SINALUNGA. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta che il consigliere della lista civica Sinalunga, Angelina Rappuoli ha inviato al sindaco Maurizio Botarelli.
"Ancora una volta a Sinalunga si parla di mettere in sicurezza idraulica la Pieve e la necessità di realizzare una cassa di espansione per mettere in sicurezza il Torrente Foenna.
Allora mi domando:
Io che ho sempre comprato la macchina, ho sbagliato? forse dovevo comprare la barca? Ma questo pericolo di subire un’ inondazione è reale o solo teoria?
Mi sono quindi informata e ho appreso:
E’ noto che la Valdichiana era una palude e un certo Fossombroni alle fine del 1800 ha bonificato l’area facendo scolare le acque che ristagnavano nella zona.
Ora che l’acqua non c’è più, mi sembra logico pensare, che sarebbe sufficiente mantenere in efficienza le opera già fatte, le acque scolerebbero e la logica mi dice che il pericolo non dovrebbe esserci.
La storia insegna che a Sinalunga l’ultimo fenomeno di esondazione è avvenuto nel 1966 in concomitanza con quello di Firenze.
Nel 1970 fu realizzata la diga del Calcione la quale immagazzina le acque del Foenna per migliaia di mc. di acqua comportandosi come una vera e propria cassa di espansione.
Infatti fatto salvo la rottura dell’argine del 1 Gennaio 2006 a Sinalunga non si sono avuti più fenomeni di esondazione da oltre 40 anni.
Se guardiamo anche gli ultimi eventi piovosi che hanno prodotto alluvioni in gran parte della Valdichiana (2005 e 2008) risulta che i principali fossi (Foenna, Esse, Salarco, Salcheto ecc.) e cioè tutti quelli che il Fossombroni ricostruì alla fine dell’800 non hanno creato nessun danno. Al contrario i problemi sono venuti dai fossetti minori come quello delle Prata, delle Carceri, del Fossatone, del Santarello e più a sud la Fuga di Torrita.
Perché allora non mettere in sicurezza questi e insistere a voler mettere in sicurezza il Foenna che dal 1966 non ha dato nessuna preoccupazione?
Un tecnico che conosce la zona ed ha effettuato uno studio idraulico del torrente Foenna mi fa presente che il bacino idraulico del Foenna è in grado di produrre un flusso d’acqua di circa 170 mc/sec e l’alveo del Torrente Foenna, ricostruito da Fossombroni, è in grado di smaltire detta portata con un franco di sicurezza di circa 1.0 m.
Solo in corrispondenza dei vecchi ponti, realizzati in muratura, essendo il vuoto più piccolo dell’alveo creano delle strettoie e possono creare esondazioni.
La diga del Calcione, costruita nel bacino del Foenna è in grado di trattenere le acque del bacino per circa 90 mc./sec. comportandosi da vera cassa di espansione.
E’ sufficiente fare 170 – 90 = 80 mc./sec. e l’acqua passa tranquillamente sotto i ponti lasciando Pieve di Sinalunga in tranquillità.
Quindi eventuali pericoli potrebbero manifestarsi solamente a primavera quando la diga è ancora piena e non è in grado di trattenere più acqua.
Sarebbe quindi sufficiente gestire in modo corretto il flusso del Calcione e i pericoli si esondazione a Sinalunga sarebbero annullati.
Non ci scordiamo poi che da qualche anno è stato realizzato un nuovo ponte (in sostituzione di quello vecchio e stretto) che porta a Guazzino e non costituisce più un ostacolo allo smaltimento delle acque anche in caso di piena eccezionale.
Per concludere voglio ricordare che c’era già uno studio idraulico fatto nel 2000 ed approvato dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno il quale permise di declassare la pericolosità idraulica di Pieve di Sinalunga da classe 4 a classe 3. Questo fatto permise quindi alle persone di poter proseguire l’attività edilizia in quanto, con la classe 4 non sarebbe stato possibile costruire mentre con la classe 3 se pur condizionata, si è continuato a edificare.
Abbandonato nel cassetto è stato dato un nuovo incarico ad uno studio di Firenze per la progettazione di una cassa di espansione compensato da un’ adeguata parcella.
Abbandonato anche questo, tanto ormai era stato pagato, è stato fatto un nuovo progetto (aggiungendo altri costi) sempre per prevedere una cassa di espansione sul Foenna da realizzarsi in prossimità dell’edificato.
Ma non è più facile e meno oneroso utilizzare la diga del Calcione anche come cassa di espansione e spendere i soldi nel sistemare i fossi che veramente creano danni e disagi?
E se fosse veramente necessario realizzare una cassa sul Foenna perché non realizzarla dove è già stata realizzata dal Fossombroni in loc. Le Torte dove ancora ci sono segni ben visibili.
Credo che utilizzare le idee di chi l’acqua l’ha tolta veramente sarebbe cosa molto saggia.
Angelina Rappuoli
"Ancora una volta a Sinalunga si parla di mettere in sicurezza idraulica la Pieve e la necessità di realizzare una cassa di espansione per mettere in sicurezza il Torrente Foenna.
Allora mi domando:
Io che ho sempre comprato la macchina, ho sbagliato? forse dovevo comprare la barca? Ma questo pericolo di subire un’ inondazione è reale o solo teoria?
Mi sono quindi informata e ho appreso:
E’ noto che la Valdichiana era una palude e un certo Fossombroni alle fine del 1800 ha bonificato l’area facendo scolare le acque che ristagnavano nella zona.
Ora che l’acqua non c’è più, mi sembra logico pensare, che sarebbe sufficiente mantenere in efficienza le opera già fatte, le acque scolerebbero e la logica mi dice che il pericolo non dovrebbe esserci.
La storia insegna che a Sinalunga l’ultimo fenomeno di esondazione è avvenuto nel 1966 in concomitanza con quello di Firenze.
Nel 1970 fu realizzata la diga del Calcione la quale immagazzina le acque del Foenna per migliaia di mc. di acqua comportandosi come una vera e propria cassa di espansione.
Infatti fatto salvo la rottura dell’argine del 1 Gennaio 2006 a Sinalunga non si sono avuti più fenomeni di esondazione da oltre 40 anni.
Se guardiamo anche gli ultimi eventi piovosi che hanno prodotto alluvioni in gran parte della Valdichiana (2005 e 2008) risulta che i principali fossi (Foenna, Esse, Salarco, Salcheto ecc.) e cioè tutti quelli che il Fossombroni ricostruì alla fine dell’800 non hanno creato nessun danno. Al contrario i problemi sono venuti dai fossetti minori come quello delle Prata, delle Carceri, del Fossatone, del Santarello e più a sud la Fuga di Torrita.
Perché allora non mettere in sicurezza questi e insistere a voler mettere in sicurezza il Foenna che dal 1966 non ha dato nessuna preoccupazione?
Un tecnico che conosce la zona ed ha effettuato uno studio idraulico del torrente Foenna mi fa presente che il bacino idraulico del Foenna è in grado di produrre un flusso d’acqua di circa 170 mc/sec e l’alveo del Torrente Foenna, ricostruito da Fossombroni, è in grado di smaltire detta portata con un franco di sicurezza di circa 1.0 m.
Solo in corrispondenza dei vecchi ponti, realizzati in muratura, essendo il vuoto più piccolo dell’alveo creano delle strettoie e possono creare esondazioni.
La diga del Calcione, costruita nel bacino del Foenna è in grado di trattenere le acque del bacino per circa 90 mc./sec. comportandosi da vera cassa di espansione.
E’ sufficiente fare 170 – 90 = 80 mc./sec. e l’acqua passa tranquillamente sotto i ponti lasciando Pieve di Sinalunga in tranquillità.
Quindi eventuali pericoli potrebbero manifestarsi solamente a primavera quando la diga è ancora piena e non è in grado di trattenere più acqua.
Sarebbe quindi sufficiente gestire in modo corretto il flusso del Calcione e i pericoli si esondazione a Sinalunga sarebbero annullati.
Non ci scordiamo poi che da qualche anno è stato realizzato un nuovo ponte (in sostituzione di quello vecchio e stretto) che porta a Guazzino e non costituisce più un ostacolo allo smaltimento delle acque anche in caso di piena eccezionale.
Per concludere voglio ricordare che c’era già uno studio idraulico fatto nel 2000 ed approvato dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno il quale permise di declassare la pericolosità idraulica di Pieve di Sinalunga da classe 4 a classe 3. Questo fatto permise quindi alle persone di poter proseguire l’attività edilizia in quanto, con la classe 4 non sarebbe stato possibile costruire mentre con la classe 3 se pur condizionata, si è continuato a edificare.
Abbandonato nel cassetto è stato dato un nuovo incarico ad uno studio di Firenze per la progettazione di una cassa di espansione compensato da un’ adeguata parcella.
Abbandonato anche questo, tanto ormai era stato pagato, è stato fatto un nuovo progetto (aggiungendo altri costi) sempre per prevedere una cassa di espansione sul Foenna da realizzarsi in prossimità dell’edificato.
Ma non è più facile e meno oneroso utilizzare la diga del Calcione anche come cassa di espansione e spendere i soldi nel sistemare i fossi che veramente creano danni e disagi?
E se fosse veramente necessario realizzare una cassa sul Foenna perché non realizzarla dove è già stata realizzata dal Fossombroni in loc. Le Torte dove ancora ci sono segni ben visibili.
Credo che utilizzare le idee di chi l’acqua l’ha tolta veramente sarebbe cosa molto saggia.
Angelina Rappuoli