POGGIBONSI. Da Carc Siena Val d’Elsa riceviamo e pubblichiamo.
“Giovedì (23 Febbraio) presso Il Tortuga, località Fosci 25 a Poggibonsi si terrà un’iniziativa di sostegno agli antifascisti sotto processo. 16enne a Lavagna (in Liguria) durante una perquisizione antidroga, i controlli nelle scuole di Siena, le cariche contro gli operai del Si Cobas a Modena, ecc. dimostrano che le classi dominanti non riescono più a tenere a bada la mobilitazione popolare e sono quindi costrette a ricorrere a misure sempre più dure per limitarne l’agibilità. Quando il nemico colpisce duro è perché ha il bisogno di farlo, ha paura, è in una situazione di debolezza e gioca sporco: alza cioè il livello di scontro perché è debole! Infatti la repressione non è più selettiva, indirizzata principalmente verso comunisti e anarchici, ma sempre più viene rivolta contro chiunque osi ribellarsi agli effetti più gravi della crisi del sistema capitalista per far valere i suoi diritti di cittadino ed essere umano. La borghesia ha gettato la maschera.
Chi nei fatti ha applicato le parti progressiste della Costituzione è stato e viene colpito da repressione come chi si oppone ai processi di privatizzazione e smantellamento dei servizi pubblici, chi combatte le prove di fascismo e razzismo, chi lotta per il posto di lavoro. Il sostegno politico, economico e morale nei confronti di chi è colpito dalla repressione è un compito di tutti quanti sono onestamente per la difesa della Costituzione, per la costruzione di un’alternativa politica, economica, sociale, per le masse popolari del nostro Paese.
In questo contesto costruire la rete, il coordinamento, il fronte ampio contro la repressione è un compito politico irrinunciabile per il movimento delle organizzazioni operaie e popolari del paese che cercano una soluzione ai disastri che la crisi del capitalismo determina per le loro vite e i loro diritti. Questa iniziativa ha lo scopo di continuare il dibattito, già avviato con le realtà soprattutto giovanili del territorio di Siena, sulla repressione, per cominciare a creare quella rete che è un tassello indispensabile nella costruzione dell’alternativa politica nel nostro paese.
Oltre a questo, l’iniziativa cade pochi giorni dopo il processo a un compagno del nostro Partito, Lino, accusato di diffamazione per aver dato del “picchiatore fascista” all’ex-Ispettore Capo della Questura di Massa (http://www.carc.it/2017/02/03/non-facciamoci-scippare-la-vittoria-referendaria-del-4-dicembre-applichiamo-la-costituzione-nelle-sue-parti-progressiste/). Questo è solo l’ultimo attacco della borghesia, in ordine di tempo, a esponenti del nostro Partito.
L’iniziativa è, appunto, di autofinanziamento in modo da permettere ai compagni di ragionare con più serenità su come rilanciare la battaglia anche in caso di condanna. Iniziative come questa sono la dimostrazione di come uno strumento introdotto dalla classe dominante per fomentare la mobilitazione reazionaria e alimentare la guerra tra poveri può essere usato, all’opposto, per promuovere l’autorganizzazione e la mobilitazione popolare. Perché una cosa è certa: se i fascisti e i razzisti possono contare sulla complicità di certi apparati istituzionali e di certe simpatie fra Polizia e Carabinieri, gli antifascisti possono contare sul legame con gli operai, i lavoratori e le masse popolari!”.