Sena Civitas affronta il tema della disabilità, della terza età e della malattia. Troppe barriere architettoniche soprattutto in centro
SIENA. Siena città d’arte e di storia, Siena sito Unesco, Siena capitale del vino e di eccellenze artigianali.
Siena città anche sportiva ad alto livello, malgrado conti solo 60000 abitanti, e forse anche per questo, per tenere fede al suo nome , vince spesso nelle competizioni sportive (disguidi ed imprevisti a parte), perché nel suo Dna è evidentemente insito lo spirito agonistico che le deriva da secoli di battaglie paliesche e prima ancora di orgoglio comunale e repubblicano. Tutti ci sentiamo atleti, chi nel fisico chi nell’animo. Per lo meno nell’animo siamo tutti atleti, tutti più o meno lottiamo per qualcosa, tutti abbiamo dentro di noi un “sacro fuoco”. Ma il proverbio dice: “Mens sana in corpore sano”. E qui sta il punto. Non tutti, purtroppo, possono avere un “corpore sano”, e non per colpa loro.
Ci sono gli anziani, che sono la maggior parte della popolazione, ci sono i disabili, ci sono gli ammalati.
Si dice che la sanità italiana sia la migliore al mondo, ma basta averne bisogno un giorno e vediamo, anche dai giornali, tanta inefficienza dovuta per lo più a cattiva organizzazione. Per fortuna che c’è il volontariato…che però non può certamente risolvere i problemi strutturali della sanità.
C’è il tema della disabilità, che coinvolge anche gli anziani, perché anche l’anzianità è una malattia. Sono questi i “dimenticati” di questa città. Lo vediamo dalle troppe barriere architettoniche che ancora si trovano nel centro storico ancor più che nella periferia. Forse perché esso è considerato “intoccabile”. Eppure basterebbe poco, a volte, per migliorare la situazione. Uno scalino più basso in più, una rampa accanto alla scalinata, per non far sentire il disabile o l’anziano troppo spesso “inadeguato” alla situazione, cosa che comporta anche un involontario senso di colpa. Colpa, appunto, di non essere un “atleta” e correre sicuro verso la vittoria saltando a piè pari tutti gli ostacoli che troviamo per strada. Perché con il nostro fisico e il nostro spirito possiamo affrontare qualsiasi situazione negativa e superarla, nell’ottica anche di quell’ “isola felice” che adesso non c’è più, e che, in fondo, non c’è mai stata. O meglio, c’è stata per alcuni e non per altri, come sempre succede. E chi rimane di fuori non fa statistica. Per questo sarebbe auspicabile tornare tutti con i piedi per terra, possibilmente ben saldi sulle pietre e sugli scalini spesso troppo alti e senza passamano. Perché una città che esclude anche l’1% dei suoi abitanti, per bella e civile che sia, non è all’altezza della sua storia e delle sue tradizioni, che anzi l’hanno vista nel passato distinguersi nel soccorrere gli anziani, gli ammalati e gli abbandonati (vedi il S.Maria della Scala). Ma anche il dato ipotetico indicato sopra (1%) non fa statistica per questa amministrazione comunale e per una maggioranza che governa ininterrottamente da 70 anni.
Circolo SENA CIVITAS