"Porte aperte a Rossi ed a tutti quelli che vorranno fare la stessa scelta, nel voto e nella militanza, dimostrando che è possibile convivere in una casa comune pur nella diversità"
SIENA. Ho letto con interesse e soddisfazione l’intervista di Enrico Rossi con la quale ha dichiarato di aver deciso di rientrare nel PD di Nicola Zingaretti. Un passo importante, non negoziato e quindi scevro da accordi a latere, che conferma che il nuovo Partito Democratico è di nuovo capace di attrarre consensi e militanti e che è di fatto il polo della resistenza politica e culturale italiana alla destra reazionaria capitanata da Salvini, supportata incondizionatamente fino a poche settimane fa dal Movimento 5 Stelle che ha cominciato a prenderne le distanze solo per motivi elettorali a fronte dei pessimi risultati nelle ultime amministrative e della caduta vertiginosa nei sondaggi. Credo che sulla scelta del governatore della Toscana abbia pesato anche il modesto riscontro conseguito nelle urne delle ultime elezioni politiche dall’arcipelago di partiti e movimenti di sinistra e quindi dalla consapevolezza che sarebbe velleitario limitarsi ad esercitare una mera funzione di testimonianza e che, inoltre, occorre riunire le forze per evitare che l’Italia venga travolta da un’ondata conservatrice e autoritaria. La reazione civile e culturale di tanti italiani e la ritrovata credibilità del PD sta restituendo la speranza che nel Paese e nelle città possa ricostruirsi una prospettiva di governo democratico e solidale che sappia interpretare i bisogni di sicurezza, di protezione sociale e di libertà che l’attuale Governo non sa tutelare, in uno scenario economico ed occupazionale che ogni giorno peggiora. Pertanto porte aperte ad Enrico Rossi ed a tutti quelli che vorranno fare la stessa scelta, nel voto e nella militanza, dimostrando che è possibile convivere in una casa comune pur nella diversità, smettendo di avvitarsi in quella ricorrente e suicida spirale della sinistra italiana dei distinguo, dei personalismi, dello scissionismo, mentre dall’altra parte gli avversari litigano su tutto ma sono capaci di allearsi quando serve e soprattutto quando i meccanismi elettorali premiano gli accordi. Anche a Siena abbiamo vissuto la stagione delle divisioni e della perniciosa concorrenza a sinistra, ma è il momento di ritrovare le ragioni dell’unità e la capacità del rispetto reciproco. E lo confermo anch’io, che pure potrei avere qualcosa da ridire, che invece il pericolo è così grande da consigliare tutti di impegnarsi con generosità collettiva, nella politica, nel sindacato, nell’associazionismo, nella società civile, per essere un punto di riferimento per l’Italia che non ci sta a tornare indietro. Questo è frutto anche dell’effetto-Zingaretti che, nonostante qualche resistenza (come, purtroppo, nella vicina Umbria), sta configurando un PD nuovo, che ha preso atto degli errori commessi e si apre a nuove energie ma anche a chi negli anni si era allontanato. Alle imminenti elezioni europee e in tanti Comuni italiani e senesi, spero di vedere la conseguenza concreta di questo nuovo slancio, che ha cambiato completamente la prospettiva di un PD che fino a poche settimane fa veniva dato per morto e che, al contrario, è più vivo che mai.
Bruno Valentini – consigliere comunale