SIENA. Giovedì (29 gennaio) l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena ospiterà il convegno conclusivo del progetto triennale DEPORT: oltre i confini del carcere. Il progetto, finanziato dai fondi regionali PAR FAS 2007 – 2013 e promosso dall’Università per Stranieri di Siena, è stato coordinato da Antonella Benucci, che ha dedicato parte della sua carriera di docente e studiosa alla tematica dell’insegnamento linguistico e professionale in contesti migratori e carcerari, e si è svolto grazie al lavoro di un gruppo di giovani ricercatori, docenti e tutor.
La detenzione, per essere efficace, deve essere momento di recupero delle potenzialità degli individui e di ricostruzione di un percorso di cittadinanza che consenta, al fine dell’iter di pena, un rientro nella società “libera”, con abilità rivalutate e consolidate o addirittura nuove e strategiche per il mondo del lavoro. Per il detenuto straniero la gamma di abilità che il carcere può enfatizzare è ampia: professionali, di alfabetizzazione funzionale in lingua italiana e di apprendimento dell’italiano del lavoro.
“DEPORT, Oltre i confini del carcere” è stato pensato e condotto con questa missione: proporre percorsi linguistici e formativi professionalizzanti per i detenuti stranieri. Il progetto, che ha coinvolto le case circondariali e di reclusione di Toscana (dove sono stati realizzati corsi presso le case circondariali di Lucca, Prato, San Gimignano, Siena), Veneto (Padova, Verone), Campania (Santa Maria Capua Vetere), Sicilia (Augusta, Catania, Enna, Noto, Palermo Ucciardone, Palermo Pagliarelli, Ragusa, Siracusa) e Sardegna (Isilii, Is Arenas) con corsi linguistico- settoriali di vari profili professionali (operaio edile, operaio agricolo e manutentore del verde, aiuto cuoco, addetto all’industria alimentare, addetto tipografo) e di formazione alla comunicazione interculturale per operatori e docenti del contesto penitenziario.
L’Italia, paese di storica emigrazione, è diventato nell’ultimo ventennio paese di immigrazione: distesa sul Mediterraneo l’Italia è, infatti, una delle porte d’Europa e uno snodo di passaggio e di sosta per popoli e genti alla ricerca di un futuro migliore. L’Italia del ventunesimo secolo è un paese multietnico e multiculturale e questo riassetto sociale ha portato con sé ricchezze e criticità, che impongono ai governanti responsabilità e impegno nella gestione dei nuovi profili di cittadinanza presenti.
Uno dei temi più complessi, in questo senso, è proprio la gestione del sistema penitenziario, caratterizzato da una presenza straniera numericamente significativa e da punte di sovraffollamento e tassi di recidiva preoccupanti che sono già costate al nostro paese sanzioni internazionali.
Durante il convegno si avvicenderanno interventi di studiosi del settore ed esperienze dirette di attori coinvolti a vario titolo nel progetto. Verranno inoltre presentati i risultati delle ricerche realizzate nei tre anni dalla Coordinatrice scientifica e dal gruppo di ricercatori.
Il convegno sarà inoltre l’occasione per presentare il progetto RIUSCIRE – Rete Universitaria SocioCulturale per l’Istruzione e il Recupero in Carcere, il nuovo progetto Erasmus+, di cui il gruppo di ricerca dell’Università per Stranieri è risultato vincitore e che permetterà il trasferimento di buone pratiche implementate nel progetto DEPORT a livello internazionale, con la partecipazione di partner francesi, spagnoli, tedeschi e portoghesi e dell’ISSP, l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari.