Con lui persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente Domenico Russo
PALERMO. Generale dei carabinieri, prefetto figlio di un vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, intraprese la stessa carriera del padre allo scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra si laureò in giurisprudenza e scienze politiche, e continuò la vita militare all’Arma, fino a diventare comandante a Torino nel 1973 e poi generale nel 1974. Durante la sua carriera ricevette motissimi encomi solenni ed alcune medaglie al valore militare e civile per le innumerevoli azioni da lui svolte contro le associazioni a delinquere organizzate (compresa la allora famosa banda di Salvatore Giuliano 1946 – 1948). Negli anni 70 fondò uno speciale nucleo di polizia dedicato alla lotta contro le Brigate Rosse. Fu nominato prefetto di Palermo il 2 Aprile 1982 per combattere la mafia ma venne quasi abbandonato dalle istituzioni che non gli diedero mai i poteri speciali promessi (si fece intervistare da Giorgio Bocca nel luglio del 1982 per denunciare l’isolamento in cui era stato lasciato), tanto che a pochi mesi dal suo insediamento fu assassinato dalla mafia mentre rincasava sulla sua A112.