Il 7 e 10 marzo, due giorni di dediche in rosa da vivere gratuitamente per tutti
SIENA. Per la Festa della donna, Siena si trasforma in un palcoscenico dedicato al mondo femminile con due giorni, il 7 e 10 marzo, di eventi tra parole, musica, danza e teatro dal titolo “Siena, la Toscana: le donne”.
Un’occasione firmata dal Comune con il contributo della Regione Toscana e la collaborazione di Vernice Progetti Culturali, per valorizzare, attraverso l’arte e la storia, la donna con esempi, archetipi, capaci di stimolare una più ampia riflessione sull’evoluzione del suo ruolo nella società senese, in particolare, e italiana. Una città, la nostra, che ha avuto una forte identità al femminile sia sul piano religioso che culturale, politico, civico e contradaiolo.
Dalle autrici di poesia e le eroine barricadere cinquecentesche, alle mistiche del Seicento, le aristocratiche animatrici dei salotti del XVIII secolo, le borghesi dell’Associazione femminile di Mutuo Soccorso, le crocerossine della Grande Guerra, le donne partigiane protagoniste della Resistenza, le dirigenti di Contrada del Novecento. Ecco che così Siena non poteva non dedicare alle Donne, di ieri e di oggi, un personale e speciale omaggio aperto a tutti gratuitamente.
<<Per la giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale che ricorre l’8 marzo – ha dichiarato l’assessore alle politiche giovanili e pari opportunità Clio Biondi Santi – abbiamo voluto dare vita ad un percorso culturale ed educativo, legato a doppio filo ai volti e alle vicende di alcune delle nostre eroine che hanno partecipato a battaglie di civiltà per il rispetto dei diritti. Diritti di cui usufruiamo ancora oggi. Un esercizio di memoria utile soprattutto per le nuove generazioni senza distinzione di sesso>>.
Il 7 marzo alle 16.30 alla Biblioteca Comunale degli Intronati (via della Sapienza, 5) con gli storici Giovanni Mazzini e Maura Martellucci, all’interno di un racconto a due voci su:
Caterina Vannini, la mistica del ‘600; Teresa Mocenni, amica di Vittorio Alfieri e animatrice di un celebre salotto letterario; Maria Assunta Butini Bourke, da umile popolana a contessa e benefattrice; Vittoria Bonelli Barabino, simbolo delle numerose capitane vittoriose del Palio novecentesco e la leggendaria figura della Pia dantesca, assurta lungo il corso dei secoli a simbolo della sofferenza femminile.
Un racconto che fa perno sulla riforma della legislazione criminale attuata dal granduca Pietro Leopoldo nel 1786 con l’abolizione dei “quattro delitti infami” tra cui la tortura e la pena di morte (“Codice leopoldino”). Tale riforma rappresenta, infatti, un fondamentale elemento di discontinuità della condizione femminile in Toscana, costituendo un punto di rottura rispetto ad un passato caratterizzato dall’impiego di pene corporali. Riparlare oggi di queste donne celebri aiuta a valutare l’evoluzione della condizione femminile sul piano giuridico e sociale dall’età granducale ai giorni nostri, fornendo le chiavi per considerare quali siano state le conquiste, duramente ottenute, e quali siano invece quelle ancora da affrontare.
E proprio per comprendere quanto le vicende biografiche di questi modelli di identità femminile si leghino alla nostra città, alle 17.30 lo spettacolo teatrale itinerante “Quale Pia? Tracce d’amore fra Vicoli e Borghi” a cura dell’Associazione Ensarte. La storia della Dama Bianca di cui si sa poco o niente è affidata alle parole della balia (l’attrice Martina Guideri) che attraverso i ricordi trasporta lo spettatore nel cuore della storia accompagnandolo, insieme alla guida turistica Rita Ceccarelli, nei luoghi chiave della vita di questa donna la quale, nella figura della danzatrice Elisa Bartoli, appare e scompare come il mito che rappresenta.
Ma il viaggio all’interno dell’universo delle donne ha un’altra tappa, il 10 marzo alle 16 a Palazzo Pubblico con un “Viaggio in Oriente” a cura dell’associazione “Topi Dalmata”. Un’altra pièce itinerante ispirata al classico della letteratura cinese “Viaggio in Oriente” suddivisa in quattro capitoli che alternano il punto di vista orientale, maschile a quello occidentale, femminile, che si snoderà tra la Sala delle Lupe e l’Entrone di Palazzo Pubblico e il foyer del Teatro dei Rinnovati. In scena: il Principe Scimmiotto rimasto intrappolato dalla famiglia di Cenerentola. Il Principe Azzurro, invece, al contempo, non è più il bravo ragazzo che conoscevamo; è diventato un playboy avido ed egoista che verrà trasformato in un demone dalla forma di maiale. La Sirenetta, giovane donna che cerca di annegarsi, verrà salvata dal Mostro del Fiume. Mentre nel quarto e ultimo capitolo, il monaco San Zang giungerà in Occidente ricevendo il segreto della verità da due importanti personaggi femminili della storia di Siena. Donne e fiabe che tra fantasia e realtà aiuteranno ancora una volta a capire il complesso quanto affascinante universo femminile.