Un dipendente dell'ateneo denuncia
Gentile redazione de Il Cittadino,
vi scrivo quale dipendente dell’Università di Siena, quella gloriosa istituzione che un tempo era nota come la “Oxford italiana”. Da allora ne è sicuramente passata di acqua sotto i ponti e di denaro sprecato in assurdi progetti e, peggio che mai, in cene, viaggi ed aragoste.
Ma sarò breve: adesso che la situazione è quella che è ed il Rettore inaugura un triste anno accademico, noi dipendenti, per puro spirito di servizio ed abnegazione al nostro lavoro, ci troviamo a dover far fronte ad una serie di ripicche e di compiti assurdi che ben pochi, purtroppo, conoscono al di fuori del Palazzo.
Mi riferisco a tanti miei colleghi “a mezzo servizio”, come alcuni a 30% in un ufficio a fare X e 70% in altra sede a fare Y (ma le percentuali variano a seconda della bizza di alcuni direttori). E questo, già con un organico ridotto all’osso, porta sicuramente a pesanti disagi che si riflettono su tutta la comunità accademica. E poi c’è il servizio di posta, che adesso devono fare gli autisti con l’unica auto di servizio che può ancora viaggiare. Ci sono poi i colleghi che si occupano delle reti informatiche, costretti a vedersi “allungare” i soldi per fare benzina perchè non si può più neanche fare il pieno alle auto di servizio ! E guai se si guasta qualcosa senza avere a disposizione un sostituto…
Poi ci sono situazione paradossali, tipo quelle della Sala Rosa: i precari dovevano essere stabilizzati e per questo sopportavano situazioni al limite, come stipendi da fame ed orari improponibili, nella speranza di poter essere finalmente assunti. Illusi!
Ma, ovviamente, in una situazione del genere non mancano mai nuovi acquisti per i soliti privilegiati, a cominciare da pc, portatili…
Insomma, la situazione non è affatto tranquilla ed i dipendenti per niente soddisfatti: se l’ateneo continua a lavor are è solamente per lo spirito di sacrificio di quanti, con stipendi da 1200€ mensili (ricordo che è stata tolta l’indennità contrattuale), continuano a fare anche più del loro dovere.
Scusate lo sfogo ma credo sia giusto che la cittadinanza tutta, visto che si parla tanto di “concertazione”, sia informata adeguatamente.
Lettera firmata
vi scrivo quale dipendente dell’Università di Siena, quella gloriosa istituzione che un tempo era nota come la “Oxford italiana”. Da allora ne è sicuramente passata di acqua sotto i ponti e di denaro sprecato in assurdi progetti e, peggio che mai, in cene, viaggi ed aragoste.
Ma sarò breve: adesso che la situazione è quella che è ed il Rettore inaugura un triste anno accademico, noi dipendenti, per puro spirito di servizio ed abnegazione al nostro lavoro, ci troviamo a dover far fronte ad una serie di ripicche e di compiti assurdi che ben pochi, purtroppo, conoscono al di fuori del Palazzo.
Mi riferisco a tanti miei colleghi “a mezzo servizio”, come alcuni a 30% in un ufficio a fare X e 70% in altra sede a fare Y (ma le percentuali variano a seconda della bizza di alcuni direttori). E questo, già con un organico ridotto all’osso, porta sicuramente a pesanti disagi che si riflettono su tutta la comunità accademica. E poi c’è il servizio di posta, che adesso devono fare gli autisti con l’unica auto di servizio che può ancora viaggiare. Ci sono poi i colleghi che si occupano delle reti informatiche, costretti a vedersi “allungare” i soldi per fare benzina perchè non si può più neanche fare il pieno alle auto di servizio ! E guai se si guasta qualcosa senza avere a disposizione un sostituto…
Poi ci sono situazione paradossali, tipo quelle della Sala Rosa: i precari dovevano essere stabilizzati e per questo sopportavano situazioni al limite, come stipendi da fame ed orari improponibili, nella speranza di poter essere finalmente assunti. Illusi!
Ma, ovviamente, in una situazione del genere non mancano mai nuovi acquisti per i soliti privilegiati, a cominciare da pc, portatili…
Insomma, la situazione non è affatto tranquilla ed i dipendenti per niente soddisfatti: se l’ateneo continua a lavor are è solamente per lo spirito di sacrificio di quanti, con stipendi da 1200€ mensili (ricordo che è stata tolta l’indennità contrattuale), continuano a fare anche più del loro dovere.
Scusate lo sfogo ma credo sia giusto che la cittadinanza tutta, visto che si parla tanto di “concertazione”, sia informata adeguatamente.
Lettera firmata