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Io non so a quale vicenda specifica faccia riferimento la Direttrice Ruscitto, ma il suo appassionato editoriale dipinge con rara forza espressiva e chiarezza di linguaggio il clima plumbeo che vige all’interno del Monte. Il problema della libertà d’espressione per i dipendenti, nonostante accuse pretestuose di irriconoscenza e derubricazioni, interessate, a misere beghe personali di battaglie di principio, rimane un grave problema, che va affrontato con urgenza da tutte le parti in causa, in primis dai vertici dell’Azienda.
A questo proposito io vorrei portare la mia testimonianza. Ho ricevuto infatti una lettera di contestazione disciplinare con l’imputazione di aver esposto la Banca a consistenti rischi reputazionali, per cui l’Azienda si riserva ogni mezzo di azione e tutela. La motivazione addotta è l’aver pubblicato sul Cittadinoonline dell’11 gennaio 2015 l’articolo dal titolo: “Il Codice Antonveneta: 8 bonifici…e 4 mazzette?”
Il mio scritto riguarda solo indirettamente il Monte, venendo la Banca rappresentata solo come inerme vittima delle possibili conseguenze negative provocate dalla eventuale presenza di tangenti che dovessero venire alla luce nell’inchiesta sul caso Antonveneta.
Io mi sono limitato a riportare il contenuto di un documento consegnato da una fonte conosciuta alla polizia giudiziaria competente, che chiama in causa i vecchi vertici dell’Azienda ed altri soggetti terzi, senza riferimento alcuno all’attuale management.
Fa specie che il Monte, come rileva la Signora Ruscitto, abbia proposto un’azione di responsabilità contro i precedenti amministratori per il caso Antonveneta, giudicandoli responsabili per i danni da loro compiuti – fra cui quello reputazionale – e poi venga a chiedere conto a me del pregiudizio che avrei arrecato alla sua immagine avendo messo in evidenza gli stessi loro “errori”.
Così come mi è difficile comprendere come un inoffensivo articolo scritto da un dipendente, che non fa altro che riferire notizie già pubblicate su tutti i media nazionali ed esteri, possa danneggiare la reputazione della Banca. Se l’immagine della Banca risultasse compromessa, la “colpa” sarebbe da ascrivere ai suddetti organi di stampa.
Il mio scritto poi fa riferimento a persone e istituzioni terze rispetto all’Azienda, per cui non si comprende l’accanimento disciplinare nei miei confronti. Ricordo che questo è il terzo dei procedimenti disciplinari cui sono stato oggetto, ed è alquanto “curioso” che tutti e tre abbiano censurato i miei articoli pubblicati sul Cittadinoonline. Quanti sono? Solo16, su un totale di…16.
Rilevo che il soggetto forse più attenzionato nell’articolo è il Partito Democratico di Siena. Mi viene il sospetto allora che il Monte si sia sentito toccato in prima persona da una tale circostanza: se così fosse, troverebbe conferma la sua speciale ”contiguità” con quell’associazione, così come l’impressione che l’Azienda abbia indossato, nella circostanza, la veste di difensore d’ufficio del partito. Ma credo che su questo delicato punto la più qualificata a rispondere sia la Banca stessa.
La spiegazione invece su chi abbia davvero danneggiato la reputazione dell’Azienda ce la fornisce la Banca stessa, nella Relazione dei suoi Amministratori indirizzata agli azionisti in occasione della delibera di azioni sociali di responsabilità nei confronti di Mussari e Vigni, dove al paragrafo 6.3, lettera C, si può leggere che “L’emersione del carattere illecito delle operazioni in esame (i derivati Alexandria e Santorini, n.d.r.) e delle loro conseguenze patrimoniali ha esposto la banca a un danno reputazionale che si è immediatamente tradotto in pregiudizi di ordine patrimoniale, tra cui in particolare il ritiro di depositi per alcuni miliardi, successivamente alla comunicazione al mercato e sulla stampa delle rivelazioni relative alle due operazioni con Nomura e DB”.
Chiudo porgendo un ringraziamento particolarmente sentito al Cittadinoonline, che mi ha sempre permesso di esprimere liberamente la mia voce.
E’ grazie all’ indipendenza e al coraggio di coloro che lo animano, così come all’opera di sensibilizzazione svolta da alcuni “testardi” blogger senesi, che la Città può mostrare ancora, con orgoglio, la sua immagine più degna.
Marco Sbarra