Oltre 40 posti di lavoro a rischio nell'ultimo baluardo della cultura
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SIENA. Gentile Direttore,
al peggio non c’è mai fine. Dopo i tanti disastri combinati dai nostri scriteriati amministratori, abbiamo dovuto oggi registrare anche l’intervento a gamba tesa del Commissario, voluto a tutti i costi pervicacemente dal Ceccuzzi per recitare la parte del “tradito” e “accoltellato alle spalle” e nel contempo farsi i fatti suoi. Il prefetto Laudanna ha pensato bene di chiudere il Santa Maria della Scala dal prossimo 1 settembre. Meglio di Ceccuzzi che a suo tempo aveva proposto di chiuderlo “soltanto” un mese l’anno d’inverno e un giorno a settimana.
Con questa genialata non solo si lasciano a casa non meno di venticinque lavoratori delle cooperative e si mette a repentaglio il posto di una ventina di dipendenti comunali, fatto già di per sé gravissimo, ma si butta al macero l’unico residuo asset della città, fondamento di qualsiasi progetto di sviluppo futuro e della candidatura di Siena a capitale europea della cultura, a questo punto una barzelletta che però non fa ridere nessuno.
Tutto questo dopo le ingentissime ristrutturazioni pagate dalla Fondazione MPS, mortificate purtroppo da una gestione, tanto per cambiare, non all’altezza.
Ci aspettiamo da parte della intellighenzia di Siena una pronta levata di scudi. Da parte nostra non lasceremo niente di intentato per scongiurare questo ennesimo disastro.
Enrico Tucci
al peggio non c’è mai fine. Dopo i tanti disastri combinati dai nostri scriteriati amministratori, abbiamo dovuto oggi registrare anche l’intervento a gamba tesa del Commissario, voluto a tutti i costi pervicacemente dal Ceccuzzi per recitare la parte del “tradito” e “accoltellato alle spalle” e nel contempo farsi i fatti suoi. Il prefetto Laudanna ha pensato bene di chiudere il Santa Maria della Scala dal prossimo 1 settembre. Meglio di Ceccuzzi che a suo tempo aveva proposto di chiuderlo “soltanto” un mese l’anno d’inverno e un giorno a settimana.
Con questa genialata non solo si lasciano a casa non meno di venticinque lavoratori delle cooperative e si mette a repentaglio il posto di una ventina di dipendenti comunali, fatto già di per sé gravissimo, ma si butta al macero l’unico residuo asset della città, fondamento di qualsiasi progetto di sviluppo futuro e della candidatura di Siena a capitale europea della cultura, a questo punto una barzelletta che però non fa ridere nessuno.
Tutto questo dopo le ingentissime ristrutturazioni pagate dalla Fondazione MPS, mortificate purtroppo da una gestione, tanto per cambiare, non all’altezza.
Ci aspettiamo da parte della intellighenzia di Siena una pronta levata di scudi. Da parte nostra non lasceremo niente di intentato per scongiurare questo ennesimo disastro.
Enrico Tucci