Strepitosa serata a Bluetrusco, in un festival che si sta affermando come imperdibile occasione per conoscere gli etruschi in maniera piacevole
MURLO. Alla suggestione del castello di Murlo, illuminato di blu in occasione del festival Bluetrusco, si è aggiunta quella degli scritti di George Dennis, l’autore di una fondamentale guida, a fine Ottocento, sulle città e le necropoli dell’Etruria. A restituire la voce a questo inglese di nobile famiglia, ambasciatore, viaggiatore, lo scorso fine settimana, sono stati diversi studiosi e soprattutto David Riondino. Ed è stato un privilegio ascoltare la straordinaria prosa di Dennis: mai nessuno, finora, aveva tradotto integralmente la sua fondamentale opera. L’attore toscano si è cimentato nella lettura dell’affresco di un’Italia che non c’è più, almeno nei disagi, nella sporcizia, mentre l’indole degli italiani, fin da allora dediti a traffici sfruttando il patrimonio del territorio, purtroppo resta. La riscoperta di Dennis, una delle figure chiave tra gli intellettuali inglesi ammaliati dall’Italia ha coinciso, a Murlo, con presentazione della corposa opera in italiano (1200 pagine, due volumi, a cura della casa editrice senese Nuova Immagine).
A commentarla, riflettendo sull’Italia che fu e sull’Etruria odierna, ma anche a tessere le lodi per una coraggiosa e apprezzabile opera letteraria, sono stati nell’arco di due giorni, tra sabato e domenica, gli archeologi Giuseppe Maria della Fina e Maria Grazia Celuzza, ma anche il direttore della British School Christoper Smith e il direttore di Archeo Andreas M. Steiner. Altro lettore è stato Camillo Zangrandi.
Ne sono uscite due giornate straordinarie. Come ha commentato lo stesso Riondino, Bluetrusco “ha dato l’occasione per conoscere le origini degli Etruschi, presenti nell’immaginario ma poco valorizzati. Iniziative come questa sono occasioni per approfondire questa conoscenza in modo piacevole, non accademico”. Le chiose dello stesso Riondino, e il suo fuoriprogramma finale, hanno confermato questa considerazione. Spassosa la sua giovanile canzone sugli Etruschi che “mangiavano molluschi”. Riondino si è poi cimentato nell’impresa di trovare una nesso tra l’antico popolo e due spassose canzoni sugli alpini.
Dietro al divertimento è tuttavia emersa con tutta la sua forza poetica, narrativa, passionale, la figura di George Dennis, nato a Londra nel 1814. Agli inizi degli anni Quaranta scelse di visitare l’Etruria. Dalle numerose escursioni in zone allora difficili da raggiungere e dai lunghi soggiorni a Roma nacque il suo libro più noto, vale a dire Cities and Cemeteries of Etruria, pubblicato in prima edizione a Londra nel 1848 (una nuova edizione completamente aggiornata seguì nel 1878). Nello stesso anno entrò a far parte del Colonial Office e il nuovo incarico lo allontanò per più di dieci anni dall’Europa. Negli anni Sessanta, ammesso nella carriera diplomatica, riuscì a rientrare e fu vice console e poi console britannico in Sicilia, in Libia e in Turchia potendo tornare agli studi classici e intraprendendo campagne di scavo più o meno fortunate. Nuovi viaggi e ulteriori campagne di scavo caratterizzarono il decennio seguente che, nel 1888, vide anche il suo ritiro per pensionamento dall’attività diplomatica. Morì a Londra nel 1898. La prima edizione integrale italiana della sua opera “Cities and Cemeteries of Etruria“, curatela di Elisa Chiatti e Silvia Nerucci, traduzione di Domenico Mantovani è stata battezzata a Murlo, l’unico luogo etrusco che Dennis non poté visitare: solo Ranuccio Bianchi Bandinelli, in epoca più recente, ebbe l’intuizione su uno scavo che ha aggiunto elementi fondamentali sulla vita degli Etruschi, grazie ai palazzi ritrovati a Poggio Civitate. Se aggiungiamo la ricerca sul Dna, si comprende come l’atmosfera di Bluetrusco sia intrisa di magia: come ha osservato Moni Ovadia nel corso di un precedente appuntamento del festival, “qui gli Etruschi parlano”.
Il programma completo di Bluetrusco è consultabile su www.bluetrusco.land
Bluetrusco è promosso dal Comune di Murlo, con la collaborazione di Fondazione Musei Senesi, Ministero per i beni e le attività culturali, Regione Toscana, Provincia di Siena, Università di Siena, Università per Stranieri di Siena, University of Massachusetts Amherst, Fondazione Siena Jazz, British school at Rome. Media partner è la rivista “Archeo”.