Tucci riprende una proposta lanciata da Falorni
SIENA. Gentile Direttore, premesso che sono un sostenitore della totale abolizione delle province come primo passo di un percorso inteso a ridimensionare drasticamente i costi della politica (il secondo dovrebbe ovviamente interessare le Regioni autonome e non), credo sia comunque opportuna una riflessione serena per porre termine alla sarabanda di ipotesi, proiezioni e baggianate che riguardano il destino della provincia di Siena.
Dopo tante chiacchiere siamo alle porte co’ sassi. Entro il 2 ottobre in Regione deve essere trovato un accordo sul riassetto delle province toscane da proporre al Governo. Per quanto ci riguarda un solo punto sembra chiaro: la provincia di Siena così com’è non puó continuare ad esistere. Una seconda cosa è chiara: le fantomatiche Aree Vaste immaginate dal presidente Rossi non piacciono a nessuno e soprattutto non si possono realizzare a norma di Legge. E’ assai probabile anche una terza cosa, che Arezzo abbia i numeri per restare provincia a sé stante.
E’ invece di questi giorni una notizia molto interessante quanto inattesa: il recentissimo censimento dimostra che Grosseto ha subito un brusco arresto nella sua crescita demografica. Sono più di 5.000 i cittadini in teoria grossetani risultatiti irreperibili. Questo ridimensionamento di Grosseto, che scende al di sotto di 80.000 residenti, a mio parere consente di prendere in seria considerazione una proposta lanciata qualche giorno fa da Marco Falorni dal suo sito (www.impegnopersiena.com), ovvero di procedere spediti verso una provincia di Siena-Grosseto sulla falsariga di quanto a suo tempo giá realizzato tra Massa e Carrara, se non tra Pesaro ed Urbino.
A me onestamente sembra una proposta molto sensata, un vero e proprio uovo di Colombo, che consentirebbe di dar vita ad una provincia con un territorio unico in Italia per la sua varietà, con enormi prospettive di efficace ed efficiente integrazione, particolarmente strategiche in questo momento di crisi. L’unica vera controindicazione di questa proposta è che non è stata partorita in casa Pd, partito che essendo al governo in entrambi le attuali province e nella stragrande maggioranza dei comuni interessati avrebbe l’onere, ma anche l’onore di portarla a realizzazione. Sono sicuro però che i tempi siano maturi per un colpo d’ala e che Marco Falorni cederà volentieri il copyright per la soddisfazione di aver contribuito ad un passo avanti della comunità.
Enrico Tucci
Dopo tante chiacchiere siamo alle porte co’ sassi. Entro il 2 ottobre in Regione deve essere trovato un accordo sul riassetto delle province toscane da proporre al Governo. Per quanto ci riguarda un solo punto sembra chiaro: la provincia di Siena così com’è non puó continuare ad esistere. Una seconda cosa è chiara: le fantomatiche Aree Vaste immaginate dal presidente Rossi non piacciono a nessuno e soprattutto non si possono realizzare a norma di Legge. E’ assai probabile anche una terza cosa, che Arezzo abbia i numeri per restare provincia a sé stante.
E’ invece di questi giorni una notizia molto interessante quanto inattesa: il recentissimo censimento dimostra che Grosseto ha subito un brusco arresto nella sua crescita demografica. Sono più di 5.000 i cittadini in teoria grossetani risultatiti irreperibili. Questo ridimensionamento di Grosseto, che scende al di sotto di 80.000 residenti, a mio parere consente di prendere in seria considerazione una proposta lanciata qualche giorno fa da Marco Falorni dal suo sito (www.impegnopersiena.com), ovvero di procedere spediti verso una provincia di Siena-Grosseto sulla falsariga di quanto a suo tempo giá realizzato tra Massa e Carrara, se non tra Pesaro ed Urbino.
A me onestamente sembra una proposta molto sensata, un vero e proprio uovo di Colombo, che consentirebbe di dar vita ad una provincia con un territorio unico in Italia per la sua varietà, con enormi prospettive di efficace ed efficiente integrazione, particolarmente strategiche in questo momento di crisi. L’unica vera controindicazione di questa proposta è che non è stata partorita in casa Pd, partito che essendo al governo in entrambi le attuali province e nella stragrande maggioranza dei comuni interessati avrebbe l’onere, ma anche l’onore di portarla a realizzazione. Sono sicuro però che i tempi siano maturi per un colpo d’ala e che Marco Falorni cederà volentieri il copyright per la soddisfazione di aver contribuito ad un passo avanti della comunità.
Enrico Tucci