Accorato appello affinché i cittadini si impegnino personalmente
SIENA. Cari Cittadini e Care Cittadine
Ciò che mi spinge a rivolgermi direttamente a tutta la cittadinanza è il profondo senso di appartenenza che nutro nei confronti di questa meravigliosa terra, dalla quale ho ricevuto, oltre ai natali, il più genuino sostentamento per un’evoluzione sia fisica, sia spirituale. Questa terra che sempre ha nutrito il suo popolo senza chiedere mai niente in cambio, anche nei momenti bui della storia. E proprio partendo dalla storia, che da intellettuale ho sempre reputato abile maestra di vita, emerge la via, seppur incerta sul dove porti, che possa salvare la città ed i suoi beni comuni.
Siena deve la sua forza al perfetto equilibrio tra le istituzioni cittadine, qualità assai rara da ritrovarsi altrove, qualità che ha sempre distinto il suo popolo per virtuosismo e cultura, qualità che l’ha sempre resa all’avanguardia di fronte alle difficoltà dei tempi moderni e pertanto immutabile ma allo stesso tempo immortale nei secoli. Ed è da questo antico equilibrio, che Siena ha sempre tratto le ricchezze necessarie per la sopravvivenza sua e del suo stesso popolo, confinandola ad un piccolo paradiso terrestre, circondato dagli squilibri e le inefficienze della società moderna.
Purtroppo i giochi di potere, che tanto condanniamo a livello nazionale, sono anche una realtà locale, ma, evitando inutili discorsi politico-demagogici di interesse solamente personale, l’unica utilità sociale che si può loro attribuire è forse quella di illuminare la consapevolezza collettiva ed è proprio quando un popolo è consapevole della sua collettività di individui unici e utili, ma non indispensabili, che manifesta in concreto la sua sovranità, realizzando la tanto decantata democrazia. Gli ultimi avvenimenti, recenti e non, locali, nazionali e addirittura internazionali, hanno causato gli enormi squilibri che adesso ci stanno portando nell’abisso, ma il restauro ad una situazione precedente non può essere la soluzione effettiva al problema, poiché è attraverso l’adattamento a condizioni nuove che si giunge alla consapevolezza e dunque alla sovranità che realizza la democrazia. È indubbio allora, che le istituzioni cittadine debbano ritrovare la consapevolezza e ristabilire quell’antico equilibrio fatto di interessi comuni e reciproco rispetto, adattandolo con mentalità avanguardistica e lungimirante, piuttosto che retrograda, all’esigenze dettate dai tempi moderni, restituendo così all’intera città l’emblema di culla di civiltà, che le sbagliate amministrazioni le hanno egoisticamente tolto. Il mondo accademico ha l’occasione di rispolverare la sua tradizionale gloria, venendo adesso in soccorso della sua città, dimostrando all’economia e alla nazione, che la cultura e la conoscenza sono l’investimento migliore sul quale fondare una corretta finanza.
Ogni cittadino, in quanto individuo unico e irripetibile di questa struttura giuridica chiamata cittadinanza, ha l’onere di apportare il proprio contributo verso questa terra. Deve essere consapevole del proprio essere una tessera di un mosaico più ampio, che assieme a tutte le altre tessere, nessuna esclusa, compongono l’opera cittadina e pertanto la sua esperienza non può che essere indispensabile, in quanto unica. D’altronde le idee ed i pensieri, che tanto ci contraddistinguono per intelletto dagli animali secondo alcuni, non hanno di per se valore fintanto che non trovano applicazione concreta, ma in quella circostanza, l’unico vero valore che ne può derivare è l’immortalità nel novero della storia.
Solo noi singoli individui, indipendentemente dalla posizione in cui abbiamo scelto di vivere, possiamo salvare il salvabile. Solo noi singoli cittadini possiamo salvare la città di cui siamo parte.
Lettera firmata