In attesa dei risultati del test Bce. I sindacati protestano
ROMA. L’Abi ha proposto ai sindacati la proroga della scadenza del contratto nazionale, per il quale è in corso la trattativa sul rinnovo, al 28 febbraio 2015. E’ quanto si apprende dopo l’incontro tenuto ieri fra le parti. Secondo il presidente del Comitato affari sindacali, Alessandro Profumo, occorre aspettare almeno fino a fine ottobre per vedere i risultati dell’esame Bce. Profumo avrebbe sottolineato la necessità della proroga in modo da rivedere la situazione prospettica dei conti economici delle banche e poter valutare così tutti gli elementi contrattuali. L’Abi nei mesi scorsi ha sottolineato più volte la necessità di tenere in considerazione il peggioramento del ciclo economico e i riflessi pesanti sul settore bancario.
Le reazioni dei sindacati
“Abbiamo assistito alla solita sceneggiata dell’Abi che, con l’ausilio dell’istituto Prometeia, ci ha presentato una situazione catastrofica dell’economia e del settore, con la necessita’ di una fortissima riduzione dei costi. Tutto questo tralasciando di dire che la responsabilita’ di questa situazione e’ solo ed esclusivamente del management”. Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza del credito, in una nota dopo ‘incontro che si e’ svolto oggi in Abi e che ha segnato la ripresa della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale degli oltre 309mila bancari italiani. “Abbiamo ribadito per l’ennesima volta che e’ necessario un nuovo modello di banca ed il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro per rilanciare il settore bancario, garantendo occupazione e crescita dei salari. Se non cambiera’ l’atteggiamento della nostra controparte, si andra’ alla mobilitazione della categoria, in tutte le forme possibili, non escluso lo sciopero”.
Nuovo incontro “interlocutorio” tra sindacati di categoria e Abi impegnati nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari. E’ quanto fa sapere il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, che avverte: “Se l’Abi non modifica la sua posizione, la mobilitazione della categoria sarý inevitabile”. La trattativa per il rinnovo del contratto ý di fatti ripresa oggi. “Per un’ora e un quarto i rappresentanti dell’Abi ci hanno presentato gli scenari di settore che ben conosciamo, tant’ý che non ý casuale l’aver presentato da parte nostra, insieme alla piattaforma, una nostra proposta di modello di banca al servizio del paese”, fa sapere Megale al termine del confronto. Il leader della Fisac aggiunge: “Non condividiamo un’idea di inevitabile riduzione dell’occupazione e per questo abbiamo messo al primo punto occupazione insieme alla difesa e al rafforzamento dell’area contrattuale. ý tempo che – prosegue – sin dal prossimo incontro del 24, e poi nelle settimane successive, si rilanci il negoziato sulla base della nostra piattaforma, che ricordo ha ricevuto il 95% dei consensi, con l’obiettivo di rinnovare il contratto per tutti i lavoratori del settore”. Per questo, continua Megale, “abbiamo riconfermato che il contratto precedente va applicato e rispettato in tutte le sue parti, a partire dalla tabellizzazione dell’Edr. Deve essere chiaro che il negoziato si deve svolgere sulla base della pari dignitý e senza ricatti. La nostra controparte dovrebbe avere la consapevolezza che i salari netti della categoria sono fermi al 1999 in termini reali mentre manager e top manager hanno registrato una crescita esponenziale dei loro compensi”, conclude.
Le reazioni dei sindacati
“Abbiamo assistito alla solita sceneggiata dell’Abi che, con l’ausilio dell’istituto Prometeia, ci ha presentato una situazione catastrofica dell’economia e del settore, con la necessita’ di una fortissima riduzione dei costi. Tutto questo tralasciando di dire che la responsabilita’ di questa situazione e’ solo ed esclusivamente del management”. Lo ha dichiarato Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza del credito, in una nota dopo ‘incontro che si e’ svolto oggi in Abi e che ha segnato la ripresa della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale degli oltre 309mila bancari italiani. “Abbiamo ribadito per l’ennesima volta che e’ necessario un nuovo modello di banca ed il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro per rilanciare il settore bancario, garantendo occupazione e crescita dei salari. Se non cambiera’ l’atteggiamento della nostra controparte, si andra’ alla mobilitazione della categoria, in tutte le forme possibili, non escluso lo sciopero”.
Nuovo incontro “interlocutorio” tra sindacati di categoria e Abi impegnati nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari. E’ quanto fa sapere il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, che avverte: “Se l’Abi non modifica la sua posizione, la mobilitazione della categoria sarý inevitabile”. La trattativa per il rinnovo del contratto ý di fatti ripresa oggi. “Per un’ora e un quarto i rappresentanti dell’Abi ci hanno presentato gli scenari di settore che ben conosciamo, tant’ý che non ý casuale l’aver presentato da parte nostra, insieme alla piattaforma, una nostra proposta di modello di banca al servizio del paese”, fa sapere Megale al termine del confronto. Il leader della Fisac aggiunge: “Non condividiamo un’idea di inevitabile riduzione dell’occupazione e per questo abbiamo messo al primo punto occupazione insieme alla difesa e al rafforzamento dell’area contrattuale. ý tempo che – prosegue – sin dal prossimo incontro del 24, e poi nelle settimane successive, si rilanci il negoziato sulla base della nostra piattaforma, che ricordo ha ricevuto il 95% dei consensi, con l’obiettivo di rinnovare il contratto per tutti i lavoratori del settore”. Per questo, continua Megale, “abbiamo riconfermato che il contratto precedente va applicato e rispettato in tutte le sue parti, a partire dalla tabellizzazione dell’Edr. Deve essere chiaro che il negoziato si deve svolgere sulla base della pari dignitý e senza ricatti. La nostra controparte dovrebbe avere la consapevolezza che i salari netti della categoria sono fermi al 1999 in termini reali mentre manager e top manager hanno registrato una crescita esponenziale dei loro compensi”, conclude.