SIENA. Il Bulli ed Eroi Festival Internazionale del Film per ragazzi Val di Chiana Senese con la partecipazione di Val d’Orcia Val di Chiana e Val Tiberina Aretine 2024, che si è svolto dal 6 al 10 novembre e dal 13 al 14 dicembre 2024, organizzato dal Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive APS con la Direzione artistica di Paola Dei, la partecipazione della Fondazione Collodi, la collaborazione della Filarmonica G. Verdi di Serre di Rapolano, e in gemellaggio con Festival Tulipani di Seta Nera, con la città di Benevento, dell’Associazione ODV Per far sorridere il cielo, l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, la Regione Toscana, le Province di Siena e Arezzo, l’Unione Comuni val di Chiana Senese, Aretina e Tiberina, Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, Associazione Nazionale Critici di Teatro, GSA Giornalisti Specializzati, Sport e Salute, Comitato Paralimpico, e molti altri enti e istituzioni, ha offerto ai ragazzi l’opportunità di lavorare sulle tematiche importanti affrontate in particolare nella giornata del 6 novembre che ha avuto luogo a Serre di Rapolano dedicate ai bambini della guerra. I bambini hanno avuto la possibilità di trasmettere le loro soluzioni attraverso stupendi disegni dedicati alla prevenzione per un mondo meno aggressivo. Dal 16 al 22 gennaio 2022 con il Patrocinio del Comune di Rapolano Terme è stata allestita una Mostra con i loro elaborati al teatrino Gori Martini, un ambiente che racchiude sogni e storie di altri tempi che si è rivelato luogo ideale per un grande abbraccio dedicato a tutto il mondo. Dal 7 gennaio i ragazzi di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di mandare i loro messaggi a corredo dei disegni esposti. Appena si entra nel Teatrino si ha subito una sensazione di qualcosa di speciale. I bambini posseggono insita una magia che permette loro di cogliere l’essenziale degli eventi e restituirceli in una forma completamente nuova con soluzioni e possibilità. “Tutto questo mi ha evocato i momenti in cui ho iniziato a fare le mie prime supplenze alla scuola elementare- dice Paola Dei.
Ero giovanissima, adolescente fra i bambini. Fin da subito, il mio modo per comunicare con i ragazzi è stato quello di disegnare per loro tante storie alla lavagna con i gessetti colorati che, talvolta stridevano, ma avevano il pregio di far vivere i personaggi rimpolpandoli e facendoli emergere dallo sfondo nero, vestiti di colore e di luce. La lavagna di grafite era il nostro cinema della scuola e, di volta in volta, era come costruire un film su una camera oscura dove poi le figure venivano illuminate dalla luce dei raggi del sole. La stessa luce che risplende nei disegni dei bambini esposti al Teatrino Gori Martini. Non ricordo con esattezza nomi e cognomi di tutti i ragazzi a cui ho insegnato educazione all’immagine, arte, ma ricordo il loro incanto davanti a questi disegni e, in particolare, in alcuni di loro quella curiosità di comprendere cosa avrebbe fatto nel disegno successivo il personaggio che avevo disegnato alla lavagna.
Poi…suonava la campanella. “Maestra Paola ma cosa fa quel personaggio dopo….”
“Eh – rispondevo- cercando di avere un tono da maestra esperta- per questo bisogna aspettare domani. Mi sentivo come una maga fra le pagine delle favole del Piccolo Principe e di Alice nel paese delle meraviglie. In realtà, non sapevo mai neppure io cosa avrebbe fatto, nella scena successiva, quel personaggio disperso fra le tempeste di neve disegnato spesso perché il gessetto bianco, nella grafite nera permetteva di creare dei contrasti forti. Aspettavo sempre che fossero i bambini a costruire le storie e mi facevo ispirare dai loro desideri. DI solito i bambini volevano che quel personaggio uscisse fuori dalla tempesta di neve e si trasferisse in una situazione primaverile fra le fragole, le ciliege e i lamponi. Anche a me piaceva molto usare i gessetti di tutti i colori. Sembrava di passare dal cinema in bianco e nero a quello a colori. Da noi poi, in campagna, in quel piccolo borgo di poco più di 1000 anime, la frutta aveva un sapore genuino e, come si dice oggi, sostenibile per l’ambiente.
Nessuno avrebbe immaginato che da quel desiderio forte di trasportare le persone fuori dalle tempeste di neve fredda ne sarebbero nate tante professioni e la mia di psicologa che non ha mai abbandonato le matite colorate.
Da allora ho lavorato con tutte le fasce di età e con ruoli diversi: insegnate, educatrice di Comunità, Pedagogista, Psicopedagogista, Psicologo dello Sviluppo. Ho lavorato in tutto il mondo e certamente posso confermare l’importanza delle scuole superiori e delle Università per la trasmissione di importantissimi contenuti, ma ciò che emerge nei bambini nei primi anni di vita è fondamentale, indelebile nello sviluppo delle persone. I bambini sono libri viventi e semovibili che mostrano l’essenza di ciò che diventeranno. Avviene qualcosa a quell’età in cui la vita sembra premere sull’accelleratore ed esplode il desiderio di trasportare fuori dalle tempeste di neve i personaggi, offrendo loro zattere magiche perché questo possa avvenire prima possibile”.