TORRITA DI SIENA. Ieri (20 aprile), in Consiglio Comunale è stata votata a maggioranza la vendita di n.3 beni del Comune di Torrita di Siena.
Questa vendita non è stata dettata per finanziare qualche progetto nuovo per il nostro territorio, ma semplicemente per pagare 122 mila Euro (e speriamo per il nostro Comune che siano definitivi) di una causa arrivata all’ultimo grado di giudizio e nella quale l’Ente è stato condannato.
Questa causa è cominciata nel lontano 1998 e quindi è d’obbligo, senza voler entrare nel merito della causa, chiarire che riguardo a questa sentenza non si possono fare addebiti all’attuale amministrazione.
Il nostro voto è stato comunque contrario alla vendita dei beni, perché, come ho spiegato nel mio intervento in Consiglio Comunale, è vero che in questa sentenza gli attuali amministratori non hanno responsabilità, ma è altresì vero che l’attuale maggioranza, in alcune cause dove sarebbe stato possibile, dopo la sentenza di primo grado che condannava l’Ente, transare e chiudere definitivamente le controversie non l'hanno fatto lasciando scaturire il rischio che tra otto, dieci, dodici anni, gli amministratori che saranno in carica si troveranno a dover pagare gli errori di oggi. La nostra maggioranza, invece, ha deciso più volte in questo mandato di appellare le sentenze di primo grado. Oltre a questo poi, nel corso di questo mandato, si sono verificati dei comportamenti assolutamente discutibili riguardo al trattamento tra un cittadino e un altro, per fare un esempio su tutti: a tutt’oggi davanti al bar Lo Stop il marciapiede viene usato come parcheggio e nessuno ha cercato di ridare il marciapiede ai pedoni, mentre invece all’inizio di via Grosseto, dove pare sia anche stata sbagliata la procedura di esproprio, sono stati messi dei paletti per evitare che venissero parcheggiate le macchine in quel punto.
Anche questi atteggiamenti portano i cittadini a chiedere di essere trattati in egual modo e quindi li portano a decidere di “oltrepassare la porta del Tribunale”.
Mi voglio augurare, per il bene dell’Ente, che questa “lezione da 122 mila Euro” possa essere servita quanto meno a due cose: la prima è che pagare le responsabilità degli altri con l’aggravante di non poter criticare è veramente bruttissimo, la seconda è che, anche se i tempi della giustizia in Italia sono lunghi, quando le cause terminano c’è da risponderne.
Questa sentenza è la seconda in meno di un anno; gli esborsi messi insieme sommano, comprese le spese legali dovute all’avvocato dell’Ente, a circa 200 mila Euro.
Considerato il numero delle cause , l’unica espressione che mi viene alla mente è “speriamo bene”.
Questa vendita non è stata dettata per finanziare qualche progetto nuovo per il nostro territorio, ma semplicemente per pagare 122 mila Euro (e speriamo per il nostro Comune che siano definitivi) di una causa arrivata all’ultimo grado di giudizio e nella quale l’Ente è stato condannato.
Questa causa è cominciata nel lontano 1998 e quindi è d’obbligo, senza voler entrare nel merito della causa, chiarire che riguardo a questa sentenza non si possono fare addebiti all’attuale amministrazione.
Il nostro voto è stato comunque contrario alla vendita dei beni, perché, come ho spiegato nel mio intervento in Consiglio Comunale, è vero che in questa sentenza gli attuali amministratori non hanno responsabilità, ma è altresì vero che l’attuale maggioranza, in alcune cause dove sarebbe stato possibile, dopo la sentenza di primo grado che condannava l’Ente, transare e chiudere definitivamente le controversie non l'hanno fatto lasciando scaturire il rischio che tra otto, dieci, dodici anni, gli amministratori che saranno in carica si troveranno a dover pagare gli errori di oggi. La nostra maggioranza, invece, ha deciso più volte in questo mandato di appellare le sentenze di primo grado. Oltre a questo poi, nel corso di questo mandato, si sono verificati dei comportamenti assolutamente discutibili riguardo al trattamento tra un cittadino e un altro, per fare un esempio su tutti: a tutt’oggi davanti al bar Lo Stop il marciapiede viene usato come parcheggio e nessuno ha cercato di ridare il marciapiede ai pedoni, mentre invece all’inizio di via Grosseto, dove pare sia anche stata sbagliata la procedura di esproprio, sono stati messi dei paletti per evitare che venissero parcheggiate le macchine in quel punto.
Anche questi atteggiamenti portano i cittadini a chiedere di essere trattati in egual modo e quindi li portano a decidere di “oltrepassare la porta del Tribunale”.
Mi voglio augurare, per il bene dell’Ente, che questa “lezione da 122 mila Euro” possa essere servita quanto meno a due cose: la prima è che pagare le responsabilità degli altri con l’aggravante di non poter criticare è veramente bruttissimo, la seconda è che, anche se i tempi della giustizia in Italia sono lunghi, quando le cause terminano c’è da risponderne.
Questa sentenza è la seconda in meno di un anno; gli esborsi messi insieme sommano, comprese le spese legali dovute all’avvocato dell’Ente, a circa 200 mila Euro.
Considerato il numero delle cause , l’unica espressione che mi viene alla mente è “speriamo bene”.
Giovanni Di Stasio
Consigliere Comunale Lega Nord Toscana