"In questo caso lo sarebbe stato" dice Gianpaolo Camilli
SIENA. Dal momento stesso in cui fu annunciata la costruzione di un Nuovo Tempio Crematorio, distante solo poche decine di metri da quello già esistente all’interno del cimitero del Laterino, mi sono preoccupato delle possibili ricadute in termini di salute per i cittadini e l’ambiente, dato che si preannunciava un raddoppio del numero di cremazioni. Mi preoccupai di analizzare il progetto presentato dalla ditta costruttrice riscontrando diverse incongruenze. Nel Novembre 2021 promossi insieme ad altri cittadini la nascita del Comitato Aria Pulita per Siena, il cui scopo è di rapportarsi con le Istituzioni per promuovere un continuo monitoraggio delle emissioni dell’impianto e del rispetto dei limiti previsti dalla legge. Al Comitato hanno aderito con interesse cittadini e molte professionalità del mondo universitario e scientifico.
Chiesi inoltre di poter partecipare alla Conferenza di Servizi indetta dal Comune proponendomi come interlocutore tra lo stesso, Arpat e ditta costruttrice, per instaurare un proficuo dialogo sulla questione “Crematorio”, ma non sono mai stato invitato a parteciparvi. Con il Comitato abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione della città su questo tema, stimolando la crescita dell’interesse dei cittadini.
Le nostre preoccupazioni derivano dal fatto che un così alto incremento delle cremazioni non potesse non avere una ricaduta importante sull’aria in un luogo sensibile come il Laterino: non dimentichiamo infatti che nelle immediate vicinanze ci sono Università, abitazioni private, RSA, due scuole, alberghi, campi coltivati, orti, vigneti e zone ricreative delle contrade.
I consulenti scientifici che hanno collaborato con noi hanno più volte sottolineato come anche le condizioni atmosferiche influiscono sulla diffusione nell’ambiente di eventuali residui tossici, rendendo le aree potenzialmente contaminate dalle sostanze sempre più numerose.
In questi mesi molti soggetti vicini alla politica hanno manifestato un interesse sul nostro lavoro, senza mai pronunciarsi in maniera definitiva sull’ argomento; nel Giugno del 2022 siamo stati contattati come Comitato dal Comune nella persona dell’ Assessore competente, che intendeva aprire un tavolo di discussione e di confronto sul tema ma, dopo un primo incontro abbastanza soddisfacente l’interesse e’ notevolmente calato, tanto che dopo il mese di Ottobre i rapporti con il Comune si sono interrotti, salvo segnalare un “ritorno di fiamma” negli ultimi giorni dopo lo spegnimento del forno ordinato da Arpat. Il sospetto che si vogliano cavalcare gli ultimi avvenimenti a fini elettorali è forte.
Dopo che l’Arpat aveva deciso di attenersi ai soli controlli di routine, (contro la richiesta del Comitato di controlli più frequenti), e dopo che il Comune e la società di gestione avevano rassicurato sulla totale sicurezza dell’impianto e rispetto dei limiti, sono stati registrati superamenti dei limiti imposti, cosa che ha portato la stessa Arpat ad ordinare la sospensione dell’attività e di conseguenza la Regione a diffidare la Società che conduce la gestione dell’incenerimento.
Evidentemente alcuni timori e dubbi del Comitato erano legittimi!
Adesso ci sentiamo un po’ meno fiduciosi nei confronti delle parole volte a tranquillizzare l’opinione pubblica, fatte dal Comune, dalla ditta e dagli altri soggetti interessati all’attività del forno crematorio. Anche insieme a Siena Sostenibile proseguirà il lavoro per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sui temi della salute, dell’ambiente e della sostenibilità.
Gianpaolo Camilli (Siena Sostenibile)