SIENA. Le primarie si sono concluse. Sono passati ormai diversi mesi da quando si è cominciato a parlarne. Prima di affrontarle sembrava bello discutere di un valore fondamentale del PD, di uno strumento di partecipazione volto a far riavvicinare le persone alla politica. Insomma, un’etica nuova per un prodotto politico (il PD) straordinariamente carico delle istanze di una società desiderosa di un risveglio civile. Poi è arrivato il momento di trasformare la carta in un partito di carne e sangue: un lavoro duro, faticoso, di reale costruzione democratica dei rapporti tra politica e persone.
In quel momento, però, le incertezze sono emerse: regole nuove, a volte difficili da accettare più che da comprendere. E poi ancora i timori: che il ‘diluvio’ di democrazia potesse delegittimare intere classi dirigenti di partito: la gente sarà sufficientemente matura (si pensava e si diceva)? Perplessità comprensibili se lette, in buona fede, come il frutto di un assennato senso di responsabilità.
Vi sono stati, tuttavia, anche taluni che, lo riconosco, con una dose di ingenuo coraggio, si sono persuasi che ci fosse un seme di passione civile e politica pronto a germogliare con un semplice gesto: l’appello alla partecipazione, alla scelta, la restituzione al voto di una dignità politica palpabile. Così si è deciso di ‘combattere’ fino in fondo la battaglia, a mio avviso giusta. Per il bene del partito. Anche quando sembrava che le primarie fossero impossibili nonostante le chiare regole statutarie.
Fortunatamente, ad un certo punto, è prevalsa l’intelligenza politica e si è dato corso all’esperimento democratico, forse delicato ma assolutamente necessario.
Gli errori non sono mancati. Ma le primarie 2009 sono già un pezzo di storia incancellabile: la storia mirabolante di un laboratorio di democrazia che, nel nostro territorio, ha fatto vibrare, come da tempo non si vedeva, le corde della passione civile e politica della gente.
Lo dicono, non smentibili, i numeri: quasi 22.000 persone hanno votato per le primarie provinciali, ma soprattutto oltre 4.400 per le comunali di Montepulciano e quasi 2.400 per quelle di Castelnuovo Berardenga. Per avere idea di quel che è successo, del bellissimo terremoto democratico cui abbiamo assistito, mi limito a rammentare che a Castelnuovo, per eleggere Veltroni, si erano recati alle urne in pochi più di mille: il 22 marzo, il voto di più del doppio degli elettori ha legittimato il candidato a sindaco. Insomma, le primarie interessano. Le persone desiderano partecipare ed essere protagoniste delle scelte importanti. E a chi pensa che le sollecitazioni alla partecipazione siano state forse eccessive, mi permetto di dire: in alcuni casi – da parte chi non si è curato dell’etica del linguaggio e dei comportamenti – così è avvenuto, ma complessivamente il risveglio civile e democratico si è realizzato ed è stato travolgente e positivo.
Il laboratorio democratico senese messo in funzione si è rivelato, onestamente, un piccolo-grande contributo. Sono lieto, lietissimo che i vertici del partito abbiano accolto con favore i risultati positivi di questo lavoro sperimentale – che ha assegnato piena legittimazione popolare ai candidati in gara – e sono certo che le energie spese in questa direzione, le fatiche necessarie eppure consone ad una più matura e compiuta democrazia, saranno riconosciute come un impegno svolto nell’interesse esclusivo della nuova realtà politica: il PD.
Fulvio Mancuso