
SIENA. Dopo l’ennesima brutale violenza ai danni di una donna che si consuma a distanza di qualche giorno dall’ennesima rissa nella oramai “malfamata” via di Pantaneto (500 mt da Piazza del Campo), la città è arrabbiata e stufa di farsi prendere in giro!
Il dibattito politico cittadino attorno al tema della sicurezza,ha portato ancora una volta sterili e inutili chiacchiere.
E’ indiscutibile che a Siena assistiamo a un repentino aggravarsi delle situazioni di pericolo come sui fenomeni di degrado che stanno turbando la vita dei cittadini e su questo pare svegliarsi apertamente anche il PD.
Il suo segretario cittadino, infatti, si è accorto e riconosce, che “è ora che si risponda in maniera concreta alla domanda di sicurezza e tranquillità che pongono i cittadini che oramai da tempo assistono al susseguirsi di atti vandalici”, in parte alla fine poi impuniti.
E fino a ora dov’erano e cosa hanno fatto i nostri amministratori di centrosinistra?
I dati resi noti dalla Prefettura non annotano una situazione di vera emergenza, salvo poi però ripiombare nelle cronache di questi giorni e constatare la realtà di una città non immune dai fenomeni delinquenziali, vandalici e teppistici. Fortuna che il tessuto sociale senese, la qualità delle relazioni cittadine, le contrade, il nostro “modello” di città, abbiano sempre mitigato l’insorgere virulento di tali fenomeni.
Su questi aspetti dobbiamo lavorare al fine di vigilare e operare perché si rafforzino e non si vanifichi quel virtuosismo che Siena si è creato nel tempo.
L’amministrazione comunale invece non si accorge dell’inefficacia della propria azione politica e sta sottovalutando la percezione di insicurezza dei propri cittadini; pare non riesca a gestire i reali cambiamenti nella società prima che questi diventino materia di “emergenza”.
In questo senso la maggioranza di centrosinistra sconta, se non il fallimento, almeno la fragilità della sua azione preventiva e di contenimento di un fenomeno che non è possibile tollerare ulteriormente.
Noi, per il futuro, non vogliamo azioni razziste o punitive come urlano talune forze politiche ma neppure limitarsi a considerare sufficienti le soluzioni “tecnologiche” di cui parla il segretario cittadino del PD, come la videosorveglianza o una migliore illuminazione; laddove gli accorgimenti tecnici sono solo un supporto e non rappresentano “le soluzioni”.
Basta con la solita sterile cantilena contro il Governo alla quale gli esponenti del PD locale amano ricorrere nascondendo le responsabilità del proprio partito; il Patto per la Sicurezza deve essere utile alla città e magari riconsiderato se non è efficace, ma guai a strumentalizzarlo come un’azione di sicurezza o peggio un “riparo”.
Conviene che la maggioranza faccia un bel passo indietro, apra dei tavoli interistituzionali, interforze e intersociali per affrontare sinergicamente il problema in tutta la sua organica complessità senza mettere in campo l’ennesima inutile pezza o provi un dubbio progetto sperimentale.
Noi proponiamo un’idea di sicurezza più ampia, un’idea che parta dalla qualità sociale del tessuto urbano sino alla cura dell’integrazione -non strumentale- delle persone, dalla coesione sociale e nel contempo della libertà di tutti i cittadini. Se è vero che l’estensione della partecipazione e della democrazia è il più potente strumento di “controllo” che si possa avere nella comunità.
Le sinergie tra le forze dell’ordine, che hanno tutto il nostro riconoscimento per il lavoro che svolgono, sono un fatto auspicabile e l’appello alle contrade per il recupero del territorio è scontato, a patto che non si chieda ai rioni di rispondere ad azioni che non sono di loro competenza.
Potenziare le sale operative della polizia, ricorrere alle telecamere o vietare la vendita di alcolici dopo una certa ora della notte sono sì alcune norme o strumenti da considerare ma entro i limiti di una pressante ricerca di una cooperazione allargata, che responsabilizzi – prima degli altri – anche i gestori dei locali o delle attività commerciali, anziché discriminarli.
La prevenzione è alla base di ogni solida società civile ed è responsabilità delle Istituzioni perseguirla riprendendosi la propria autorevolezza – evitando le mere opportunità partitiche – e riaffermando la “polis” nel bene dei propri cittadini per costruire progetti seri, integrati e ben strutturati.
Pietro Staderini
Coordinatore Comunale PDL – Siena
Il dibattito politico cittadino attorno al tema della sicurezza,ha portato ancora una volta sterili e inutili chiacchiere.
E’ indiscutibile che a Siena assistiamo a un repentino aggravarsi delle situazioni di pericolo come sui fenomeni di degrado che stanno turbando la vita dei cittadini e su questo pare svegliarsi apertamente anche il PD.
Il suo segretario cittadino, infatti, si è accorto e riconosce, che “è ora che si risponda in maniera concreta alla domanda di sicurezza e tranquillità che pongono i cittadini che oramai da tempo assistono al susseguirsi di atti vandalici”, in parte alla fine poi impuniti.
E fino a ora dov’erano e cosa hanno fatto i nostri amministratori di centrosinistra?
I dati resi noti dalla Prefettura non annotano una situazione di vera emergenza, salvo poi però ripiombare nelle cronache di questi giorni e constatare la realtà di una città non immune dai fenomeni delinquenziali, vandalici e teppistici. Fortuna che il tessuto sociale senese, la qualità delle relazioni cittadine, le contrade, il nostro “modello” di città, abbiano sempre mitigato l’insorgere virulento di tali fenomeni.
Su questi aspetti dobbiamo lavorare al fine di vigilare e operare perché si rafforzino e non si vanifichi quel virtuosismo che Siena si è creato nel tempo.
L’amministrazione comunale invece non si accorge dell’inefficacia della propria azione politica e sta sottovalutando la percezione di insicurezza dei propri cittadini; pare non riesca a gestire i reali cambiamenti nella società prima che questi diventino materia di “emergenza”.
In questo senso la maggioranza di centrosinistra sconta, se non il fallimento, almeno la fragilità della sua azione preventiva e di contenimento di un fenomeno che non è possibile tollerare ulteriormente.
Noi, per il futuro, non vogliamo azioni razziste o punitive come urlano talune forze politiche ma neppure limitarsi a considerare sufficienti le soluzioni “tecnologiche” di cui parla il segretario cittadino del PD, come la videosorveglianza o una migliore illuminazione; laddove gli accorgimenti tecnici sono solo un supporto e non rappresentano “le soluzioni”.
Basta con la solita sterile cantilena contro il Governo alla quale gli esponenti del PD locale amano ricorrere nascondendo le responsabilità del proprio partito; il Patto per la Sicurezza deve essere utile alla città e magari riconsiderato se non è efficace, ma guai a strumentalizzarlo come un’azione di sicurezza o peggio un “riparo”.
Conviene che la maggioranza faccia un bel passo indietro, apra dei tavoli interistituzionali, interforze e intersociali per affrontare sinergicamente il problema in tutta la sua organica complessità senza mettere in campo l’ennesima inutile pezza o provi un dubbio progetto sperimentale.
Noi proponiamo un’idea di sicurezza più ampia, un’idea che parta dalla qualità sociale del tessuto urbano sino alla cura dell’integrazione -non strumentale- delle persone, dalla coesione sociale e nel contempo della libertà di tutti i cittadini. Se è vero che l’estensione della partecipazione e della democrazia è il più potente strumento di “controllo” che si possa avere nella comunità.
Le sinergie tra le forze dell’ordine, che hanno tutto il nostro riconoscimento per il lavoro che svolgono, sono un fatto auspicabile e l’appello alle contrade per il recupero del territorio è scontato, a patto che non si chieda ai rioni di rispondere ad azioni che non sono di loro competenza.
Potenziare le sale operative della polizia, ricorrere alle telecamere o vietare la vendita di alcolici dopo una certa ora della notte sono sì alcune norme o strumenti da considerare ma entro i limiti di una pressante ricerca di una cooperazione allargata, che responsabilizzi – prima degli altri – anche i gestori dei locali o delle attività commerciali, anziché discriminarli.
La prevenzione è alla base di ogni solida società civile ed è responsabilità delle Istituzioni perseguirla riprendendosi la propria autorevolezza – evitando le mere opportunità partitiche – e riaffermando la “polis” nel bene dei propri cittadini per costruire progetti seri, integrati e ben strutturati.
Pietro Staderini
Coordinatore Comunale PDL – Siena