SIENA. Il presidente della Fondazione MPS Clarich qualche giorno fa ha dichiarato: “Non ci emoziona l’incremento dell’aumento di capitale di Banca Mps …, abbiamo liquidità disponibile” (Cittadinonline, 20 Febbraio 2015). Buon per lui, noi dipendenti di Siena Biotech però alla imminente dichiarazione di fallimento un po’ di emozione la proviamo!
Come creditori chiediamo che la liquidità di FMPS sia utilizzata anche per il pagamento dei debiti verso il personale e verso i tanti fornitori che sino ad oggi hanno continuato responsabilmente ad erogare servizi necessari al mantenimento dell’operatività. Non lo chiediamo ad un imprenditore faccendiere ma ad una Fondazione Bancaria con precisi obblighi etici.
Abbandonati come carogne in mezzo al deserto occupato solo dall’ambito edificio, da Strada del Petriccio ciò che osserviamo sono solo avvoltoi che volano sempre più bassi, in circolo, senza offrire soluzioni e via di uscita. Ad oggi non abbiamo sentito nessuno ammettere responsabilità né tantomeno nessuno che sia interessato realmente ad individuarle, al contrario abbiamo assistito al solito teatrino con cui la politica ed i così detti tecnici si impegnano ad insinuare colpe inconsistenti nei confronti di chi magari non c’è più, reclamando a gran voce la fantomatica o forse meglio dire famigerata “Azione di responsabilità”. Tutti sappiamo bene, ma è meglio ricordarlo, che sebbene nomi e facce siano cambiati negli anni, è sempre stata ed è tuttora la politica a decidere in Fondazione, la stessa politica che assume decisioni dall’altra parte di Piazza del Campo.
Vorremmo a questo punto far presente e ricordare a chi ha memoria breve, che noi dipendenti in qualità di creditori privilegiati della Società, abbiamo pieno titolo per valutare un’ “Azione di responsabilità” nei confronti di chi non ha operato nell’interesse della Siena Biotech nonostante il mandato conferito ed il ruolo assunto nella gestione della Società. È bene ricordare che Siena Biotech è stata ed è controllata al 100% da Fondazione MPS e quindi, come previsto dal codice civile, è legalmente “società soggetta ad attività di direzione e coordinamento” della copogruppo. In concreto, ciò significa che la Società non ha un’autonomia gestionale in quanto la capogruppo può legittimamente sostituirsi nelle decisioni operative e strategiche, sempre che queste non si rilevino dannose. Rimandando gli aspetti tecnici ad altra sede, a questo punto, noi dipendenti potremmo ritenere necessario valutare l’operato degli amministratori di FMPS e se per caso, non abbiano abusato di tale direzione unitaria imponendo a suo tempo scelte dannose per la controllata. E’ indispensabile quindi porsi qualche domanda.
Chi ha la responsabilità di aver autorizzato il sovra-indebitamento di Siena Biotech legato all’acquisizione nel dicembre 2010 dell’immobile oggetto in questi giorni di numerose attenzioni, senza che la Società avesse la necessaria struttura finanziaria per far fronte al passivo che ne è derivato? Chi ha la responsabilità di aver preferito “salvare” il bilancio disastroso della Fondazione Sansedoni provocando così un affondo irrimediabile ai futuri bilanci di Siena Biotech caratterizzati da esposizioni sempre crescenti nei confronti di Banca MPS titolare del mutuo sull’immobile?
Chi ha la responsabilità di aver allontanato verso altri siti italiani il partner CHDI Foundation, fondazione non-profit con capitali privati e principale finanziatore mondiale di attività di ricerca per sviluppo di nuovi farmaci e cure per la patologia di Huntington? Non avendo memoria corta, ricordiamo che nell’aprile 2012, date le note difficoltà finanziarie della Fondazione MPS che già minacciavano il regolare svolgimento della collaborazione di ricerca in essere con la Foundazione americana, i vertici di CHDI Foundation volarono a Siena per incontrarsi con i vertici di Palazzo Sansedoni. A testimonianza dell’avvenuto incontro ricordiamo la pomposa conferenza stampa con tanto di foto e sorrisi. Forti della proficua collaborazione in atto, il tema dell’incontro era una concreta e proficua proposta, ovvero una partnership strategica di lungo periodo al fine di realizzare a Siena un polo europeo dedicato alla ricerca di cure innovative per la malattia di Huntington
Chi ha la responsabilità di minare la credibilità della stessa Fondazione Toscana Life Sciences in quanto gestore e garante del distretto tecnologico delle scienze della vita compromettendo con la chiusura di Siena Biotech anche gli sforzi e il futuro di alcune aziende di ricerca locali consorziate insieme a Siena Biotech per un bando di finanziamento regionale toscano ancora in corso?
Queste alcune delle domande che forse è necessario iniziare a porre al Presidente Clarich, unitamente alla non meno importante richiesta di voler rivalutare responsabilmente le azioni necessarie al fine di evitare il fallimento della Società.
I lavoratori Siena Biotech