SIENA. La Associazione Terra di Mezzo ritiene che, a cospetto di una crisi economica di portata planetaria che ha già colpito con forza l'economia reale inducendo tutti noi a ridimensionare le nostre aspettative per il futuro e a ridurre i consumi, i provvedimenti del Governo a sostegno delle banche, delle imprese e delle famiglie risultino opportuni ed indifferibili per non far precipitare la situazione, ma probabilmente insufficienti a indurre negli Italiani quel clima di costruttiva fiducia indispensabile per uscire prima possibile da questa difficile congiuntura.
Sarebbe stata necessaria una incisiva detassazione dei redditi, almeno delle tredicesime, per poter davvero rilanciare i consumi e l'economia, ma si tratta di un provvedimento che a fronte dell'insostenibile fardello del debito pubblico italiano pari al 105 % del PIL, il terzo del mondo, porrebbe l'Italia a rischio di bancarotta qualora i titoli dello stato risultassero meno appetibili per gli investitori internazionali.
Di qui la necessità non rimandabile di ridurre drasticamente e velocemente il debito pubblico.
L'unica azione che potrebbe realisticamente raggiungere lo scopo è la abolizione delle Province, enti che già dovrebbero essere spariti con la riforma delle Regioni e che invece prosperano e si moltiplicano. La abolizione delle Province era contemplata nel programma elettorale del centro-destra ed auspicata, almeno per le aree metropolitane, anche dal centro-sinistra.
Le province italiane oggi sono 109, a cui si aggiungeranno nel 2009 altre 3 già deliberate, mentre altre 24 sono in gestazione in Parlamento.
E' stato calcolato che complessivamente le Province costino oggi al contribuente italiano circa 16 miliardi di euro l'anno per esercitare competenze, essenzialmente edilizia scolastica e manutenzione stradale, che potrebbero essere agevolmente ripartite tra Comuni e Regioni, così come il personale.
La abolizione delle province consentirebbe un risparmio immediato di almeno
6 miliardi di euro l'anno, una cifra di tutto rispetto che potrebbe senza dubbio essere utilizzata molto meglio per rilanciare l'economia italiana.
Se il centro-destra ed il centro-sinistra fossero coerenti con i loro programmi elettorali e capaci di un accordo bipartisan nell'interesse dell'Italia, la modifica costituzionale per l'abolizione delle Province potrebbe realizzarsi in pochi mesi. Sta agli elettori far sentire la propria voce per far capire ai loro rappresentanti in Parlamento che è giunto il momento di dare all'Italia un forte ed inequivocabile segnale di svolta e innovamento.
Associazione Terra di Mezzo – Siena
Sarebbe stata necessaria una incisiva detassazione dei redditi, almeno delle tredicesime, per poter davvero rilanciare i consumi e l'economia, ma si tratta di un provvedimento che a fronte dell'insostenibile fardello del debito pubblico italiano pari al 105 % del PIL, il terzo del mondo, porrebbe l'Italia a rischio di bancarotta qualora i titoli dello stato risultassero meno appetibili per gli investitori internazionali.
Di qui la necessità non rimandabile di ridurre drasticamente e velocemente il debito pubblico.
L'unica azione che potrebbe realisticamente raggiungere lo scopo è la abolizione delle Province, enti che già dovrebbero essere spariti con la riforma delle Regioni e che invece prosperano e si moltiplicano. La abolizione delle Province era contemplata nel programma elettorale del centro-destra ed auspicata, almeno per le aree metropolitane, anche dal centro-sinistra.
Le province italiane oggi sono 109, a cui si aggiungeranno nel 2009 altre 3 già deliberate, mentre altre 24 sono in gestazione in Parlamento.
E' stato calcolato che complessivamente le Province costino oggi al contribuente italiano circa 16 miliardi di euro l'anno per esercitare competenze, essenzialmente edilizia scolastica e manutenzione stradale, che potrebbero essere agevolmente ripartite tra Comuni e Regioni, così come il personale.
La abolizione delle province consentirebbe un risparmio immediato di almeno
6 miliardi di euro l'anno, una cifra di tutto rispetto che potrebbe senza dubbio essere utilizzata molto meglio per rilanciare l'economia italiana.
Se il centro-destra ed il centro-sinistra fossero coerenti con i loro programmi elettorali e capaci di un accordo bipartisan nell'interesse dell'Italia, la modifica costituzionale per l'abolizione delle Province potrebbe realizzarsi in pochi mesi. Sta agli elettori far sentire la propria voce per far capire ai loro rappresentanti in Parlamento che è giunto il momento di dare all'Italia un forte ed inequivocabile segnale di svolta e innovamento.
Associazione Terra di Mezzo – Siena