Un cittadino chiede giustizia per lo scempio di Siena
SIENA. Passeggiando per la città in festa venerdì sera per la notte bianca organizzata dall’Amministrazione Comunale di concerto con le associazioni di categoria, arrivato in Piazza del Campo non ho potuto fare a meno di notare e leggere il lungo striscione che campeggiava lungo la facciata di Palazzo Pubblico. Lo striscione che più o meno invitava a salvaguardare la Mens Sana Siena e il Siena Calcio come uniche eccellenze rimaste nella città certamente non mi ha lasciato indifferente. Nel senso di offeso ma anche deluso. L’offesa, non di quelle da lavare con il sangue, per carità, sta nel fatto che si pensi che una città dove ancora oggi, passeggiando a qualunque ora nelle vie del centro cittadino, si respira gli eventi storici che l’hanno caratterizzata nel corso della sua storia secolare. Momenti non solo riscontrabili nella visione dei maggiori punti di aggregazione cittadina, non solo nel passato ma ancora oggi, ovvero Piazza del Campo e Piazza del Duomo ma che è in grado di raccontare aneddoti storici e storiografici finanche nel vicolo più recondito. Concittadini che più e meglio del sottoscritto si sono appassionati, e lo sono ancora oggi, della storia di Siena certamente sapranno dare il giusto senso alle mie parole e a quello che vorrei trasmettere.
Ecco quindi da cosa è rappresentata l’offesa: da voler ridurre il significato che ha avuto Siena nella storia, con la nascita e crescita di una banca, gioiello tutto senese perlomeno fino alla fine del secolo scorso o con un’Università importante che è ancora più datata alla sola esistenza di due realtà sportive, certamente più recenti e che con percorsi diversi hanno fatto compagnia ai senesi sia in un passato lontano che in quello più recente ma che certamente non devono essere considerate patrimonio residuo di una città che alla storia ha saputo consegnare ben altro.
Ecco, se questo rappresenta l’offesa che un senese che legge quello striscione poteva ricevere, la delusione sta nel fatto che pensando consapevolmente a quanto riportato su quel lenzuolo, credendo semplicisticamente a quelle parole, di colpo, si sceglie di rompere con il passato e con quello che per questa città ha rappresentato. Non solo quello fatto dei fasti della Siena che fu ma anche quello più recente fatto di maltrattamenti fatti alla città nei suoi principali enti rappresentativi. Maltrattamenti che ad oggi sono impuniti e che rischiano di esserlo per sempre. Ecco la delusione legittimata dalla forse poca memoria dei miei concittadini senesi che all’indomani dell’elezione del nuovo Sindaco, nella nostra città torna il primo cittadino, non hanno chiesto a gran voce giustizia per chi in questi anni ha messo in ginocchio, consapevolmente o meno, non interessa, la nostra Siena.
Spero di non essere il solo attraversato da queste sensazioni. Il Siena Calcio e la Mens Sana devono continuare a tenerci compagnia la domenica ma poiché la saga dei rinviati a giudizio sta continuando, ultimamente è toccato a quelli interessati dai fatti per l’Università, ecco che lo striscione che avrei voluto leggere sulla facciata quella sera doveva essere un incarico al Sindaco perché si faccia giustizia dello scempio che ha colpito Siena in quest’ultimo periodo.
Ferdinando Curini
(foto di Riccardo Guardabasso)
Ecco quindi da cosa è rappresentata l’offesa: da voler ridurre il significato che ha avuto Siena nella storia, con la nascita e crescita di una banca, gioiello tutto senese perlomeno fino alla fine del secolo scorso o con un’Università importante che è ancora più datata alla sola esistenza di due realtà sportive, certamente più recenti e che con percorsi diversi hanno fatto compagnia ai senesi sia in un passato lontano che in quello più recente ma che certamente non devono essere considerate patrimonio residuo di una città che alla storia ha saputo consegnare ben altro.
Ecco, se questo rappresenta l’offesa che un senese che legge quello striscione poteva ricevere, la delusione sta nel fatto che pensando consapevolmente a quanto riportato su quel lenzuolo, credendo semplicisticamente a quelle parole, di colpo, si sceglie di rompere con il passato e con quello che per questa città ha rappresentato. Non solo quello fatto dei fasti della Siena che fu ma anche quello più recente fatto di maltrattamenti fatti alla città nei suoi principali enti rappresentativi. Maltrattamenti che ad oggi sono impuniti e che rischiano di esserlo per sempre. Ecco la delusione legittimata dalla forse poca memoria dei miei concittadini senesi che all’indomani dell’elezione del nuovo Sindaco, nella nostra città torna il primo cittadino, non hanno chiesto a gran voce giustizia per chi in questi anni ha messo in ginocchio, consapevolmente o meno, non interessa, la nostra Siena.
Spero di non essere il solo attraversato da queste sensazioni. Il Siena Calcio e la Mens Sana devono continuare a tenerci compagnia la domenica ma poiché la saga dei rinviati a giudizio sta continuando, ultimamente è toccato a quelli interessati dai fatti per l’Università, ecco che lo striscione che avrei voluto leggere sulla facciata quella sera doveva essere un incarico al Sindaco perché si faccia giustizia dello scempio che ha colpito Siena in quest’ultimo periodo.
Ferdinando Curini
(foto di Riccardo Guardabasso)