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di Andrea Pagliantini
CASTELNUOVO BERARDENGA. La solitudine del maratoneta è la caratteristica predominante di questo sport, nel quale spesso si è soli, al cospetto della strada, nel suono delle proprie scarpette sul breccino, nel tepore della campagna colorata autunnale, fra fagiani che si risvegliano, cornacchie che si stirano, lepri che
vedono passare qualcuno alla loro velocità, col sole che evapora in nebbiolina fina, l’umido della notte.
Al cospetto della leggera salita che porta al leccione di Brolio e del film “io ballo da sola”, c’è una festa di partecipanti, che sì, corrono, concentrati sul proprio andare, ma si meravigliano anche di quanto intorno la natura, l’architettura, il lavoro costante e paziente nei secoli hanno scolpito.
Ognuno dei partecipanti si porterà a casa una luminosa giornata di sole, un’evasione con meta finale, che dura un giorno, lontani da mogli, amanti, mariti, cattedre, uffici, botteghe. Una zingarata amorosa fra le bellezze del Chianti e della Berardenga.