Sabato 4 febbraio alle 19.00 all’auditorium Santa Chiara appuntamento con la proiezione di un film toccante che parla di malattia e fine vite
SIENA. Un film potente, poetico e reale sulla malattia, le cure palliative ed il fine vita. Claudia Tosi rappresenta uno degli sguardi più importanti della nuova generazione di documentaristi e sarà a Siena ospite di Visionaria Film Fest nell’ambito della rassegna “Siena città aperta” per presentare il suo film “Il cerchio perfetto” (Italia 2015, 75′) sabato 4 febbraio alle 19 all’auditorium Santa Chiara. A presentare il film, assieme alla regista, il professor Antonio Federico (ordinario di Neurologia e direttore dell’U.O. Neurologia e Malattie Neurometaboliche) e Giuseppe Gori Savellini (direttore artistico di Visionaria). La proiezione sarà preceduta alle 17.00 da una lecture di Claudia Tosi che partendo dal film come case study, accende i riflettori su come distribuire con successo il proprio film nei cinema attraverso un’efficiente campagna di web marketing low budget e un cambio di mentalità (tutto l’evento è ad ingresso libero).
Il film intreccia due storie d’amore e la possibilità di ritrovare il senso del vivere quando si sta per morire. Il lavoro di Claudia Tosi è ambientato alla Casa Madonna dell’Uliveto, sulle colline di Reggio Emilia, Ivano e Meris cercano di afferrare ogni sprazzo di vita nel tempo che è loro concesso, circondati dai loro cari. Non vogliono arrendersi alla malattia e non se ne vogliono andare docili in quella “buona notte”. La telecamera osserva da vicino i protagonisti, con rispetto e senza violare la loro dignità. Solo il loro dosato nero umorismo ci riporta alla durezza dell’ineluttabilità del ciclo di vita e morte.
“L’idea per “The Perfect Circle” è nata da una mia esperienza personale. Mia madre è morta dopo avere sofferto per 19 anni di una malattia cronica – racconta la regista Clauda Tosi – Standole accanto ho provato ogni genere di emozione, dal rifiuto della malattia fino all’accettazione della sua “vita temporanea”. Volevo che il film aiutasse le persone a vedere oltre la malattia, a ritrovare la persona che, troppo spesso, viene dimenticata dentro al corpo malato. Quando ho trovato l’hospice “Casa Madonna dell’Uliveto”, sulle colline reggiane, a pochi km da casa mia, ho capito che era il luogo perfetto in cui ambientare la mia storia. Due ospiti, in particolare, hanno attirato la mia attenzione, Ivano e Meris, un vecchio burbero arrabbiato col mondo e una dolce signora rassegnata al suo destino”. “Abbiamo voluto da subito inserire questo film nella rassegna curata dall’amministrazione comunale Siena Città Aperta, perché ci racconta la malattia, la malattia terminale in modo diretto ed umano – spiega Giuseppe Gori Savellini a nome di Visionaria – Claudia Tosi è una delle voci che noi di Visionaria preferiamo nel panorama del documentario europeo e non a caso il suo è un ritorno dopo che aveva presentato proprio questo lavoro quando era ancora in fase produttiva all’interno della nostra rassegna Siena.doc nel 2013. Adesso abbiamo la possibilità di vedere il lavoro finito e soprattutto di confrontarci con lei”. La proiezione, curata da Visionaria con il Comune di Siena, l’Università di Siena ed il Santachiara Lab, si svolgerà quindi nell’ambito della rassegna Siena Città Aperta sabato 4 febbraio alle 19 nell’auditorium Santa Chiara. Ingresso gratuito, per informazioni www.visionaria.eu.
La Regista
Claudia Tosi è autrice e regista di documentari. Laureata in Filosofia, ha iniziato a scrivere e dirigere documentari di creazione nel 2004. Nel 2004 con un gruppo di amici, ha fondato Movimenta, associazione di promozione sociale e casa di produzione che realizza documentari di creazione, attraverso co-produzioni internazionali. Claudia ha frequentato EAVE nel 2011, Eurodoc nel 2012, IDFA SUMMER SCHOOL nel 2014, Berlinale Talents (Doc Station) nel 2015, Multiple Revenue Stream Training Course di EWA nel 2015.
Filmografia principale
2015 “Verso casa” di Claudia Tosi
documentario di creazione per la TV, prodotto da OWN AIR per TV2000, 65’
2015 “The Perfect Circle” di Claudia Tosi
prodotto da Movimenta e co-prodotto da Petra Pan Film Production, Miafilm e Cobos Film (Ita-Slo-UK-NL), 75’ e 55’. MORALAPPROACH AWARD a Makedox.
2009 “Mostar United” di Claudia Tosi
prodotto da Stefilm e co-prodotto da Petra Pan Film Production (Ita-Slo). In Nomination al Prix Europa 2009, miglior documentario a DOKMA, in concorso a IDFA, Sarajevo Film Festival, premio del pubblico al Trieste Film Festival
2004 “Private fragments of Bosnia” di Claudia Tosi
prodotto da Movimenta, 52′ Miglior documentario al Mediterraneo Video Festival e al Genova Film Festival
Il Tema del film
“Il cerchio perfetto” racconta, attraverso la potenza del cinema, che lo trasforma in un’esperienza vera e propria, la cura, le cure palliative e il fine-vita. Nonostante la bella Legge 38 del 2010, che garantisce le cure palliative ad ogni cittadino, queste sono ancora troppo sconosciute e l’hospice è considerato il luogo in cui si va a morire. L’hospice, invece, rappresenta un luogo che riconnette con la vita, ma anche una filosofia terapeutica che, attraverso le cure palliative, si propone di intervenire sulle dimensioni fisiche, psicologiche, sociali e spirituali della sofferenza, accogliendo il malato non più guaribile e garantendogli la cura. In sostanza, garantisce la dignità del vivere, fino alla fine. Il film racconta quindi la rivoluzione delle cure palliative: la persona sta al centro, non la malattia, e con essa si stabilisce una relazione fitta. Uno degli obiettivi del film è quello di diffondere questo approccio, oltre a sollevare interrogativi e riflessioni sulla vita e il fine vita (sedazione, autodeterminazione…). Questo avviene attraverso l’osservazione quotidiana dei protagonisti, che si mostrano con le loro gioie, le paure, i battibecchi coniugali e le piccole speranze. Ivano e Meris, protagonisti del film, sono circondati dai loro cari, che possono fermarsi la notte e condividere la quotidianità; sono curati per il controllo del dolore fisico, partecipano a sedute di musicoterapia e shiatsu per affrontare il disagio spirituale che la malattia crea, ma anche per risolvere i problemi intestinali e del sonno; sono seguiti da psicologi e da un numeroso staff di infermieri e OSS.