Il desiderio di rinnovamento degli elettori (o meglio della società civile) passa anche da questo
SIENA. La vicenda delle primarie PD ha avuto esiti inaspettati solo per chi continua a meravigliarsi del 18% cui si avvicina il secondo partito italiano: il Movimento 5 Stelle che giustamente si presenta come un movimento anti-partito. Naturalmente, è una delle mille ipocrisie di cui si alimenta la politica. Chi trova un buon argomento (chi può dirsi non schifato dei partiti tradizionali?) lo usa fino in fondo. E perché no se i partiti presenti in Parlamento offrono argomenti contro se stessi su un piatto di argento?
Ma che, per far qualche esempio, quello di Monti sia un governo ‘tecnico’ o che Napolitano sia super partes o che quelli della Lista Civica per l’Italia non siano un partito chi può crederlo?
C’è una ristrutturazione più o meno profonda dell’offerta politica che cerca di interpretare il disgusto crescente dei cittadini di destra e di sinistra nei confronti dei politici che hanno in vario modo portato alla grave crisi attuale. Quella italiana è più seria di altri Paesi, quella toscana rispetto ad altre regioni, e infine quella di Siena, ancora, è più grave di altre città. In una situazione del genere chi non se la sente di fare il grande salto (Movimento 5 Stelle), che qualche perplessità non può non destare, ma non può neppure continuare a chiudere gli occhi benevolmente, o abbandona la politica (circa metà dell’elettorato) o il proprio partito (a Siena Tucci il PdL) o la propria tradizionale dirigenza.
E’ il caso della maggioranza degli elettori del centro-sinistra in Toscana, che – guidati da tanti sindaci legittimati dal voto popolare – hanno manifestato la disaffezione nei confronti della nomeklatura e dei modi tradizionali di procedere dei loro partiti (PD in particolare) votando Matteo Renzi.
Il quale ha aperto uno spiraglio di speranza in tanti delusi dalla Toscana ‘rossa’ promettendo di rivoluzionare i consueti stilemi del proprio paludato partito. Cominciando con il ‘rottamare’ chi è stato al governo in senso lato negli ultimi dieci/vent’anni che hanno preparato la crisi. Che in questo modo Renzi coniughi ‘in positivo’, e quindi digeribile per i fedeli dei partiti tradizionali, la rottura di Beppe Grillo non mi sembra dubbio.
Lui può trattenere un’ulteriore deriva per Grillo (vincendo Bersani a quanto salirà?), dando speranza di una seria discontinuità (non alla Ceccuzzi per intenderci) pur senza voler ‘continuare’ l’ambigua politica restrittiva di Monti. Ma Renzi può anche innovare seriamente (forse) il PD o almeno quel che ne rimarrà se vincerà – com’è poco probabile. Chi guarda all’alleanza organica con Vendola come potrà seguire la linea Renzi?
Detto questo, Renzi è l’elemento dinamico per definizione dell’offerta politica attuale, vista la frana profonda del centro-destra e l’immobilismo del Grande Centro, che rinnova tanto le sigle, ma assai meno le sue facce e idee (e i sondaggi lo chiariscono senza dubbi).
Perciò il paradosso del ballottaggio di domenica, in vista del quale il PD ha potuto aumentare notevolmente il consenso nei sondaggi (30% circa). Quel largo consenso raccoglie anche un’area di speranza. Ma quanto rimarrà larga questa (e non andrà con Grillo o Monti-Montezemolo ad esempio) se Renzi perde? Perciò il PD ha un interesse astratto al suo trionfo, che lo confermerebbe un grande partito per di più pronto a vincere le elezioni, visto che raccoglierebbe tanti voti anche nel centro/centro-destra. Non gli sarà facile governare con la sinistra interna ed esterna. Ma almeno ci proverà e per farlo dovrà rinnovare profondamente il partito.
Perciò è tanto temuto. Ma perciò anche chi ha titolo per votare (e non può, come me, raccontare che avevo la nonna ammalata in Liguria domenica scorsa) deve andare a votarlo domenica prossima. Lui rappresenta la possibilità (non la certezza ahimè) che qualcuna delle infinite critiche che in questi anni (per me sono più di venti!) sono state rivolte alla sinistra tradizionale possano trovare spazio nella prossima vita politica. Per Siena inutile dire che si aprirebbe subito spazio per un nuovo candidato sindaco del rinnovato PD che potrebbe seriamente competere con Ceccuzzi. Vi sembra poco? Anche a fronte dell’inconcludente operare (per ora) dell’ opposizione?
E quindi chiudiamo con un caloroso e laico invito: a votare Renzi domenica. Non sarà l’ideale, di sicuro, ma chi lo è? E apre qualche speranza con il suo entusiasmo.