"Ma ora basta. Chiediamo regole chiare e che vengano fatte rispettare, ma chiediamo anche di liberare il Paese da questa morsa letale"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il gruppo Sena Civitas ha scritto e inviato al Prefetto di Siena e, per conoscenza, al sindaco di Siena Luigi De Mossi.
Sena Civitas si prefigge l’obiettivo di difendere i principi civici della nostra città, di rappresentare la storia e i capisaldi morali e civili di un popolo che da sempre ha fatto della laboriosità e della solidarietà la propria cifra identificatrice. E’ per questo motivo che ci siamo indignati ascoltando ieri sera l’ennesima sequela di proclami da parte del Presidente del Consiglio. Dopo 60 giorni di sacrifici e di privazioni imposti agli italiani con mezzi giuridici discutibili, senza un reale dibattito e avallo da parte del Parlamento, invocando pareri di Comitati e di “task force” delle quali poco o nulla si sa circa i metodi, la composizione e i criteri di scelta, il Governo ha sostanzialmente decretato la prosecuzione del lockdown al Paese.
Gli italiani hanno fatto e stanno facendo sforzi eroici. Il personale sanitario, i lavoratori che operano nei servizi di supporto alla vita del Paese, gli imprenditori che fanno salti mortali per assicurare la continuità e la sopravvivenza delle loro aziende, gli insegnanti e, ultime ma non ultime, le famiglie, chiamate per l’ennesima volta a fare da ammortizzatore sociale in questa situazione di emergenza; tutti stanno facendo la loro parte. Ognuno di loro non si merita di avere un governo che, sostanzialmente, ha deciso di non decidere, rischiando di condannare a morte migliaia e migliaia di piccoli imprenditori, di lavoratori e di famiglie.
Lo ribadiamo: siamo di fronte ad una inaudita compressione delle libertà individuali ottenuta attraverso metodi non democratici, incostituzionali, che trovano precedenti solo in stato di guerra o sotto dittatura. E nonostante questo, la stragrande maggioranza degli italiani ha agito senso di responsabilità, mostrando al mondo intero per l’ennesima volta la forza di un popolo coeso e solidale. Ma ora basta. Chiediamo regole chiare e che vengano fatte rispettare, ma chiediamo anche di liberare il Paese da questa morsa letale.
Come giustificare la mancata riapertura di alcune attività? Come poter pensare che tante attività possano sopravvivere se non viene consentito loro di operare, nemmeno in condizioni di sicurezza? Come poter anche solo immaginare di continuare a negare la mobilità individuale se non per “giustificati motivi”? O pensiamo che sia accettabile vedere le forze di polizia accanirsi contro cittadini “colpevoli” solo di essere andare a fare due passi in solitudine?
Davvero pensiamo che andare al supermercato sia meno pericoloso che andare a Messa? O forse le “cerimonie” tollerate devono essere solo quelle di un certo tipo, come abbiamo visto in occasione del 25 aprile?
Come cittadini amanti della libertà responsabile, chiediamo regole certe e praticabili e poi, finalmente, di liberare il Paese da questa cappa opprimente che ci sta strangolando.
Ci rivolgiamo quindi a Lei affinchè trasmetta questa nostra istanza al Governo e faccia sentire lo sdegno di un popolo che va rispettato, nella sua storia e nella sua dignità. Non ci stiamo ad essere sudditi, vogliamo e dobbiamo lavorare per rimettere in sesto il nostro Paese!
Cordialmente, Sena Civitas