capitale, al momento di rinnovare la governance tra un anno, siano licenziati in tronco sia Alessandro Profumo, che Fabrizio Viola.
Elio Lannutti (Adusbef)