"Il sacrificio per il risanamento sia equamente ripartito"
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SIENA. Sono ormai due anni e più, che le indagini per il buco universitario hanno preso le mosse, ma ancora nulla si sa sulla loro conclusione né su cosa accadrà e se vi sarà qualcuno che pagherà per quanto avvenuto.
FLI, quale forza politica nascente sul territorio ma che su di esso è radicata e che si fonda sul rispetto della legalità, chiede che giustizia venga fatta e che non si esasperino gli animi prolungando ingiustificatamente l’attesa per la conclusione di un procedimento ormai da troppo tempo atteso.
Intanto, all’interno dell’Ateneo senese, si parla di tagli di stipendi al personale tecnico amministrativo, che si trova così a pagare in prima persona per responsabilità certamente altrui, che però non sono state ancora accertate, come se i figli venissero chiamati a pagare le colpe di padri ignoti. Ci domandiamo se questo tipo di risanamento corrisponda a quello del programma che il Prof. Riccaboni ha presentato in corso della sua campagna elettorale.
Ci domandiamo inoltre se le più alte cariche del nostro Ateneo abbiano pensato, nel quadro del risanamento “riccaboniano”, ad abbassare anche i propri stipendi perché quelli del personale tecnico amministrativo , ci risulta, non siano normalmente superiori ad euro 1.200,00 e quindi un taglio di circa 150,00 euro abbassi la loro capacità economica di più del 12 per cento. Si vuol creare, a noi pare, un generale impoverimento, facendo ricadere su la parte più debole della contrattazione, i rischi e i costi della gestione risanatrice del Rettore neo eletto.
L’unico piano di risanamento accettabile è, a nostro avviso, quello che se da una parte prevede un sacrificio dall’altra fa sì che questo sia ripartito su tutti coloro che operano nell’Ateneo, facendo sì che il piano sia da tutti condiviso.
Ribadiamo, ancora una volta, come sia necessario un patto di solidarietà tra tutti i lavoratori dell’Ateneo, docenti e TA, che insieme individuino e decidano i sacrifici necessari ed insieme ne assumano gli oneri.
I sacrifici sono necessari ma devono, per poter funzionare e portare ad un reale risanamento, essere condivisi e decisi da tutti.
FLI mette a disposizione di tutto il personale tecnico amministrativo e delle sigle sindacali che stanno denunciando la grave ingiustizia del taglio degli stipendi, il proprio impegno, la propria energia e le proprie forze, perché possa essere trovata la strada condivisa verso un serio e giusto programma per risollevare le sorti dell’Ateneo, esprimendo piena solidarietà a tutti coloro che in questo momento si trovano a lottare per non essere i soli a pagare per responsabilità che loro non appartengono.
FLI sollecita, inoltre ed ancora una volta, la Magistratura a portare a compimento le indagini e ad accertare, quanto prima, tutte le responsabilità affinché gli stessi responsabili possano essere chiamati a partecipare, anche patrimonialmente, al necessario risanamento dell’Ateneo senese.
Se dal fondo per il salario accessorio, negli anni, non sono state decurtate le uscite ed è stato portato in contrattazione un fondo superiore a quello che in realtà era, pur essendo noto chi fosse il DA delle ultime progressioni orizzontali che non si sono decurtate dal fondo ed altrettanto noto chi fossero i revisori che hanno certificato, come si può attribuirne la colpa al personale TA?
Non è accettabile chiedere ora, al personale tecnico amministrativo, di reintegrare, con la decurtazione dello stipendio, il fondo per il salario accessorio di ben 5 milioni di euro.
Piuttosto, docenti e personale TA, valutino l’opportunità di mettere in atto una sorta di Class Action risarcitoria nei confronti dei responsabili che, per quanto non ancora individuati, hanno nome e cognome ben noti a tutti.
Michela Guerrini – Coordinamento provinciale Futuro e Libertà