Seconda edizione per il gioco esclusivo del paese
MONTERONI D’ARBIA. Torna per il secondo anno consecutivo il torneo mondiale di Pio, gioco esclusivo di Monteroni d’Arbia, praticato dai ragazzi negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, caduto poi in disuso sotto i colpi di una modernità capace di regalare passatempi più compatibili con l’era digitale.
Domenica 23 Aprile, presso la palestra delle scuole elementari, sarà ufficialmernte aperta la sfida al campione uscente, tale Gino Sestini da San Rocco a Pilli, capace l’anno scorso di umiliare una folta ed agguerrita concorrenza.
Organizzato dalle associazioni Centro culturale e ricreativo e Ama Monteroni, con lo scopo di riscoprire e valorizzare le antiche tradizioni locali, il torneo di Pio, definito mondiale in quanto unico al mondo, è dedicato quest’anno alla memoria di Fabio Giovani, un monteronese recentemente scomparso ma uso in gioventù a districarsi tra figurine cartucce e “diecioni” del Pio.
Le iscrizioni si ricevono presso gli incaricati del centro culturale e di Ama Monteroni e si chiuderanno domenica mattina alle 9,00, mentre la gara avrà inizio alle ore 10,00. Al vincitore andrà quest’anno un trofeo ricavato da un bozzetto del pittore-fumettista Alessandro Bocci. A tutti i partecipanti sarà consegnato un portachiavi a ricortdo della manifestazione.
La giornata terminerà con un pranzo sociale presso gli impianti sportivi comunali di Monteroni de’Arbia.
Spiegazione del gioco:
si dispongono quattro cartucce vuote di calibro 12 in riga, distanziate tra di loro con una moneta di dieci centesimi (diecione) raffigurante Vittorio Emanuele II in corso dal 1861 ad inizio Novecento, più un fiammifero (il diecione deve poter passare tra una cartuccia e l’altra). I giocatori scelgono, attraverso il lancio di un qualsiasi oggetto, il punto da cui sferrare il tiro. I tiri possono essere effettuati con il “Diecione” o con una moneta diversa non superiore al diametro di cm. 3,1. Tira per primo colui che ha scelto di tirare da più lontano, poi quelli più vicino. Ad ogni cartuccia viene attribuito un numero di figurine e se le aggiudica chi abbatte la cartuccia relativa. Chi abbatte la cartuccia più ricca (Pio) porta a casa tutta la posta ed il gioco finisce. Quando un concorrente rimaneva senza figurine, subiva lo sberleffo degli altri ragazzi che ritmavano una canzoncina con queste parole “Avevo un figurino e me lo son giocato, la lodola ha cantato tulì, tulì, tulì”. Rimasto tuttora nel gergo stretto di Monteroni significante rimanere senza soldi.