Un intervento del capogruppo in Consiglio comunale
Dobbiamo renderci conto che un centrosinistra che vuole vincere e governare, ma non grazie ad alleanze a termine e precari accordi, non può esimersi dal parlare all’intero Paese, non solo al proprio popolo e ai propri adepti. Spesso ci dimentichiamo che ci sono milioni di italiani che non vanno a votare, delusi da questo modo di fare politica. Pochi si soffermano ad analizzare le ragioni di questa scelta forte e profonda.
Fra poco festeggeremo vent’anni anni di bipolarismo fallimentare e vuoto di contenuti. Fin dal 1994 nessuno dei due schieramenti ha mai vinto perché ritenuto veramente capace di governare, ma solo perché la controparte veniva considerata incapace o screditata. Adesso siamo alla fine di questo ciclo. Lo dice la storia, fatta di corsi e ricorsi, ma ce lo dice soprattutto il comune sentire della gente, diventato oramai tangibile.
Negli ultimi tre anni, mentre l’Italia completava il suo declino politico, istituzionale, economico e sociale, la guida della Nazione, è stata assorbita più dal gestire le vicende personali e gli scandali piuttosto che dal pensare al bene comune, alle riforme da tutti attese, ai provvedimenti anche forti per frenare la crisi economica e creare le condizioni per la ripresa. Allo stesso tempo è altrettanto evidente che in questa fase il centrosinistra è stato incapace di darsi una palpabile e concreta credibilità, formulare proposte alternative.
Ultimo tra tutti il nuovo Ulivo, progetto che a mio giudizio non convince. Il quadro formato da Bersani, Vendola, ma soprattutto Di Pietro non credo possa essere la soluzione per un centro sinistra vero e stabile. Tutto questo appare come la solita alleanza finalizzata ad un breve percorso elettorale, che il giorno dopo, con regolare incedere, si sfrangia.
Nel mio centrosinistra ideale non può mancare l’apporto del Partito Socialista, vero portabandiera del riformismo italiano ed europeo, un PSI capace di tracciare la linea delle riforme, di riscrivere il patto con gli italiani, per un nuovo stato sociale, per una nuova visione della società. Una capacità che deve avere il partito socialista, capace di assumere posizioni che le altre forze del centro sinistra non hanno la coesione per proporre.
Il Partito Socialista che immagino ha bisogno di una linea chiara e forte a livello nazionale, che indichi la via delle riforme al centro sinistra, che parli di cosa fare prima che con chi farle. Prima la meta, poi la strada e dopo i compagni di viaggio. Il Partito Socialista non può essere ondivago fra SEL e l’UDC. Dobbiamo essere disinteressati dalla ricerca di comodi approdi, forti di una nostra autonomia di pensiero.
Autonomia appunto, perché il mio partito, il Partito Socialista, non può essere succedaneo di nessun’ altro, né mettersi a ruota di altri, ma deve avere la forza di proporre un percorso proprio. Io sogno un partito che abbia la lucidità di proporre una visione nuova della società e su questa visione costruire il consenso. Se poi non avremo la fiducia delle persone ahimè, ce ne faremo una ragione, ma il PSI ha il ruolo non delegabile del vero pensiero riformista innovativo, perché nuova è la situazione economica e sociale dell’occidente e dell’Italia.
A poche settimane dal congresso nazionale del PSI il mio auspicio è che il percorso socialista trovi Nencini capace di un cambio di passo nella proposta, anche culturale, per il paese, ma soprattutto chiara e forte. Auspico una sua forte presenza nelle sezioni dei territori che hanno dimostrato di essere la parte più viva, propositiva e determinante del partito. A Siena e Grosseto, in Toscana ed anche in Molise la strada è stata presa e gli elettori ci hanno premiato. Nei territori abbiamo la forza da dare al segretario per tracciare la linea nazionale, per il bene nostro paese in generale e del nostro partito in particolare
Saremo pronti alla “rivoluzione del buon senso”. Abbiamo lottato a livello locale, siamo pronti, con l’unione di tutti, a dare forza al progetto nazionale.
Da capogruppo socialista al comune di Siena, mi aspetto un congresso nazionale che parta da una profonda riflessione sul futuro del mio partito, partito che dovrà essere in grado di attuare un cambio di passo, che ci permetta di affrontare le tematiche più scottanti in questa difficile fase economica e sociale, con la massima serietà e schiettezza, senza mai paura di essere impopolari.
Dal congresso mi aspetto una proposta per il paese, perché il paese ha bisogno dell’apporto del nostro partito. Solo con queste basi saremo in grado di fare il cambio di passo necessario.
Leonardo Tafani – capogruppo Psi Riformisti al Comune di Siena