Ritrovo alle Logge del Papa alle 17 e arrivo a Prato Sant'Agostino
SIENA. Da Cravos Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Io ‘i mio l’ho fatto, ora tocca a voi!”. Con queste parole il partigiano toscano Marcello Citano, che aveva lottato nella liberazione dal nazi fascismo, sottolineava la continuità tra la resistenza di ieri e le lotte di oggi, con l’obiettivo comune di costruire una società diversa da quella che aveva prodotto la guerra.
Se essere antifascisti significa prima di tutto non essere indifferenti, in questa giornata la nostra solidarietà va ai popoli della Palestina e
del Kurdistan, che lottano contro chi vuole cancellarli dalla storia, all’Ucraina devastata dall’invasione russa, dai battaglioni neonazisti e
dalla militarizzazione della NATO, e a tutti i popoli oppressi che lottano per la propria autodeterminazione.
Anche quest’anno ci avviciniamo al 25 aprile in un contesto dominato dalla guerra, che devasta i territori, affama i popoli e mostra i suoi
effetti non solo con la violenza delle bombe, ma anche con inflazione e carovita che stanno impoverendo le fasce medio basse della
popolazione.
A 80 anni dalla Liberazione tocca a noi, comunità studentesca e cittadina, fronteggiare una maggioranza di governo capeggiata dal partito erede del Movimento Sociale Italiano, che attraverso repressione, riduzione dei diritti civili, autonomia differenziata e premierato, sta rischiando di dare una svolta autoritaria e divisiva al nostro Paese. Allo stesso tempo non ci sentiamo rappresentati da un’opposizione opportunista che si riscopre antifascista solo per convenienza quando nei fatti sostiene le stesse identiche politiche di coloro cui dicono di opporsi.
Mentre il governo italiano continua a sostenere il blocco imperialista della NATO attraverso l’aumento della spesa militare, lavoratori e
lavoratrici che finanziano la spesa pubblica con le loro tasse hanno sempre meno accesso a quei diritti essenziali che è compito dello Stato garantire: sanità, istruzione, diritto alla casa, un lavoro dignitoso, diritti civili.
Tocca a noi combattere contro un sistema che ha normalizzato il lavoro gratuito, a partire dalle scuole superiori con l’alternanza scuola lavoro, passando per i tirocini non retribuiti all’Università per finire schiacciati in un mondo del lavoro sempre più precario, povero e insicuro.
Scendiamo in piazza anche per sollecitare ancora una volta le nostre Università a cessare ogni accordo con Israele, con le aziende militari
come Leonardo e con i settori della difesa. Perché non possiamo accettare che i luoghi della cultura siano complici, in termini di accordi e di saperi trasmessi, dell’aumento delle tensioni geopolitiche in corso e del genocidio a Gaza.
Per noi di Cravos il 25 aprile riveste una data significativa anche perché coincide con la Rivoluzione dei Garofani del 1974 in Portogallo, da cui la nostra organizzazione studentesca prende il nome e che mise fine al regime fascista più longevo del Novecento.
Per noi essere antifascisti oggi significa non solo ricordare la lotta dei partigiani che hanno liberato il nostro Paese, ma fare attivismo nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle città, per migliorare le condizioni di vita delle persone e contrastare un sistema che produce le condizioni in cui prosperano le varie forme in cui il fascismo si ripresenta.
Per noi il 25 aprile è ogni giorno, al fianco di chi vuole cambiare in meglio la società di oggi.