Fisac Cgil Roma: "Intese insufficienti sulle garanzie occupazionali"
ROMA. Dopo una serie di incontri previsti nell’ambito della procedura riguardante il trasferimento del ramo d’azienda UBIS “ICT Infrastructure Management” alla NEWCO VTS/IBM nell’ambito del progetto Gibson – parte integrante del programma Newton – è stato raggiunto tra le OO.SS. e l’Azienda un’ipotesi di accordo concernente le ricadute sui Lavoratori coinvolti che, sottoposta al giudizio dei Colleghi, è stata approvata dalle assemblee.
A tale proposito è illuminante e condivisibile ciò che una collega ha scritto in merito alla situazione che i lavoratori si trovano a vivere a seguito di una cessione di ramo azienda e del relativo accordo: “Il consenso o il dissenso sull’accordo di armonizzazione in realtà si risolve in una mera frustrante formalità, in quanto i lavoratori trasferiti con il 2112 si trovano con questa legge messi al muro con una pistola alla tempia di fronte alla scelta morire subito o morire un po’ più tardi E’ UNA SCELTA?”
Accordo che ripropone i termini delle precedenti cessioni di HRSSC ed ABAS, che questa RAS non ha sottoscritto perché riteneva, e tutt’ora ritiene, tali intese insufficienti sulle garanzie occupazionali.
Senza timore di essere smentiti, ricordiamo che le “GARANZIE REALI”, quelle cioè che coprono tutte le casistiche, sono al massimo di 5 ANNI; altri ipotetici periodi riguardano eventi facilmente aggirabili legati alla commessa, o situazioni attribuibili a decisioni di UBIS-UNICREDIT.
Suggeriamo pertanto a tutti di non esercitarsi su tali argomenti, anche perché la realtà che si è delineata in HRSSC con le avvenute delocalizzazioni di una parte delle attività in Polonia, così come il trasferimento di alcune lavorazioni delle fatture di ABAS alle MAURITIUS, stanno a dimostrare il vero scopo di queste esternalizzazioni: l’espulsione di lavoratori dal gruppo Unicredit tramite la costituzione di newco con garanzie limitate nel tempo. E poi inizia un’altra storia. Una brutta storia come peraltro dimostrano i fatti di cronaca, di cui i nostri partners nelle Joint Venture si rendono protagonisti con la politica degli incentivi economici che costringono alle dimissioni “volontarie” i lavoratori sotto il ricatto del licenziamento, l’utilizzo della cassa integrazione, la mobilità, la delocalizzazione delle attività all’estero dove il lavoro costa meno, e via licenziando…
IBM, in questo, è maestra. Avendo nella sua galassia diverse aziende, società collegate ma autonome senza capogruppo, ne mette in crisi una per volta. Adesso, per esempio, è toccato alla SISTEMI INFORMATIVI non facendola partecipare alle gare, trascurando i vecchi clienti, svendendo in sostanza le attività e quindi abbassandone la competitività, mentre partecipa alle stesse gare con altre nuove e fresche aziende, e magari riesce nell’operazione di licenziare e riassumere, pagandoli di meno, gli stessi lavoratori alla faccia del rispetto delle norme vigenti. In questo devastante quadro riteniamo ancora necessario mettere in campo ogni strumento che contrasti questo disegno, sia con la lotta sindacale che opponendosi con le azioni legali.
A questo proposito ricordiamo ai Lavoratori che possono impugnare la propria cessione entro 60 giorni dalla data di trasferimento alla nuova società e, con l’occasione, al fine di smentire alcune “leggende metropolitane” che circolano in azienda chiariamo che:
– 87 cause intentate dai colleghi di HRSSC ROMA sono ancora in attesa del giudizio di I grado previsto per il mese di gennaio 2014;
– 8 cause di colleghi di Milano, con specifiche peculiarità diverse fra di loro, sono state perse nel I grado di giudizio e per le quali pertanto siamo in attesa dei successivi gradi di giudizio.
E’ chiaro che il nostro impegno come organizzazione sindacale è quello di riuscire a contrastare questo disegno che porta piano piano foglia per foglia i lavoratori e le attività fuori da UBIS e dal perimetro del gruppo UNICREDIT.
La favola che viene ripetuta in occasione di ogni cessione: “QUESTA E’ L’ULTIMA”, “ADESSO SI FERMANO”, “NON CI SONO PIU’ USCITE” è una presa in giro. Ricordiamo tutti quanto fu dichiarato nell’imminenza della cessione di HRSSC che quella sarebbe stata l’unica operazione di esternalizzazione. PURTROPPO NON E’ COSÌ. Lo sappiamo tutti che il progetto Newton prevede una serie di operazioni, come spesso ci ricorda l’azienda che, da parte sua, va avanti come un treno. E non si ferma. È nostro dovere contrastare questo disegno con la mobilitazione e la lotta per ottenere reali garanzie occupazionali per tutte e tutti.
RSA FISAC CGIL UBIS ROMA
A tale proposito è illuminante e condivisibile ciò che una collega ha scritto in merito alla situazione che i lavoratori si trovano a vivere a seguito di una cessione di ramo azienda e del relativo accordo: “Il consenso o il dissenso sull’accordo di armonizzazione in realtà si risolve in una mera frustrante formalità, in quanto i lavoratori trasferiti con il 2112 si trovano con questa legge messi al muro con una pistola alla tempia di fronte alla scelta morire subito o morire un po’ più tardi E’ UNA SCELTA?”
Accordo che ripropone i termini delle precedenti cessioni di HRSSC ed ABAS, che questa RAS non ha sottoscritto perché riteneva, e tutt’ora ritiene, tali intese insufficienti sulle garanzie occupazionali.
Senza timore di essere smentiti, ricordiamo che le “GARANZIE REALI”, quelle cioè che coprono tutte le casistiche, sono al massimo di 5 ANNI; altri ipotetici periodi riguardano eventi facilmente aggirabili legati alla commessa, o situazioni attribuibili a decisioni di UBIS-UNICREDIT.
Suggeriamo pertanto a tutti di non esercitarsi su tali argomenti, anche perché la realtà che si è delineata in HRSSC con le avvenute delocalizzazioni di una parte delle attività in Polonia, così come il trasferimento di alcune lavorazioni delle fatture di ABAS alle MAURITIUS, stanno a dimostrare il vero scopo di queste esternalizzazioni: l’espulsione di lavoratori dal gruppo Unicredit tramite la costituzione di newco con garanzie limitate nel tempo. E poi inizia un’altra storia. Una brutta storia come peraltro dimostrano i fatti di cronaca, di cui i nostri partners nelle Joint Venture si rendono protagonisti con la politica degli incentivi economici che costringono alle dimissioni “volontarie” i lavoratori sotto il ricatto del licenziamento, l’utilizzo della cassa integrazione, la mobilità, la delocalizzazione delle attività all’estero dove il lavoro costa meno, e via licenziando…
IBM, in questo, è maestra. Avendo nella sua galassia diverse aziende, società collegate ma autonome senza capogruppo, ne mette in crisi una per volta. Adesso, per esempio, è toccato alla SISTEMI INFORMATIVI non facendola partecipare alle gare, trascurando i vecchi clienti, svendendo in sostanza le attività e quindi abbassandone la competitività, mentre partecipa alle stesse gare con altre nuove e fresche aziende, e magari riesce nell’operazione di licenziare e riassumere, pagandoli di meno, gli stessi lavoratori alla faccia del rispetto delle norme vigenti. In questo devastante quadro riteniamo ancora necessario mettere in campo ogni strumento che contrasti questo disegno, sia con la lotta sindacale che opponendosi con le azioni legali.
A questo proposito ricordiamo ai Lavoratori che possono impugnare la propria cessione entro 60 giorni dalla data di trasferimento alla nuova società e, con l’occasione, al fine di smentire alcune “leggende metropolitane” che circolano in azienda chiariamo che:
– 87 cause intentate dai colleghi di HRSSC ROMA sono ancora in attesa del giudizio di I grado previsto per il mese di gennaio 2014;
– 8 cause di colleghi di Milano, con specifiche peculiarità diverse fra di loro, sono state perse nel I grado di giudizio e per le quali pertanto siamo in attesa dei successivi gradi di giudizio.
E’ chiaro che il nostro impegno come organizzazione sindacale è quello di riuscire a contrastare questo disegno che porta piano piano foglia per foglia i lavoratori e le attività fuori da UBIS e dal perimetro del gruppo UNICREDIT.
La favola che viene ripetuta in occasione di ogni cessione: “QUESTA E’ L’ULTIMA”, “ADESSO SI FERMANO”, “NON CI SONO PIU’ USCITE” è una presa in giro. Ricordiamo tutti quanto fu dichiarato nell’imminenza della cessione di HRSSC che quella sarebbe stata l’unica operazione di esternalizzazione. PURTROPPO NON E’ COSÌ. Lo sappiamo tutti che il progetto Newton prevede una serie di operazioni, come spesso ci ricorda l’azienda che, da parte sua, va avanti come un treno. E non si ferma. È nostro dovere contrastare questo disegno con la mobilitazione e la lotta per ottenere reali garanzie occupazionali per tutte e tutti.
RSA FISAC CGIL UBIS ROMA