SIENA. L’art. 1 Statuto della Fondazione dice che il Monte dei Paschi di Siena è stato creato per voto della Magistratura e del popolo senese (rescritto Granducale del 1622) e legalmente costituito con istrumento di fondazione nel 1624, onde avessero fecondo sviluppo, ordinamento e regola, con privato e pubblico vantaggio per la città e Stato di Siena, le forme di attività creditizia svolte in aggiunta alle sovvenzioni del secondo Monte di Pietà di Siena. Istituito nel 1568 e poi riunito al Monte dei Paschi, fondato nel 1472, come Istituto di diritto pubblico ha effettuato il conferimento previsto dalla Legge 30 luglio 1990 e dal Decreto Legislativo 20 novembre 1990 dell’azienda bancaria Monte dei Paschi di Siena Spa. Oggi ha acquisito la natura di Fondazione con decreto del Ministero del Tesoro nel 1995.
Art. 3. La Fondazione “persegue fini di utilità sociale nei settori della ricerca scientifica, dell’istruzione, dell’arte, della sanità, dell’assistenza alle categorie sociali deboli, alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali nonché dei beni ambientali, mantenendo e rafforzando i particolari legami con Siena, il suo territorio e le sue istituzioni”. Ha il compito di favorire e incoraggiare la promozione dello sviluppo economico, assecondando la realizzazione e la gestione di infrastrutture e di servizi che migliorino l’assetto del territorio senese, la qualità della vita della sua comunità e l’insediamento delle attività produttive. Nel perseguire l’obiettivo dell’utilità sociale e per mantenere e incrementare lo sviluppo economico, la Fondazione, fedele ai legami ricordati, garantisce il proprio impegno affinché siano mantenute nella città di Siena la sede e la Direzione Generale della BMPS Spa; almeno la maggioranza dei membri e il Presidente del Cda della Banca siano scelti tra persone domiciliate nel Comune o nella provincia di Siena.
Questi sono principi ripresi anche dal Codice Etico della Fondazione stessa: “La sua missione di utilità sociale, protesa alla integrale promozione dell’uomo, si realizza attraverso l’intervento nei settori ad essa riconducibili, tra i quali assumono rilevanza, la ricerca scientifica, l’istruzione, l’arte, la sanità, l’assistenza alle categorie deboli, la valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni ambientali, lo sviluppo economico del territorio senese. La Fondazione è lo strumento attraverso il quale la comunità senese dà continuità ai legami plurisecolari tra territorio ed istituzioni come base di uno sviluppo equo, armonico e solidale.”
Questi dell’articolo 3 e del Codice Etico, sono gli stessi principi fondamentali dello Statuto del Comune di Siena (Art. 1) e quindi c’è una sorta di comunità di intenti, almeno nella carta, e quando i fini sono dichiarati e comuni, si auspica che anche l’azione agita sia, oltre che sinergica, condivisa. E’ quindi fondamentale e indispensabile che tra le due Istituzioni, Fondazione MPS e Comune di Siena ci sia un dialogo continuo e una condivisione degli obiettivi e conseguenti azioni da compiere nello svolgere, ognuno secondo il proprio ruolo, le rispettive finalità.
Non a caso, nel suo Bilancio 2014, la Fondazione riporta come, ancorché le fondazioni di origine bancaria, abbiano un sistema di governance, che non poggi “né sui tradizionali meccanismi della democrazia rappresentativa né sul ruolo guida degli investitori, in altre parole non rispondono direttamente né a elettori né ai soci/azionisti”, non significa che siano soggetti privi di responsabilità: al contrario, per quanto riguarda le fondazioni bancarie, è proprio l’assenza di una categoria dominante a imporre vincoli fiduciari più ampi e articolati rispetto ad altre tipologie di organizzazioni.
Infatti “Per raggiungere le finalità che ne legittimano l’esistenza, la Fondazione deve operare relazionandosi con numerose categorie di soggetti i cui comportamenti, opinioni e decisioni sono determinanti per il raggiungimento della propria mission istituzionale. Si tratta dei cosiddetti stakeholder, di cui il Codice Etico dà una definizione precisa. Si tratta dei “soggetti portatori di un interesse rilevante rispetto all’attività dell’ente, quali gli Enti nominanti della Deputazione Generale, i dipendenti e collaboratori, i fornitori, lo Stato, gli Enti locali e più in generale, le Comunità dove la Fondazione opera.
Il sistema di dialogo con gli stakeholders è un elemento fondamentale per il processo di programmazione dell’Ente. Del resto, per i motivi appena illustrati, è naturale che le scelte strategiche siano assunte in sintonia con le istituzioni del territorio di riferimento, a iniziare da quelle democraticamente elette dai cittadini. Ovviamente il continuo dialogo con tutte le componenti istituzionali, economiche e sociali – sia a livello locale che nazionale – è un elemento imprescindibile per un’organizzazione multistakeholders come la Fondazione”.
Riteniamo illuminante quanto riportato dai documenti ufficiali dell’Ente e quindi, auspichiamo che, da ora in poi, questo dialogo con gli Enti, democraticamente eletti dai cittadini, siano gli interlocutori privilegiati e non si neghi, a essi, un confronto, o non si declini più, un invito per un confronto/dibattito, espressamente e legittimamente richiesto dalle opposizioni del massimo consesso cittadino. Come a riconoscere che la richiesta di quei Consiglieri comunali, del settembre scorso, aveva ragion di essere e a smentire quanti, il Presidente dell’Acri in testa, criticarono l’invito, non a caso la Fondazione, con l’odierna iniziativa, procede nel solco di quella legittima richiesta che anche il sottoscritto sosteneva. Quindi, un rinnovato processo di dialogo costante con la comunità di riferimento, che possa condurre alla futura programmazione strategica, non può prescindere dal chiedere una fotografia dell’Ente dalla quale partire per impostare qualsiasi ragionamento sensato. Riteniamo necessario, per un coinvolgimento a 360° di tutti gli stakeholder, che sia fatta una fotografia dello stato attuale della Fondazione MPS, un atto di massima trasparenza, e da questa iniziare un dibattito consapevole.
Considerate le enormi criticità del passato e ai “pericoli” cui andava incontro la Fondazione, non solo è improcrastinabile “bloccare” le erogazioni a fondo perduto fino alla completa riorganizzazione e completo risanamento dell’Ente, ma sarà necessario che l’Ente stesso renda consapevole la propria “comunità” delle mostruose perdite di capitale anche a causa di quelle società che costano, tutt’ora, minusvalenze e interessi passivi e sollecitiamo la dismissione di tutte quelle partecipate e controllate con disavanzi di esercizi. Solo così l’Ente potrà dire di essersi tolto di torno gli “enormi” bubboni inutili, frutto di un inenarrabile passato, e potrà iniziare a fare una buona operazione di trasparenza. Senza entrare nel merito delle verifiche delle possibili azioni di responsabilità da intraprendere nei confronti dei passati amministratori e, se qualche passo in tal senso è stato fatto, sarà necessario conoscerne lo stato dell’arte.
Considerato altresì la necessità di evolvere da un modello distributivo a un modello si servizio per la comunità, causa l’impossibilità di “distribuire” dividendi provenienti dagli investimenti, prima fra tutti quelli della conferitaria, ci domandiamo se sia ancora necessario, in riferimento ai costi di struttura, il mantenimento di una doppia Deputazione. Riteniamo necessario, invece la conservazione dei livelli occupazionali e verificare le opportunità di tutte quelle sinergie che possano valorizzare le competenze interne.
A fronte di una diversificazione degli asset, auspichiamo che l’esigua quota di capitale rimasta, detenuta in Banca Monte dei Paschi, continui a essere strategica, nel solco del mantenimento del legame con il territorio, con la consapevole attenzione alla valorizzazione della partecipazione stessa. Auspichiamo che a breve l’Ente riesca a costruire un nuovo patto sindacale, magari anche più ampio, che gli consenta di essere più efficace nei confronti della Conferitaria, in termini proprietari, sempre a tutela e a vantaggio della propria partecipazione e del territorio senese.
Nell’ambito di questa partecipazione è da rimarcare, così come da Statuto e dall’ultimo intervento da parte del presidente Clarich nell’Assemblea degli Azionisti di BMPS, come la Fondazione debba agire qualsiasi leva affinché la Sede e la direzione generale della Banca MPS rimangano a Siena e ne sia così mantenuto il suo valore nel territorio di riferimento, anche in termini di livelli occupazionali nei confronti sia dei dipendenti che dell’indotto. In considerazione del rinnovato ruolo a servizio della comunità, prima di ogni altro “progetto” e intervento, sarà prioritario e propedeutico che la Fondazione si interroghi e sproni le Istituzioni locali, in primis le designanti, su quale futuro si intende dare a Siena. Quale contesto socio-economico si vuol creare per il nostro territorio e su quale prospettiva di vuole investire. Continuando di questo passo, senza una pianificazione del genere, la città e il suo territorio sono destinate a soffrire. Basti considerare l’aumentato tasso di disoccupazione giovanile in città. Una volta individuato il percorso per il nostro futuro, allora sarà necessario che la Fondazione in sinergia con gli altri enti del territorio, agisca di conseguenza e faccia le necessarie scelte. Dal momento che le Istituzioni preposte non sembrano in grado di porsi una domanda del genere e anche lo fossero non potrebbero che agire in termini elettorali, chiediamo alla Fondazione di farsi volano di tale impostazione.
Opere d’arte del Monte dei Paschi di Siena
Il grande patrimonio artistico contenuto all’interno della Banca Monte dei Paschi costruito negli anni sin dal 1481, anche per “evitare la “fuga” di dipinti o sculture dal territorio senese e riportare a Siena opere che erano, per motivi diversi, ormai “emigrate” fuori dai confini della città dovrà essere in qualche modo riconosciuto alla città di Siena come proprio patrimonio. Invitiamo quindi la Fondazione affinché, con l’attuale board della Banca, inizi un percorso che vincoli alla città tali capolavori d’arte.
Fondazione Accademia Chigiana
Tra i tanti progetti che ci stanno a cuore, quello dell’Accademia Chigiana riveste un ruolo importante e che in passato ha rivestito un ruolo primario nell’eccellenza musicale. Basti ricordare gli studi del maestro Uto Ughi che da Parigi si trasferì a Siena e la presenza del maestro Severino Gazzelloni, per dimostrare che l’Accedemia era la più quotata in tutto il mondo, con enormi potenzialità di crescita e sviluppo. Sarà necessario, quindi, che la Fondazione MPS, il cui presidente riveste anche il ruolo di presidente dell’Accademia, re-indirizzi questa importante istituzione a un rilancio artistico e culturale; un rilancio che deve necessariamente partire dalla città per estendersi in tutto il mondo. Ultimamente l’Accademia è stata oggetto di non poche e inusitate attenzioni, specie nella composizione del suo Cda. E non ci riferiamo all’ingresso del primo cittadino di Siena, richiesta avanzata dalla Conferenza dei capigruppo del Comune, affinché non si affievolisca la presenza dell’Amministrazione comunale. Tali dinamiche è bene che non facciano più parte della storia dell’Accademia. La Chigiana è ben altra cosa.
La presenza di minori risorse economiche e minori finanziamenti, impone di avviare un processo di maggior remunerazione delle attività istituzionali e maggior attività di fund raising. Una ricerca di finanziamenti non legata solamente a piccoli progetti quanto a grandi finanziatori per un “riassetto” strutturale dell’Accademia, affinché l’attività della “Chigiana”, pur necessariamente al passo con i tempi, non perda la propria natura.
Saranno necessari equilibrati investimenti, non rivolti solamente al marketing e alla comunicazione ma anche all’attività concertistica, convegnistica ecc. in particolare la didattica -che andrà potenziata, sviluppata e modernizzata.
Pietro Staderini – Circolo Sena Civitas