SIENA. Dall’associazione Vittime del salvabanche riceviamo e pubblichiamo.
“L’associazione “Vittime del Salva-Banche”, prima della imminente emanazione dei decreti cosiddetti “salva-risparmiatori”, esprime un ultimo, accorato appello alle istituzioni politiche e bancarie del nostro Paese, affinché siano salvaguardati i princìpi su cui si basa ogni residua fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario Italiano.
La “Par conditio creditorum”, la pratica del grandfathering, il principio del “No Creditor Worse Off Than in Liquidation” sono state infatti tutte azzerate con un colpo di penna, insieme ai crediti degli obbligazionisti e azionisti delle 4 banche oggetto del D.L. 183/2015: Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara.
Sfugge ad ogni logica la proposta, da noi sempre avversata, dell’arbitrato: strumento che riteniamo inadatto e potenzialmente dannoso per i risparmiatori, nella forma finora proposta. Se i criteri per accedere al fondo di solidarietà sono la truffa e la mancanza di informazione, quale vantaggio offre l’arbitrato rispetto ad una causa civile nei confronti delle vecchie e nuove Banche, che operano in evidente ed innegabile continuità aziendale?
Auspichiamo vivamente che il governo continui sì ad ispirarsi “al caso Bankia”, l’esperienza spagnola presa a modello per l’arbitrato, ma è opportuno specificare che in Spagna tale procedura non è stata adottata per gli obbligazionisti subordinati, a cui sono stati attribuiti in cambio dei titoli che hanno permesso il recupero totale dell’investimento.
L’arbitrato, nel caso “Bankia”, è stato adottato per gli azionisti privilegiati e la banca stessa ha appena annunciato un rimborso per tutti gli investitori, comprensivo di interessi. Noi non arriviamo a tanto, ci accontenteremo di riavere soltanto quanto realmente investito. Noi non vogliamo soldi pubblici, vogliamo soltanto essere trattati come gli investitori di banca TERCAS o delle 11 bcc “salvate” nel mese scorso. Pretendiamo, insomma, di essere trattati al pari di tutti gli altri risparmiatori Italiani nella storia, PRIMA e D PO di noi.
Nel lungo e noioso rimpallare di responsabilità tra governo e sistema bancario, una cosa è certa: il sistema bancario può, se vuole, intervenire volontariamente per rimborsare le vittime del “Salva-Banche” con titoli infruttiferi a lungo termine nel pieno rispetto del loro investimento originario ed il governo può, se vuole, indirizzare il credito di imposta generato in seguito alla ipersvalutazione del credito, le plusvalenze sulla cessione delle New Bank e quelle sui NPL al sistema Bancario.
Una soluzione di Giustizia per le vittime, che restituirebbe credibilità al sistema bancario. Una soluzione di buonsenso per tutti”.