Innovazione, ricerca, spirito creativo, merito: i quattro punto da cui ripartire per affrontare e superare la crisi

SIENA. Siena deve diventare una “città intelligente” pena la definitiva decadenza. E’ indispensabile una presa di coscienza da parte dei prossimi amministratori di quanto il futuro ci riserva, un adeguamento culturale alla nuova realtà europea, quella che tiene nella giusta considerazione “l’importanza di essere intelligenti”, qualità indispensabile per le città del XXI secolo.
Essere “smart”, ovvero intelligenti, è probabilmente la strada obbligata per tornare a crescere in Italia e soprattutto a Siena dopo il cumulo di macerie lasciato dal centrosinistra. Non c’è niente da scoprire: “una città intelligente è uno spazio urbano, ben diretto da una politica lungimirante, che affronta la sfida che la globalizzazione e la crisi economica pongono in termini di competitività e di sviluppo sostenibile con un’attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla creatività, alla libertà e mobilità effettivamente fruibile, alla qualità dell’ambiente naturale e culturale” (Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA), ma solo da prendere atto di questa realtà.
I futuri amministratori di Siena, non potendo più contare sulle ingenti risorse erogate della Fondazione, dovranno puntare su un modello di sviluppo che promuova e premi l’innovazione, la ricerca, lo spirito creativo, il merito, cercando nel contempo di migliorare il welfare sociale e culturale, offrendo ai cittadini una gestione sempre più trasparente, efficiente ed efficace della cosa pubblica e agli ospiti, visitatori o studenti che siano, una città accogliente e funzionale.
Il concetto di città intelligente non ha niente a che vedere con la Siena 2.0 del libro dei sogni, specchietto delle allodole dal centrosinistra nel 2011, che raffigurava una città compiaciuta e pasciuta assorta nella contemplazione del proprio ombelico, con tanti fontini e qualche piazza wireless. La Siena smart è una città dinamica capace di reperire sullo scenario europeo ed italiano le risorse per lo sviluppo. Da qui al 2020, come ci ricorda il Corriere Economia di oggi, sono in arrivo da Bruxelles per le Smart cities ben undici miliardi di euro, mentre il ministero dell’Università e Ricerca ha appena chiuso un bando da 655 milioni sulle “Smart cities and communities” rivolto alle Regioni e il Commissario Ue all’Energia ha assicurato per il 2013 fondi europei per 365 milioni per le “comunità intelligenti” che sviluppino programmi di sistemi di riscaldamento e condizionamento ad alta efficienza, contatori intelligenti e la gestione in tempo reale dell’energia.
Abbiamo bisogno di immaginare e realizzare una città in cui la banda larga sia diffusa in tutto il territorio comunale, nella quale sviluppare progetti volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati e di gestione intelligente dei rifiuti, dei trasporti, del traffico e dei parcheggi.
Rispetto a tante altre comunità italiane di piccole e medie dimensioni abbiamo il grande vantaggio di una secolare Università ed uno straordinario retaggio culturale, ma dobbiamo far emergere nuove capacità progettuali e di integrazione pubblico-privato. In questo ambito la amministrazione comunale può e deve giocare un insostituibile ruolo di stimolo e facilitazione.
Non sappiamo se la classe dirigente clientelare ed autoreferenziale che finora ci ha governato con i bei risultati che sappiamo sarà capace del salto di qualità indispensabile per inserirsi in questo filone culturale. Ci permettiamo di dubitarne e di auspicare quindi l’avvento di energie e idee fresche che possano rilanciare Siena nel mondo.
Enrico Tucci (info@buongiornosiena.it)