Visite guidate domenica il 15 e 18 dicembre e, sempre il 18, un pomeriggio di studio alla Biblioteca degli Intronati
SIENA. Il primo appuntamento delle due giornate di festeggiamenti: “Cosimo I a Siena. Storia, arte e architettura” organizzato dal Comune con il contributo del Consiglio Regionale della Toscana, per il cinquecentesimo anniversario dalla nascita del duca, figura di spicco nella storia della nostra città, è domenica 15 dicembre con: “Cosimo I De Medici ‘Il domatore di tutte le chimere’ e i rapporti con la ‘Lupa’ assediata e sconfitta”. Un vero e proprio viaggio che toccherà, attraverso alcuni luoghi chiave dove sono stati posti stemmi e riferimenti in manufatti, uno dei capitoli più importanti della storia senese: l’assedio del 1554-1555 e la caduta della Repubblica che coincide con un momento di grave crisi storico-artistica.
Quando Siena diventa “feudo ligio nobile e onorifico” del Duca Cosimo non ci sarà un fecondo scambio culturale e solamente, più tardi si avranno edificazioni e manifestazioni che permetteranno di ribadire la presenza medicea a Siena.
Un racconto guidato, ad ingresso libero, di due ore con partenza alle 10 da Piazza del Campo davanti a Palazzo Pubblico (consigliata la prenotazione chiamando il tel. 0577 43273 o scrivendo a info@guidesiena.it) per un itinerario, ampliato anche ad altri personaggi senesi della stessa epoca. In Piazza, l’introduzione alla figura e alla vita di Cosimo I, la spiegazione dell’origine dello stemma di Palazzo Pubblico realizzato da Bartolomeo Ammannati nel 1560, e l’origine della Zuppa del Duca nata nel 1552. Per poi spostarsi nella Sala del Consiglio generale della Repubblica adattata per l’occasione a teatro, poi dei Rinnovati, dove fu messo in scena l’Hortensio di Alessandro Piccolomini dagli accademici Intronati. Il percorso proseguirà al Museo Civico di Palazzo Pubblico con la statua di Blaise de Monluc, l’ultimo difensore della Repubblica senese, per continuare alla Loggia della Mercanzia, a Palazzo Chigi alla Postierla, con un approfondimento su Scipione Chigi e le maestranze straniere, e al Duomo, dove si parlerà brevemente del Palazzo all’epoca dei Petrucci, e futura dimora dei Medici. Passando dalla casa santuario di Santa Caterina e a San Domenico, si raggiungerà la Fortezza Medicea, fortemente voluta da Cosimo e costruita su progetto dell’ingegnere militare Baldassarre Lanci, dove è ancora presente lo stemma dei Medici nel bastione S. Francesco. Il viaggio si concluderà a Porta Camollia, attraverso la quale il 28 ottobre 1560 Cosimo I fece il suo primo ingresso in Siena.
Il 18 dicembre, invece, seconda giornata dedicata a Cosimo I, un’altra visita guidata dalle 15 alle 16.30 al Museo delle Biccherne dell’Archivio di Stato con ingresso gratuito, e alle 17, nella Sala Storica della Biblioteca Comunale degli Intronati (via della Sapienza, 5), un pomeriggio di studio dal titolo: “Cosimo I de’ Medici, Duca di Firenze e Siena. Vicende cittadine di un’epoca (ingiustamente?) trascurata”. Tre relatori di eccezione: Mario Ascheri, Giovanni Mazzini e Ettore Pellegrini coordinati dal presidente del CdA della Biblioteca Raffaele Ascheri.
Lo storico Mario Ascheri spiegherà la scarsa attenzione, di lunga durata, prestata al periodo di Cosimo I a Siena. <<In effetti – spiega il professore – la guerra e l’assedio prima, e la resistenza in Montalcino poi hanno lasciato poco spazio per approfondire in modo equilibrato il problema di Cosimo che, quindi, è apparso a Siena o smodatamente elogiato (Malavolti) o eccessivamente esecrato. Il ‘tiranno’ fiorentino va inserito nel contesto prima e dopo la caduta della Repubblica per una valutazione serena, a distanza di quasi 500 anni dagli eventi>>.
Il professor Giovanni Mazzini, invece, tratterà della caccia di <<tori ideata per il 1560, in concomitanza della prevista visita del nuovo signore di Siena, Cosimo I, alla quale avrebbero dovuto prendere parte tutte le diciassette Contrade. Ma in realtà non fu mai effettuata, forse per una sorda, ma tenace ostilità popolare. Eppure, nonostante il fallimento organizzativo, i preparativi per quello che avrebbe dovuto essere un grandioso spettacolo lasciarono importantissime testimonianze scritte, che descrivono lo stato delle Contrade senesi all’epoca della caduta definitiva della Repubblica>>. <<Le Contrade – continua lo storico conoscitore di Siena e del Palio – avevano superato la sconfitta della patria, conservando inalterate le usanze, le prerogative, le strutture, e approdarono alla nuova era medicea avendo ormai compiuto il loro radicamento nella società e nella storia della città>>.
Ettore Pellegrini, uno dei massimi esperti dell’iconografia storica della città e della provincia di Siena, condurrà, in un intervento approfondito e puntuale, su come si arrivò all’assedio di Siena nel 1554-1555 e alla sua stessa caduta.