La dura replica dell'esponente dei Ds al presidente del Consiglio regionale della Toscana
SIENA. “Le parole sono importanti”. Urlò così Nanni Moretti in “Palombella rossa” e io ne sono fermamente convinto. Credo nel valore delle parole e nella loro forza, credo nella libertà di opinione e di critica. Libertà fondamentali, sancite dalla Costituzione e che non hanno niente a che fare con la diffamazione, con la distruzione personale, professionale e politica delle persone. In questa città, purtroppo, da anni dobbiamo convivere, in ogni campagna elettorale, con la diffamazione anonima e con il discredito degli avversari da parte di “senza volto” che infangano, con livore, la vita delle persone. Venti anni fa vennero redatte “ad hoc” le liste massoniche, poi iniziarono a circolare le lettere anonime infine, con Internet, ecco spuntare una ‘giungla’ di blog anonimi che, convinti di essere riparati dall’oscurità del Web, sputano veleno addosso a centinaia di persone con toni violentissimi. Si tratta, in quest’ultimo caso, di liste di proscrizione formato 2.0, redatte da chi mente sapendo di mentire e che puntano solo a calunniare e a costruire tesi infamanti, in vista delle prossime elezioni.
Di fronte a questo scenario voglio ribadire che non intendo “obbedire” nè alle minacce più o meno velate, nè a qualunque tipo di diffida, rispetto alla mia libertà di opinione. Mettendo la firma in fondo ai miei articoli, mi assumo la paternità delle mie parole e di quello che penso. In nessuno dei miei interventi ho offeso personalmente né professionalmente qualcuno, né ho detto il falso, né denigrato o diffamato. Ho espresso la mia opinione politica e di libero cittadino rispetto a un personaggio pubblico, come Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale ed esponente politico nazionale e locale di primo piano da almeno quaranta anni. Su di lui non ho mai pronunciato parole offensive, ho espresso le mie idee, in maniera libera, senza nessun timore reverenziale. Su quali basi il presidente Monaci mi diffida nel citare il suo nome? Sul fatto di aver detto che, secondo me, la caduta di Ceccuzzi e il Commissariamento del Comune siano stati conseguenza delle nomine nel Cda di Banca Mps? Sul fatto che con l’arrivo del nuovo management si è introdotto un nuovo percorso all’interno della Banca? Sul fatto che Alessandro Pinciani è dal 2006 vicepresidente della Provincia e ha ricoperto il ruolo di vicesegretario del Pd? Sul fatto di aver evocato la possibilità di contatti politici tra Alfredo e Alberto Monaci e le liste civiche di Piccini, in vista delle prossime elezioni? Mi dispiace per lui, ma io continuerò ad esprimere la mia opinione, senza offendere né oltraggiare la storia e l’onorabilità di nessuno. Secondo Monaci sarei un burattino nelle mani di qualcuno e una persona “usa all’offesa”. Io rappresento solo uno dei tanti iscritti al Pd che si impegna ogni giorno, facendo politica al servizio della città e che non crede in alcun modo al suo ruolo di pacificatore dentro al partito né alla sua estraneità, rispetto a quanto avvenuto in città. Le opinioni di Monaci nei miei confronti le rispetto, come lui dovrebbe fare con le mie. In caso contrario, come ha ribadito, potrà recarsi da un avvocato e accusarmi di diffamazione o di qualunque altro reato. Io sono pronto a portare avanti le mie idee, perché come diceva Voltaire “Posso non essere d’accordo con le tue opinioni, ma sono disposto a morire pur di difendere la tua libertà di esprimerle”.
Simone Vigni