"Non si cura né di censo né di razza né di religione"
SIENA. Torno a trattare un argomento che purtroppo è ancora di grande attualità: la lentezza con cui si sta svolgendo il Piano vaccinale e le possibili soluzioni da intraprendere per velocizzarne il processo, che ad oggi in Toscana è oggettivamente deludente. Avevo lanciato l’idea di sfruttare la presenza diffusa e capillare nel territorio toscano, e in particolare in quello senese, delle parrocchie per utilizzare i locali annessi alle chiese (oratori, sale per il catechismo…) per offrire al Piano vaccinale del governo ulteriori possibilità di accelerazione. Del resto, lo stesso Piano vaccinale governativo contempla tale eventualità. Ci sono anche da registrare numerose iniziative in tal senso sorte e sviluppatesi con successo in varie parti d’Italia. Le parrocchie, come già abbiamo osservato, caratterizzano con capillarità il territorio della nostra terra: da ogni nucleo abitato, anche il più sperduto spicca un campanile che sta ad indicare un edificio di culto. I grandi centri vaccinali, o hub, sono le scelte razionali per le città e per i grandi agglomerati, ma come possiamo costringere la popolazione, specialmente appartenente alle fasce più anziane, delle zone periferiche e dei paesini collinari o montani a spostarsi e fare anche decine di chilometri per andare a vaccinarsi? Forse la soluzione migliore in questi casi è un piano vaccinale distribuito sul territorio e quale migliore scelta delle parrocchie? Da sottolineare che questo comporterebbe anche il superamento del problema della comunicazione: la parrocchia raggiunge con la sua voce i suoi fedeli ed il resto lo farebbe il “passa parola”. L’epidemia è “democratica” non fa distinzioni né di censo né di razza né di religione e pertanto occorre un approccio pragmatico. Mi piace ricordare un esempio letterario di grande attualità: padre Paneloux che, durante la peste di Orano descritta da Camus nel suo romanzo, lascia il pulpito delle sue prediche domenicali e si immerge in mezzo al dolore e alle miserie del suo popolo per organizzare corsie ospedaliere improvvisate e offrire servizi sanitari alla popolazione impaurita e stremata dalla pandemia.
Alfredo Monaci – presidente Associazione Siena Ideale
Davide Ciacci – consigliere comunale