Una lettera aperta di Paolo Piochi sulla situazione dell'area
SIENA. Correva il giovedì 18 febbraio 2016 (pochi giorni prima della frana in Via Baldassarre Peruzzi il cui cantiere, tutt’oggi in attività, sta richiedendo un timing lavorativo addirittura maggiore di quello impiegato per i danni provocati dal terremoto del settembre 1997 alla basilica superiore di Assisi), quando, al cospetto di un’assemblea, peraltro assai partecipata e tenutasi presso il Centro Socio Culturale per la Terza Età “Lunga Gioventù” posto in Via dei Pispini n. 162, i massimi esponenti dell’Amministrazione Comunale (Sindaco Valentini, Vice Sindaco Mancuso, Assessori Ferretti, Maggi, Mazzini, Presidente del Consiglio Ronchi ed altri Consiglieri) assunsero un impegno pubblico nei riguardi delle numerose famiglie di Via Antonio Vivaldi.
Nel corso di tale incontro venne assicurato, infatti, che entro la fine di quello stesso esercizio 2016 sarebbe stata ferma intenzione presentare gli orientamenti per la risoluzione dei problemi di traffico, di viabilità e di sosta che stanno ancora congestionando oltre ogni limite di sopportazione un’area che, da più di trent’anni (appunto Via Antonio Vivaldi), chiede sistematicamente un riguardo verso cui nessuno fino ad oggi ha saputo dimostrare sensibilità e capacità risolutiva né, tanto meno, di tenere fede alle promesse purtroppo mai mantenute. Da quella data sono state presentate interpellanze in Consiglio Comunale da opposti schieramenti politici, formalizzati appelli e petizioni di protesta, pubblicati servizi sulle maggiori testate giornalistiche e televisive locali, inoltrata denuncia alla Procura della Repubblica, effettuata una riunione informativa con S.E. il Prefetto, ma dal Palazzo ancora nessun contatto ufficiale e silenzio assoluto, unitamente ad un vergognoso disinteresse da parte di qualche residente/frequentatore della zona, peraltro molto vicino a quella parte politica che avrebbe dovuto risolvere criticità così granitiche, che non si è mai voluto esporre come se vivesse chissà dove.
Di fronte a questo stato di cose appare del tutto evidente che allora non sono proprio quei cittadini intolleranti o paranoici ad alimentare il sacro fuoco della polemica, ma i comportamenti di quanti rivestono ruoli pubblici che si dimostrano imbonitori molto abili nell’illudere, con una infinità di mirabolanti panzane volte a raccogliere consensi elettorali, e poi, al momento opportuno, danno prova di scarso senso di responsabilità lucida e vigile a certe istanze che appaiono più che legittime e sollevate, come nel caso di specie, da abitanti di un popoloso quartiere nell’immediata periferia ed a ridosso del centro storico di una città, quale è Siena, che si confronta ogni anno in campo nazionale per la valenza di certi requisiti qualitativi di vita. Vorremmo domandare, pertanto, ai nostri Amministratori ed ai loro sodali, impegnati in questo frenetico periodo in ripetuti e strategici pellegrinaggi nei vari quartieri della città o nel seguire un pullulare di “magici” cantieri, quanto tempo sia ancora necessario, perché gli abitanti di Via Antonio Vivaldi, ma vorremmo comprendere anche quanti vivendo nell’area fuori Porta Pispini stanno sopportando da troppo tempo disagi incredibili, possano prendere conoscenza, così come promesso, almeno di quel progetto di mobilità del traffico tanto sbandierato che avrebbe dovuto essere studiato, presentato, dibattuto, condiviso con i residenti in questa zona e, peraltro, già attuato, ma che appare purtroppo un progetto caduto ancora una volta nel dimenticatoio.
Per non parlare, poi, della carente ma necessaria manutenzione sia di un manto stradale che dimostra i segni del logorio del tempo che di marciapiedi quanto mai fantomatici ed inutilizzabili, nonché di un evidente degrado del contesto ambientale di riferimento che avrebbe richiesto un attento monitoraggio su un ecosistema molto compromesso in questi ultimi anni anche dall’abbattimento di circa trenta piante ad alto fusto, mai sostituite, al pari degli scarsi controlli sulle quotidiane/sistematiche soste selvagge di tanti veicoli lasciati lungo una strada a senso unico in cui l’interscambio diventa un vero e proprio miraggio. Atteso che la scadenza del mandato amministrativo sta volgendo ormai al termine, sarebbe oltremodo gradito che le note del prossimo concerto che ci verrà sicuramente proposto non si dimostrasse di nuovo un affronto al grande compositore e violinista al quale questa strada è stata intitolata, rammentando tuttavia che perfino Johann Sebastian Bach riteneva, a ragione e come ben si addice a questa incredibile ed annosa novella, che “la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”.
Distinti saluti.
Paolo Piochi