Un padre denuncia l'aggressione al figlio sui palchi
SIENA. Lunga vita al Palio purché sia vissuto come una festa, una festa da preservare e difendere per tutta la città. Detto questo, mi resta difficile commentare e più che altro capire i motivi su ciò che è successo, la sera del 2 luglio a palio appena corso, su uno dei palchi del comune presso il Casato. Era appena finita la corsa, mio figlio Simone, di 22 anni, contradaiolo dell’Istrice, stava scendendo dal palco per festeggiare la vittoria dell’Oca e lo scampato pericolo quando una persona, di età intorno ai cinquanta anni, anche lui sullo stesso palco, ha aspettato di averlo a tiro per sferrargli, in maniera del tutto inaspettata e a tutta forza, un micidiale pugno che lo ha colpito dritto nell’occhio sinistro. Dolore lancinante.
Trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso gli è stata riscontrata una frattura scomposta dell’orbita sinistra, stato confusionale, visione doppia, ematoma interno con possibile compromissione della retina, perdita, speriamo temporanea, di diversi gradi dall’occhio sinistro, riduzione della sensibilità nella parte sinistra del volto, interessamento dell’arcata dentaria.
Questo signore non conosceva Simone, tantomeno era intervenuto tra loro alcun tipo di rapporto o screzio durante la passeggiata storica e la corsa. Non è importante a quale contrada appartenga, non è questo il punto. Resta il fatto compiuto, un gesto di una violenza inaudita e per di più gratuita in nessun modo giustificabile. Un gesto indegno, pieno di cattiveria e di vigliaccheria che non è possibile tacere, né tanto meno può restare impunito. E un’ultima cosa, dopo aver sferrato il pugno, forse finalmente soddisfatto e placato, se l’è data bellamente a gambe.