Seniores: alcune risorse molto sottovalutate
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SIENA. Caro Matteo Renzi,
mi par di capire – da ciò che leggo sui giornali – che Lei e la sua squadra, ora al governo di questo paese, pensiate alle persone anziane, ai “vecchi” insomma, esclusivamente come ai “pensionati”, visti e pesati come una categoria di persone che percepiscono una rendita – immeritata – che li colloca in una condizione privilegiata rispetto ad altri gruppi e categorie; così mettendoli tutti in un medesimo recinto.
Sicuramente tra i pensionati ci sono individui avvantaggiati (certuni in modo veramente abnorme) rispetto ad altri – penso anche ad alcuni miei coetanei che sono in pensione da quando avevano quarant’anni, ma è davvero solo un esempio tra le innumerevoli anomalie e ingiustizie –.
Un tratto che però sembra non interessare a Lei e ai suoi è che si tratta di una categoria di persone che, a parte rarissime eccezioni, non possono ahimè più modificare le condizioni della propria vita, per ragioni talmente evidenti e banali che non mi pare necessario spiegarlo.
Naturalmente, nella popolazione dei “vecchi” ci sono situazioni e condizioni molto difformi tra loro, come in tutte le altre categorie di età, ma generalmente noi vecchi non siamo dei parassiti, come voci, articoli e messaggi più o meno striscianti vorrebbero insinuare, né ci piace essere pensati così; non tutti i vecchi sono un ingombro. Lasciamo questo pensiero ai giovani “nati imparati” e magari un po’ viziatelli. Perché non tutti i vecchi sono ‘rimbambiti’: molti di loro – di noi – condividono fattivamente la vita con i giovani e hanno qualcosa da insegnare, da passare (proprio come in una staffetta) ai tanti inesperti, senza alcun desiderio di competizione; rimettendo in circolo la propria conoscenza. Non si deve poi dimenticare che molte donne ora in pensione sono una risorsa che è stata grandemente sottostimata.
Molti di noi hanno lavorato con impegno, per lunghi anni; e mentre accantonavano la famosa pensione (affidandola come da contratto all’INPS o analoghi istituti e pagandoci tutte le tasse), hanno soprattutto capitalizzato esperienze e conoscenza, alcuni facendo magari anche carriera, di solito per meriti: ora noi non ci sentiamo un corpo superfluo, estraneo al paese.
Di fatto se Lei, caro Matteo Renzi, ci pensa bene, l’insieme di tutti i vecchi corrisponde all’esperienza e alla conoscenza della collettività. Non pretendo di generalizzare, ma provi a pensarci. Sto parlando di una bella porzione di popolazione del nostro paese – gente che vota, tra l’altro -, metto in campo un immenso valore intangibile di cui si dovrebbe tener conto e che invece il governo rischia di buttare via, umiliando, privando le persone della dignità e del rispetto dovuto, trattando da minus habens chi ha avuto fiducia, trasformando persone in individui a cui si può decidere di togliere e tagliare per mere ragioni di calcolo, magari anche elettorale (per questo ho voluto ricordare che votiamo).
Caro Matteo Renzi, provi invece a pensare anche a noi vecchi in modo differente e fuori da certi schemi che pare ci consegnino a una cittadinanza di serie B; ci guardi da un’angolazione diversa: noi siamo una risorsa e se Lei prova a pensarci in questo modo, sono certa che potrebbe nascere qualcosa di interessante e innovativo, soprattutto qualcosa di utile per tutto il paese. Non si deve trattare di conferire – una volta di più – a quelli tra di noi dotati di “conoscenze” (al plurale), attività da retribuire, impegnando risorse. Ma ci sono saperi ed esperienze che molti di noi “vecchi” hanno maturato in decenni di lavoro che potrebbero essere utili a chi è all’opera ora. E che oggi molti potrebbero give back to the Community, condividendo la responsabilità nei confronti del futuro del nostro paese.
Tra noi ci sono professionisti, artigiani, operai specializzati e artisti, manager e ricercatori, scienziati, dirigenti d’azienda, giornalisti… tante categorie, tante esperienze e tra loro persone che dedicherebbero, con passione e serietà, parte della loro energia a restituire alla comunità dei cittadini la conoscenza e l’esperienza che sono indispensabili al paese per andare avanti. E che non lo farebbero per primeggiare, o per calcolo, né ovviamente per soldi: ma per fare la propria parte.
Ci pensi, caro Matteo Renzi. Non siamo tutti uguali e certamente non tutti la penseranno a questo modo; non con tutti la vita è stata generosa di soddisfazioni, non tutti hanno visto premiate le loro qualità, non tutti se la sentono o sono in condizioni da aderire a un’opzione impegnativa. Ma sono convinta che molti lo farebbero volentieri. Questo è il modo migliore per pensare ai vecchi – o anziani, come taluni preferiscono –: rivalutandoli come persone esperte e non trattandoli come cittadini alle cui spalle decidere qualcosa che li tocca e riguarda, non solo economicamente.
Provi a pensarci e lanci un Albo dei Seniores. Parlo di un’operazione a costo zero, a cui molti potrebbero guardare un po’ infastiditi, ma provi a pensarci: “vecchio” – in certi casi – è utile.
Silvana Biasutti