I migliori enigmisti italiani nelle Terre di Siena
MONTERIGGIONI. Sabato (18 aprile) presso l’Agriturismo “Il Ciliegio”, Via di Uopini, Monteriggioni, si svolgerà il Quarto Simposio Enigmistico Toscano, un lieto incontro tra cultori dell’arte di Edipo provenienti da tutta Italia (dal Friuli alla Campania) cui hanno già dato la loro adesione i migliori enigmisti classici della penisola.
La manifestazione, promossa dall’Associazione Culturale “Circolo dei Lenti” di Siena e da un Comitato di enigmisti toscani, è organizzata col contributo del Consiglio Regionale della Toscana (ai sensi della LR 4/2009) ed è patrocinata dalla Provincia di Siena e dal Comune di Monteriggioni, il cui territorio, per il secondo anno consecutivo, ospita questa importante iniziativa.
Nell’occasione i partecipanti si confronteranno in ardue gare di composizione e soluzione. Verranno premiati i vincitori dei concorsi banditi dagli organizzatori, che riguardano la creazione di giochi ispirati alla storia e alle tradizioni delle Terre di Siena e della Maremma. In particolare: a) Concorso per un poetico sul tema “Maremma amara”; b) Concorso per un breve a schema sul soggetto “I butteri della Maremma”; c) Concorso per un indovinello sul tema “Pia de’ Tolomei”; d) Concorso “Città di Monteriggioni” per una frase anagrammata continuativa dell’endecasillabo “A la Badia sostava il pellegrino”; e) Concorso per una crittografia con esposto MAREMMA o PIA; e) Concorso per un rebus svolto sopra un quadro di Giovanni Fattori a soggetto maremmano.
Tra gli organizzatori, l’enigmista e poeta senese Riccardo Benucci (Pasticca), redattore della rivista mensile che per i tipi della Editrice Betti ha pubblicato nel 2011 l’antologia di enigmi “Il vuoto che brucia”.
Del resto la tradizione dell’enigmistica classica senese affonda le sue radici fin nel secolo XVI. Era infatti il 1538 quando Angiolo Cenni, detto “Il Resoluto”, pubblicò il primo enigma (soluzione, il libro) del Rinascimento che appartenga ad una raccolta ordinata di composizioni del genere, quella dei “Sonetti giocosi da interpretare, sopra diverse cose comunemente note”. Il Cenni, che di professione faceva il maniscalco alla Postierla, fu tra i fondatori della “Congrega dei Rozzi”. Altri enigmi venivano composti, a quel tempo, da personaggi quali l’Attento (Lorenzo Fucci, ballerino), l’Avviluppato (Marc’Antonio, ligrattiere), il Dolente (Ansano Mengàri da Grosseto, pittore), lo Strafalcione (Ascanio Cacciaconti, ottonaio), il Traversone (Ventura, pittore), il Voglioroso (Alessandro di Donato, spadaio).
Un senese importante nella storia dell’enigmistica classica, nella prima metà del Novecento, fu il geniale anagrammista Spada di Sparta (Spartaco Spadacci) cui si devono frasi di assoluta bellezza quali “Il cireneo scortava = la Veronica e il Cristo”; “L’umile orto di Getsemani = meritò il lamento di Gesù”; “L’eroica lotta del Piave = è la vittoria dell’epoca” sino a giungere al sempre attuale “La bandiera tricolore = il caro labaro ridente”.
E’ sulle pagine della rivista genovese “Aenigma”, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, che emergono due purissimi talenti enigmistici di casa nostra: Roberto Gagliardi (Tagete e Cuor di Mago), apprezzato e compianto professore al Liceo Classico Piccolomini e Giuliano Ravenni (Il Priore), primario ospedaliero, già Onorando Priore, appunto, della Contrada di Valdimontone.
Ravenni, in particolare, è stato uno dei più celebrati autori di poetici della sua generazione. Scomparso nel 2002, trionfò al Congresso Nazionale di Cattolica (1983), aggiudicandosi in seguito i prestigiosi premi “Stelio “ e “Capri”. Di lui è uscita l’antologia: “E’ venuto un momento”.
Riccardo Benucci (Pasticca), che è stato suo giovane allievo sin dal 1980, ora s’impegna a rinverdire i fasti della nobile tradizione enigmistica senese.